Jonathan Sierra
(o: Come sfruttare il crescente antisemitismo, per portare acqua al proprio mulino). (*)
Il 2025 è anno di “Giubileo della Speranza” per la Chiesa di Roma e il Vaticano porta a Roma Marc Chagall con l’opera “La Crocifissione Bianca”. Chagall dipinge il quadro nel 1938, dopo la “Notte dei Cristalli”. È plausibile che, nel ’38, abbia sentito anche che durante l’anno l’Italia ha sancito Leggi Razziali, versione “light” delle Leggi di Norimberga (Germania 1935). Nel 1938 Chagall l’ebreo sa già come andrà a finire in Europa… l’antisemitismo non è un problema solo ebraico. Si inizia sempre con gli ebrei, ma alla fine son guai per tutti… come in effetti è stato nel corso degli anni successivi, con la 2nda Guerra Mondiale.
L’opera mostra scene di pogrom, ebrei in fuga. Al centro, un ebreo è ucciso. Ma non è un ebreo qualsiasi: è Gesù. Ovvero colui che: a) rappresenta il confine storico tra ebraismo e una nuova religione; b) rappresenta sofferenza e amore per milioni di credenti di quella nuova religione. Il dipinto di Chagall presenta perciò un dolore e un allarme molto attuali, sia nel 1938 sia oggi. Oggi cresce vertiginosamente l’antisemitismo, in forma di antisionismo e mascherato da attivista e manifestante filo-palestinese. Ma l’attuale antisemitismo non si limiterà a colpire solo gli ebrei: alla fine investirà tutti coloro che si identificano con le radici cristiane dell’Europa. Aspettate e vedrete… Purtroppo.
Sul sito ufficiale dell’evento giubilare troviamo una bella pagina interamente dedicata al dipinto. https://www.iubilaeum2025.va/…/roma-giubileo…
Vale la pena di visitarla, per vedere come il dipinto di Chagall è presentato in modo volutamente impreciso e strumentale. Tra le numerose omissioni e imprecisioni troviamo anche chicche tipo:
1) Il fatto che Chagall era ebreo viene omesso. È un trascurabile particolare? È infatti un “pittore russo naturalizzato francese (…) costretto a lasciare la sua patria”. Come dire: Si, in effetti vi sono molti motivi ebraici nel dipinto, ma il nesso tra questi e l’autore è casuale… Infatti, per la pagina, Chagall “è celebre per i dipinti che raffigurano scenari onirici e fantastici” (ma evidentemente questi scenari non comprendono anche motivi legati alle origini dell’artista…).
2) “Questa opera non solo mette in luce l’immagine di Cristo come martire, ma richiama drammaticamente l’attenzione sulla persecuzione e sulla sofferenza del popolo ebraico negli anni ’30”. (sic) Come dire: il soggetto principale di Chagall è Gesù come martire e la sofferenza del Popolo Ebraico è limitata agli anni ’30. (Prima del ’30 evidentemente era un idillio. Spiegalo agli ebrei chiusi nei ghetti dalla Chiesa, ai martiri ebrei trentini di San Simonino, etc. etc. etc.).
3) “Al centro, Gesù è raffigurato crocifisso ornato con uno scialle da preghiera, simbolicamente rappresentato come ebreo”. Ehi! “Simbolicamente”??? Gesù ERA ebreo.
3) Gesù però, nella pagina, non è l’unico che scoccia riconoscere come ebreo. Persino tre ebrei in fuga non sono etichettabili come tali. Nella pagina sono “tre figure barbute (…) una delle quali stringe la Torah”. (sic) Per fortuna però leggiamo anche che vi sono “rifugiati” che sono costretti “a fuggire in barca”. Questi, in un paragrafo successivo ed evidenziato, ci viene spiegato che sono “profughi ebrei che stanno cercando di buttare l’ancora per salvarsi e attraccare su terra sicura. Una scena ancora molto attuale che esprime la fuga dalle terre natie con la speranza di salvare le proprie vite in parti del mondo non contaminate dalla guerra e dalla devastazione”. (sic)
4) “Il Cristo crocifisso è simbolo dell’ebraismo”. (sic) No, non lo è in Chagall. Nè lo è altrove. Lo è solo in una visione cattolica che vede nel Cristianesimo una Nuova Israele. Da cui: “Vecchio Testamento” accanto al “Nuovo Testamento”. Lo è solo per una Chiesa che, non potendo fare a meno di ignorare del tutto quel “Vecchio Testamento” ne cambia però i Dieci Comandamenti, falsificandone la traduzione del quarto (in lingua originale “Ricorda il Sabato per santificarlo”, che diviene nelle traduzioni “Ricordati di santificare le feste”).
5) “In alto a destra c’e’ una sinagoga che brucia in rappresentanza di tutte le sinagoghe bruciate in Germania durante la 2˚ guerra mondiale” (sic). Come dire: allora lo vedi che Chagall era preveggente?!? Nel ’38 sa già della Seconda Guerra Mondiale (1939). Peccato però che prevedette solo le sinagoghe bruciate in Germania… Ha cannato fuori tutte quelle bruciate in tutto il resto dell’Europa occidentale e orientale… E chi più ne ha, più ne metta.
Vale la pena di leggere la pagina e rilevare come in Vaticano fanno finta di saperne poco di Ebraismo ma in compenso la sanno lunga in termini di marketing. Il crescente antisemitismo -per questo sito targato .va – può essere evidentemente cavalcato e sfruttato.
È infatti un conveniente trend che -tornato di moda e rivoltato come un sacco- torna utile per trasmettere una serie di simboli e messaggi funzionali all’agenda di Francesco: a parte i barconi, soprattutto l’omissione dell’identità ebraica di Gesù. E perchè ometterla, quando invece la conoscono benissimo? Perchè per la Chiesa Gesù è vittima per eccellenza, ma anche e soprattutto simbolo di amore e misericordia. Un’identità ebraica quindi che poco si concilia con i messaggi antisionisti filo-palestinesi emessi da Piazza S. Pietro. Ma speriamo in meglio. Dopotutto è un Giubileo di Speranza…
(*) Una SOTTILE APPROPRIAZIONE STRUMENTALE