Euronews – Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese
I servizi segreti avrebbero monitorato i membri del Comitato olandese per Auschwitz e si sarebbero infiltrati nelle sue riunioni. Gli ebrei di Amsterdam sopravvissuti all’Olocausto sarebbero stati monitorati e spiati dal Servizio di Sicurezza Interno olandese (BVD) che li considerava una minaccia per la democrazia, fino agli anni ’80.
Un’analisi di 71.000 file declassificati dell’ex BVD, pubblicata dal quotidiano Het Parool, sostiene che “molti ebrei, tornati nei Paesi Bassi dopo la Seconda guerra mondiale, furono spiati.” documenti, conservati dagli Archivi Nazionali, sono aperti al pubblico dal 2022 e le loro pagine rivelano l’ampia sorveglianza effettuata dai servizi segreti.
Il BVD ha monitorato i membri del Comitato olandese per Auschwitz, fondato dai sopravvissuti nel 1956, e si è infiltrato nelle sue riunioni, ritenendolo estremista. I servizi avevano una talpa all’interno dell’organizzazione e compilavano rapporti sulle future commemorazioni dell’Olocausto, organizzando anche viaggi per visitare i campi di concentramento in altri Paesi.
In queste riunioni, gli ebrei olandesi condividevano le loro riflessioni sui danni economici e sui problemi medici subiti in seguito alla deportazione dai Paesi Bassi ai campi di concentramento.
Interrogato dai giornalisti di Het Parool su questa rivelazione, un cittadino di confessione ebraica ha dichiarato: “Cosa c’è di estremista in un gruppo di vecchi ebrei usciti dal campo? Queste persone stavano solo facendo del loro meglio per commemorare le vittime. Quasi tutti hanno perso la famiglia. Eppure sono stati presi di mira come nemici dello Stato”.
I media olandesi riportano che l’ex BVD, ora Servizio Generale di Intelligence e Sicurezza (AIVD), ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che “le indagini devono esse analizzate nel contesto della Guerra Fredda e della minaccia del comunismo”.
“I sopravvissuti all’Olocausto non erano considerati estremisti o una minaccia per la democrazia in quanto tali. Fu però fatta un’eccezione per le persone associate al Comitato Nazionale di Auschwitz, che il BVD considerava un’organizzazione di facciata comunista”.
Una “grande ingiustizia”
In una delle riunioni riportate dal BVD, il Comitato di Auschwitz discusse e protestò contro il criminale di guerra tedesco Willy Lages, a capo del servizio segreto nazista SD, che coordinò la deportazione di circa 70.000 ebrei nei campi di concentramento.
Il tedesco fu processato nei Paesi Bassi e condannato a morte. La condanna non fu mai eseguita perché fu commutata in ergastolo. Sostenendo di essere malato terminale, Lages fu rilasciato dal carcere, si recò in Germania e trascorse gli ultimi cinque anni della sua vita in libertà. Un rilascio che non piacque alla commissione, come riporta la stampa olandese: “Tutti i presenti hanno ritenuto scandaloso il rilascio di una persona che dovrebbe stare in prigione”.
I servizi di sicurezza si sarebbero infiltrati anche nella vita dell’ex presidente del Comitato di Auschwitz Annetje Fels-Kupferschmidt, il cui marito fu arrestato dai nazisti e morì in un campo di concentramento. La figlia si è detta “scioccata” dal fatto che il BVD non abbia conservato un fascicolo personale su Lages, ma ne abbia conservato uno su sua madre, descrivendola come un’estremista: “La vedo come una grande ingiustizia”.
Dodici anni fa, il quotidiano Het Parool ha riferito che più di 300 residenti ebrei di Amsterdam dovevano pagare le tasse su appartamenti o proprietà in cui non viveva nessuno perché erano stati mandati in un campo di concentramento.