Massimo Foa
Deuteronomio 7-12/11-25
Se queste leggi avrai osservato,
il Signore tuo Dio ti ricompenserà.
Il patto che giurò ai tuoi padri verrà conservato,
ti amerà, ti benedirà e ti moltiplicherà
benedicendo il frutto nel tuo grembo riposto,
del tuo bestiame e del tuo gregge i parti,
il tuo olio, il tuo frumento e il tuo mosto,
nel paese che giurò ai tuoi padri di darti.
Più di tutti i popoli tu sarai benedetto;
né il maschio, né la femmina sterile sarà.
Dai brutti flagelli dell’Egitto sarai protetto
e da te ogni malattia il Signore allontanerà.
I popoli che il Signore darà in tuo potere potrai sterminare;
se servissi i loro dei, saresti sconfitto.
Se penserai: “Sono potenti, come li potrò conquistare?”
Non temerli! Ricorda ciò che fece il Signore in Egitto,
le grandi prove che i tuoi occhi han potuto vedere,
i prodigi, la mano potente e il braccio disteso del Signore,
coi i quali la libertà ti ha fatto avere:
così farà il Signore ai popoli di cui nutri timore.
Contro di loro anche i calabroni manderà,
finchè i sopravvissuti periranno.
Non temere perché il Signore con te sarà.
A poco a poco cacciati verranno,
perché le bestie selvatiche non aumentino a tuo danno,
ma il Signore li metterà in fuga disordinata
finchè completa distruzione avranno.
Ti metterà nelle mani i loro re, la loro vita verrà cancellata.
Tu brucerai le sculture delle loro divinità;
non prenderai l’oro e l’argento di cui sono formate,
così causa di inciampo per te non ci sarà,
perché dal Signore tuo Dio sono detestate.
I precetti che oggi vi comando osserverete,
così vivrete, vi moltiplicherete
e alla terra giurata ai vostri padri perverrete.
La strada percorsa nel deserto ricorderete,
che il Signore percorrere vi ha fatto
per quarant’anni, per mettervi alla prova.
Vi ha fatto provare la fame e poi per riscatto
vi ha dato da mangiare la manna, cosa nuova.
Devi essere persuaso intimamente
che, come un padre il figlio, il Signore ti corregge.
Rispetta i precetti scrupolosamente,
perchè in una terra buona Egli ti protegge.
Una terra di fonti e di torrenti,
di grano, uva, miele ed olivi,
terra dove poi sazio tu ti senti
e benedeci il Signore perché ci vivi.
Ma non abbia il tuo cuore a insuperbire
ed il Signore non dimenticare,
che dalla terra d’Egitto ti fece uscire
e l’acqua dalla roccia ha fatto sgorgare;
che nel deserto la manna ti ha fatto mangiare,
che i tuoi padri non avevano conosciuto.
Non devi mai nel tuo cuore pensare:
“Alla forza delle mie mani ciò è dovuto!”
Ma ricordati invece del Signore,
perché è Lui che la forza ti concede
di procurarti il benessere migliore:
così al patto che giurò ai tuoi padri tiene fede.
Ma se il Signore dimenticherai
ed altri dei tu vorrai seguire,
ti garantisco che tu perirai
come le nazioni che il Signore fa perire.
Tu passi oggi il Giordano, Israle senti!
E di nazioni poi vi impossessate,
che son di voi più grandi e più potenti
con città grandi e fortificate.
Quando il Signore davanti a voi le scaccerà,
non sarà per la vostra onestà, come il cuore vi dice,
ma per la loro malvagità,
perché voi siete un popolo dalla dura cervice.
Ricordate quanto l’ira del Signore avete provocato
dal giorno in cui dall’Egitto siete usciti,
tanto che di distruggervi ha minacciato
quando sul monte Chorev siete saliti.
Quando il Signore diede le tavole del patto,
dopo che per quaranta giorni e quaranta notti
ero rimasto senza mangiare affatto,
disse: “Scendi dal monte perché si son corrotti:
si sono fatti un idolo di metallo fuso.
Non intercedere, Io li distruggerò
perché i miei comandamenti hanno eluso
e di te una nazione potente Io farò.”
Per discendere dal monte mi voltai
e quando vidi come peccato avevate,
afferrai le due tavole e le scagliai
e sotto i vostri occhi le ho spezzate.
