Gli italiani sono sempre più colpiti — e coinvolti — dalle vicende del conflitto israeliano- palestinese e, in particolare, dagli episodi di guerra che hanno sconvolto la striscia di Gaza. Questi ultimi — grazie anche all’ampio rilievo che ne hanno dato gli organi di informazione — hanno aumentato fortemente l’interesse verso tutta la questione. E contribuito alla formazione e al consolidamento delle posizioni al riguardo.
Lo mostrano anche i sondaggi di opinione. Ad esempio, dai dati rilevati in una ricerca condotta qualche giorno fa, emerge come, alla richiesta di una preferenza verso l’uno o l’altro dei contendenti, i cittadini si esprimano in misura assai più precisa e diffusa di quanto non accadesse solo quattro mesi fa. Con la conferma delle tendenze principali, ma anche con qualche cambiamento in alcuni orientamenti.
La maggioranza relativa (22%) continua infatti a dichiarare di sentirsi più vicina agli israeliani che ai palestinesi. Lo affermano in misura maggiore i maschi, i residenti al Nord e, com’era prevedibile, gli elettori del centrodestra. Ma la numerosità di chi, viceversa, manifesta più simpatia per i palestinesi è di poco inferiore (18%). E raggiunge quote molto più elevate (31%) nell’elettorato di centrosinistra (con una ulteriore forte accentuazione nella sinistra radicale), ove arriva a costituire la maggioranza relativa. Insomma, l’atteggiamento prevalentemente filo-palestinese degli elettori per l’opposizione continua a permanere come tratto caratterizzante, malgrado la recente evoluzione in senso più moderato di una parte della leadership di quest’area.
Ma c’è, come si è detto, una significativa evoluzione nell’arco di soli 4 mesi. Diminuisce significativamente, infatti, la percentuale di chi si definisce «vicino a nessuno» e si accresce al tempo stesso quella di chi si dichiara «vicino ai palestinesi ». Questi ultimi parrebbero dunque avere raccolto consensi tra chi un tempo era indeciso o equidistante, specie, ancora una volta, nell’ambito della sinistra (anche se il quadro delle opinioni è relativamente diverso tra il Pd da una parte e i restanti partiti del centrosinistra dall’altra).
Ciò nonostante, la netta maggioranza della popolazione (57%) continua a giudicare Hamas un movimento di carattere terrorista. Solo grossomodo il 13% lo definisce «un movimento nazionalista legittimo »: quest’ultima posizione è assai più diffusa tra chi possiede un titolo di studio elevato (23% tra i laureati).
In conclusione, benché rimanga prevalente, il carattere più filo-israeliano della popolazione italiana sembra man mano erodersi a causa dei consensi che i palestinesi di Hamas — malgrado siano, nella maggior parte dei casi giudicati dei terroristi — riescono a conquistare tra chi solo qualche mese fa si era dichiarato senza opinione, specie nell’ambito della sinistra. Un fenomeno dovuto in buona misura anche alla difficoltà di mutamento e alla viscosità degli orientamenti tradizionali e consolidati di quest’area.
Corriere della Sera