I Chachamim ci insegnano un principio straordinario, quasi profetico: ”Guarda nella Parashà della settimana, e capirai la settimana stessa”. Perché la Torah non è un libro del passato, ma uno specchio del presente, una mappa del tempo che contiene, in forma codificata, i segreti degli avvenimenti di ogni generazione. Rav Tzvi Elimelech di Dinov scriveva che “le onde della storia scorrono sotto il ponte della Parashà settimanale”, o come afferma nel Likutè Moharan Rabbi Nachman: “Ogni parola della Torà è un messaggio personale del Cielo per l’uomo, nel momento preciso in cui la legge”. Ogni Parashà è divisa in sette Aliyot-Salite, e ogni Aliyà corrisponde a uno dei sette giorni della settimana.
Lo Shabbat, giorno in cui tutto si eleva, corrisponde alla settima Aliyà nella quale, tra l’altro, si legge una parte supplementare, il Maftir; forse queste due parti della settima chiamata potrebbero corrispondere alle due Neshamot che abbiamo durante lo Shabbat (Neshamà Yeterà). Al venerdì, giorno preparatorio dello Shabbat, corrisponde la sesta aliyà. Proprio in questa parte leggeremo due versi enigmatici e potentissimi: “Vaihi Binsoa Aharon…E quando l’Arca si muoveva, Moshe diceva: Sorgi, Hashem, e si disperdano i Tuoi nemici…” la frase che cantiamo quando apriamo l’Hechal.
Un verso che sembra antico ma che sa parlare con precisione chirurgica al nostro presente: A ciò che accade nelle ore più oscure, anche oggi l’Arca cammina, anche oggi si alza la voce di Moshe invocando Hashem!
Perché questi versi sono stati inseriti proprio in questa Parashà? Il Talmud (Shabbat 115b) afferma che questi due versetti formano un libro a sé, un “Sefer” distinto. Così la Torah non ha solo cinque libri, ma sette: Bereshit, Shemot, Vaikrà, Bemidbar fino a Vaihi, Vaihi stesso, la fine di Bemidbar e Devarim; sette libri corrispondenti proprio ai sette bracci della Menorah che Aharon accende all’inizio della Parashà, come a dire, lo studio di questi “sette” libri accende luci potentissime che illuminano il mondo, come è detto “Ki Ner Mitzvà VeTorà Or-Poiché la Mitzvà è un Lume e la Torà è Luce”. “Ner” rappresenta anche l’anima dell’uomo come è detto “Ner Hashem Nishmat Haadam- Il Lume di Hashem è l’anima dell’uomo”, ecco quindi che l’anima dell’uomo è luce, quella luce che si accende con lo studio dei libri della Torà, una luce che illumina il volto, specchio dell’anima, composto da sette aperture (2 Orecchie, 2 occhi, 2 narici, una bocca) corrispondenti ai sette bracci della Menorà, come è detto “Chochmat Adam Tair Panav- La saggezza dell’uomo illumina il suo volto”. la Torah stessa è l’anima del popolo ebraico: chi cerca di distruggere Israel, in realtà vuole spegnere la luce della Torah nel mondo. Ma non può, perché quella luce è Divina, è Or Ganuz, la luce segreta della Creazione, accesa ogni giorno nei cuori di coloro che studiano, che vivono, che sperano. Per questo, nel mezzo del caos, dell’esilio, dei deserti del buio dell’anima e delle guerre del mondo, noi gridiamo ancora: “Sorgi Hashem!”. Ci sono due tentativi di attacco al popolo d’Israel: Purim e Chanukka, un tentativo di sterminio fisico ed uno spirituale. Qui l’evidente legame tra la Menorà della Parashà e quella dei Maccabei: cosa volevano i Greci? Volevano spegnere la Menorà, ovvero, cancellare la luce dei sette libri della Torà. Non volevano uccidere i corpi. Volevano spegnere l’anima. Non distruggere il popolo con la violenza ma con il sorriso dolce dell’assimilazione. E per questo il miracolo di Chanukkà è una luce che non si spegne. Così a Purim, dove, secondo la tradizione, rinnovarono la “ricezione della Torà”, fu detto: “Layehudim Haytà Orà, per gli Yehudim ci fu “Orà” cioè Luce, dalla radice di “TOrà”, cioè la nostra Vera Forza! Questo il vero Miracolo che accade da sempre, come quello della luce della Menorà accesa da Aharon, come il libro centrale della Torà che si accende proprio con il verso “Yafutzu oyevecha – disperdi i Tuoi nemici”, come la luce di Chanukkà e Purim, perché chi si oppone alla luce è destinato a dissolversi, chi oggi ci minaccia di nuovo, vorrebbe fermare la luce, ma non può. Perché la Torà, come l’anima del popolo d’Israel è un fuoco eterno.
Ricordatevi di accendere i lumi dello Shabbat…ah e anche le candele!
Anche una piccola luce scaccia molta oscurità!
Shabbat Shalom