Poi, preso il vitello oggetto del peccato,
lo bruciai nel fuoco e lo frantumai
e dopo che come polvere era diventato,
nel torrente che scende dal monte lo gettai.
Poi dinanzi al Signore mi sono prostrato
per quaranta giorni e notti come la prima volta,
perché il Signore di distruggervi aveva minacciato
e implorai che la mia preghiera fosse accolta:
“Ricorda Abramo, Isacco e Giacobbe
e non badare alla caparbietà
di questo popolo che la sua colpa riconobbe,
perché gli Egiziani non dicano che non hai avuto la possibilità
di portarlo nella terra che avevi promesso
e lo hai liberato per lasciarlo nel deserto indifeso,
mentre invece è il Tuo popolo, il Tuo possesso,
che hai fatto uscire con la Tua forza e il braccio disteso.
In quel tempo il Signore mi disse di scolpire
due tavole di pietra come prima
ed anche un’arca di legno costruire
e di risalir del monte sulla cima.
I dieci comandamenti, il Signore scrisse
su quelle tavole, come la prima iscrizione.
Io scesi e posi le tavole nell’arca, come mi disse
e poi rimasero in quella postazione.
Poi i figli d’Israele partirono verso Moserà.
Là morì Aron e suo figlio El’azar sacerdote fu fatto.
In quel tempo il Signore sceglierà
la tribù di Levi per portare l’Arca del patto,
per stare al Suo servizio e pronunciare,
come avviene ancor oggi, la berahà.
Per questo all’eredità non può partecipare:
il Signore stesso è la sua eredità.
Il Signore mi disse: “Vai a conquistare
la terra che giurai ai padri di dare.”
Ora, Israele, il Signore ti chiede solo di rispettare
i Suoi precetti e di volerlo amare.
Gli appartengono i cieli, la terra e quanto contiene,
ma soltanto i tuoi padri ha prediletto
e ha scelto voi, come ancor oggi avviene,
loro progenie, cui dar tutto il Suo affetto.
Circoncidete il vostro cuore ostinato
e non siate più duri di cervice,
perché il Signore non può essere comprato
e rende giustizia alla vedova infelice.
Amerete lo straniero perché lo siete stati
e del Signore vostro Dio avrete timore.
I Suoi miracoli coi vostri occhi avete osservati,
Gli presterete culto e giurerete in Nome del Signore.
I vostri padri scesero in Egitto in settanta persone
e vi ha reso numerosi come le stelle del cielo.
Avete visto la Sua mano potente e la Sua azione
nel portare l’esercito egiziano allo sfacelo
e ciò che ha fatto per voi nel deserto fino a questa località
e ciò che fece a Dathan e Aviran quando la terra li ha inghiottiti.
La vostra esistenza sulla terra si prolungherà,
se i precetti che vi comando saranno eseguiti.
La terra che andate a conquistare, vi disvelo,
non è come l’Egitto che si deve irrigare faticosamente,
ma è terra di monti e di valli che assorbe la pioggia dal cielo
e di cui il Signore si prende cura continuamente.
Se ascoltate i precetti che oggi vi comando
e con tutto il cuore e l’anima Mi volete servire,
la pioggia a suo tempo sulla vostra terra mando,
quella autunnale e quella primaverile.
Il grano, il vino, l’olio raccoglierete
e sia il bestiame che voi vi sazierete.
Ma se da Me vi allontanerete
servendo dei stranieri e a loro vi prostrerete,
la collera del Signore contro di voi divamperebbe,
chiuderebbe il cielo e la pioggia più non avreste.
La terra i suoi frutti più non darebbe
e dalla buona terra presto scomparireste.
Ma voi le mie parole nei vostri cuori porrete,
le legherete sul vostro braccio come segno
e come frontali fra i vostri occhi le terrete,
le insegnerete ai vostri figli con impegno.
In casa e per la via ne parlerete,
quando vi coricherete e quando vi alzerete.
Sugli stipiti delle vostre porte le scriverete
e numerosi giorni con i vostri figli avrete.
Dominerete su nazioni di voi più grandi e più temute.
Tutte le località che i vostri piedi potranno calpestare
saranno da voi interamente possedute.
Il vostro territorio si potrà propagare
dal deserto del Libano all’Eufrate,
fino al mare occidentale. Nessuno vi resisterà;
la paura e il terrore di voi quando passate,
il Signore, come vi ha detto, diffonderà.