Intervista esclusiva a Claudia Segre. Da esperta di finanza a Presidente della Global Thinking Foundation, realtà che investe nell’educazione finanziaria delle donne e delle ragazze. Conosciamo meglio Claudia Segre.
Una donna che ama mettersi in gioco. “Molti mi considerano una visionaria: aver tirato fuori dalla mia esperienza professionale un’idea di lavoro ad impatto sociale, come quello che fa la Fondazione, è stato interpretare quello che ho visto nella società, quello che viviamo ogni giorno. In questo senso, poter guidare un gruppo di lavoratrici e di volontarie su questi temi è senz’altro la sfida più grande, dopo quelle professionali del passato”.
Come si diventa Claudia Segre?
Si parte dalla libreria dei nonni, dove si vanno a prendere libri, a curiosare, nei tempi in cui, ovviamente nella mia gioventù c’erano le librerie ricche di enciclopedie, che ormai sono diventate digitali, ma che allora affascinavano noi più piccoli in cerca di ispirazioni. Nel mio caso, libri di viaggi. Tramite libri di viaggi, la mia passione come le autobiografie, ho potuto viaggiare con la mente nella speranza di realizzare quello che poi è stato, cioè, viaggiare nel mondo. Conoscere mondi diversi dal mio, poter approfondire da un punto di vista culturale, anche spirituale, tutta una serie di suggestioni venute dal mio impegno nei confronti dei paesi in via di sviluppo e quello che è stato poi il mio lavoro nei paesi emergenti per tanti anni.
Claudia Segre: studio, viaggi e tango
Oltre allo studio disperato e alla passione per i viaggi, sicuramente la danza mi ha sempre accompagnato. Essendo una persona molto pragmatica e poco incline a stare a dieta, dalla danza classica sono passata alla danza moderna e poi al tango che ormai, da più di 14 anni, mi accompagna in ogni mio viaggio. C’è sempre un paio di scarpe di tango con me pronte per entrare in pista.
Claudia Segre e la Global Thinking Foundation contro la violenza economica
Sono tante le istituzioni che lavorano sul territorio, Banca d’Italia, Consob, a tutti i componenti del Comitato educazione finanziaria italiano. Certamente, nell’ambito del terzo settore Global Thinking Foundation con la sua missione ormai decennale di focalizzarsi sulla prevenzione alla violenza economica e all’abuso finanziario, si è fatta strada con delle progettualità che hanno visto mettere a disposizione di tutta la cittadinanza e delle famiglie, oltre sette piattaforme di contenuti formativi e informativi riguardanti tutto quello che gravita intorno al problema dell’abuso economico e finanziario. La grande coerenza e il lavoro di progettualità, impatto sociale, hanno aiutato la Global Thinking Foundation a portare non solo a risultati, ma a farsi conoscere sul territorio nazionale e anche in Francia e in Belgio dove lavoriamo.
Claudia Segre, qual è la tua più grande soddisfazione finora ottenuta con la Fondazione
Certamente l’utilizzo di modalità ibride: video e documentari, le graphic novel sicuramente ci aiutano ad arrivare capillarmente nelle scuole, nei comuni. Ricordo un’esperienza bellissima a Trarego Viggiona, un paese di 750 abitanti: il suo sindaco vide il nostro documentario durante una tappa del tour di Libere di Vivere, se ne innamorò e ci chiese di portarlo nel suo paese, non pensava che potessimo andare anche in paesi più piccoli. Ma noi andiamo ovunque e quindi siamo andati. Vedere più di 80 persone arrivare, portarsi ciascuno la propria sedia e tutte i rappresentanti locali e sociali presenti in questo momento di comunità, nel vedere, nel dibattere su un documentario per un fenomeno sociale così importante per tutta la comunità è stata una grande soddisfazione. La stessa provata recentemente al Teatro di Lecce con oltre 650 studenti e il Prefetto. Sono tutti momenti di aggregazione fondamentali, così come quelli che ci danno i vivai sportivi che supportiamo dal Livorno Calcio femminile fino al Vero Volley o al Maxi Basket.
Claudia Segre e la sua passione per il mondo al femminile
Sicuramente nasce dalla mia esperienza professionale in un mondo al maschile, quello della finanza, dove ho dovuto combattere molto, dove spesso mi sono sentita sola, dove ho cercato di coinvolgere più donne possibili sia nei team che ho guidato, sia in tutte le esperienze che ho fatto. Partendo da un settore dove c’è grande difficoltà a inserire donne e ragazze sono nate molte riflessioni, ma anche molti spunti importanti nell’esperienza internazionale, nel vedere che progettualità rivolte ai paesi emergenti da parte del Fondo Monetario, della Banca Mondiale per l’inclusione finanziaria funzionavano effettivamente. Da lì l’ispirazione per condividere con altre donne e ragazze questa opportunità: far sentire la propria voce e soprattutto il proprio ruolo economico e sociale.
La questione di genere secondo Claudia Segre
La partecipazione ai tavoli istituzionali, così come a quelli progettuali delle università, piuttosto che di altri nostri stakeholder, anche enti del terzo settore, ci permettono di avere un quadro completo di quella che è la situazione e di quello che si può fare. E già molto si è fatto. Appena abbiamo avviato l’attività, siamo partite dall’inserire in Wikipedia la parola violenza economica in italiano e francese, per poi collaborare alla redazione del Libro Bianco dell’osservatorio sulla violenza del Dipartimento delle Pari Opportunità (Presidenza del Consiglio dei Ministri – ndr), proprio sulla prevenzione e formazione. Fino a far sì che alcune corporate adottassero il nostro manuale per la violenza economica per i nuovi assunti e le nuove assunte, per cercare di sensibilizzare su questo tema. Ma sicuramente sono gli esiti dell’analisi d’impatto sociale sulla formazione dove l’impatto economico è passato, è praticamente raddoppiato nel tempo che ci fa capire come ogni euro investito in queste attività progettuali produce risultati a catena molto importanti. Questo grazie alla rete che abbiamo costruito anche con We4Women e grazie alla capacità anche delle nuove generazioni di fare da cassa di risonanza su questi temi.
Claudia Segre, progetti futuri
Sto partendo per New York, per un importantissimo anniversario: i Trent’anni dalla Dichiarazione dei diritti delle donne dell’Assemblea di Pechino, CSW 69; un appuntamento dove noi (come Fondazione – ndr) avremo un evento il 13 marzo con la presenza della delegazione del Congo Brazzaville, il Comitato per la democrazia tunisino, la Croce Rossa inglese, le Nazioni Unite quindi United Nation Women e altre rappresentanze internazionali. Faremo il punto sulla diffusione dell’educazione finanziaria e digitale per l’autodeterminazione di donne e ragazze, un confronto tra paesi, tra esperienze diverse e a diversi livelli fondamentali. Due settimane di grande lavoro di networking che ci permetteranno di costruire il cammino dei prossimi anni di lavoro della Fondazione che è sempre di più al fianco dell’impegno sulla sostenibilità economica delle famiglie e ha affiancato anche quello sulla salute. Il benessere da un punto di vista della prevenzione nei confronti dello stress finanziario e delle difficoltà da sovraindebitamento.
E comunque in valigia sempre le scarpe da ballo?
Assolutamente, scarpe da tango sempre con me e con la passione per la vita, per il lavoro, per quello che faccio e per quello che soprattutto ci viene restituito e che condividiamo con le volontarie e con le dipendenti da tutti coloro che incontriamo ogni giorno nel nostro lavoro.
https://www.donnainaffari.it/2025/03/intervista-esclusiva-a-claudia-segre/