Il 29% ammette: opinioni condizionate da politica di Israele. Ricerca Anti-Defamation League condotta in 12 paesi sugli atteggiamenti antisemiti
Roma, 10 lu. (Ign) – Gli Ebrei hanno troppo potere nel mondo economico e parlano ancora troppo della Shoà. Metà degli Ungheresi e dei Polacchi la pensa così. Cinque italiani su dieci, invece, sono convinti che gli Ebrei abbiano un atteggiamento di maggiore lealtà verso Israele che nei confronti dell’Italia. Sono questi alcuni dei risultati emersi da un sondaggio condotto tra aprile e maggio di quest’anno dall’Anti-Defamation League (Adl) in 12 Paesi europei (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Italia, Germania, Olanda, Spagna, Svizzera, Gran Bretagna, Ungheria e Polonia). Seimila in totale gli intervistati (500 per Paese), ai quali è stato chiesto di esprimere un parere su una serie di affermazioni in parte corrispondenti a vecchi stereotipi sugli Ebrei.
Rispetto ad un’analoga ricerca dell’anno scorso, l’Adl – che dal 1913 combatte qualunque forma di antisemitismo e di pregiudizio razziale – rivela che in alcuni casi si osserva un intensificarsi di atteggiamenti anti-semiti in Europa. In particolare, il 43% degli Europei – con una larga maggioranza di Italiani, Tedeschi, Polacchi e Spagnoli – ritiene ‘probabilmente vero’ che gli Ebrei siano più fedeli allo Stato di Israele che al loro Paese. Quanto al fatto che gli Ebrei siano troppo potenti nel mondo degli affari (la classica ‘fandonia anti-ebraica’, secondo l’Adl), a crederlo sono ancora il 30% degli intervistati, con un’alta percentuale di ungheresi (55%). Inoltre, per il 32% dei seimila cittadini europei interpellati, gli Ebrei hanno un potere eccessivo nei mercati finanziari internazionali. Molto alte le percentuali di coloro che ritengono ‘probabilmente vera’ anche un’altra questione considerate essenziale per verificare la consistenza di atteggiamenti anti-semiti: è infatti complessivamente il 42% dell’Europa (con punte del 52% in Polonia, 49% in Italia e 48% in Germania e Svizzera) a ritenere che gli Ebrei parlino ancora troppo di ciò che è accaduto loro durante l’Olocausto. Decisamente minore ma significativa, invece, la percentuale (20% complessivamente; 39% solo in Polonia) delle persone che ritengono che il popolo ebraico sia responsabile della morte di Cristo.
“I risultati di questo sondaggio – afferma Abraham H. Foxman, Direttore nazionale dell’Adl – dimostrano che i singoli governi, l’Unione Europea e l’Osce, che hanno condannato l’antisemitismo ed hanno cercato di arginarlo, si trovano oggi di fronte alla sfida di trovare una formula che possa finalmente spezzare i vecchi stereotipi duri a morire.” “Il fatto che migliaia di Europei – aggiunge Foxman – accettino ancora un’ampia varietà di stereotipi anti-semiti legittima e incita lo stesso anti-semitismo. E questo dato, unito ad una atmosfera in cui la violenza verso gli Ebrei è ancora prevalente, è per noi fonte di grande preoccupazione.”
Meno stereotipata la questione posta in conclusione dell’indagine. Agli intervistati, infatti, è stato chiesto se la loro opinione sia influenzata dalle azioni intraprese dallo Stato di Israele e se credano che la violenza diretta contro gli Ebrei europei sia il risultato di sentimenti anti-ebraici o piuttosto anti-israeliani. Il 29% (con picchi del 41% in Svizzera, 37% in Spagna e 36% in Austria) riconosce che la politica israeliana condiziona le loro idee. E il 59% di essi – in maggioranza spagnoli, belgi e olandesi – ritiene inoltre che l’opinione sugli Ebrei sia oggi più negativa proprio a causa della linea politica seguita da Israele. Infine, il 39% si dice convinto che gli atti di violenza nei confronti di persone ebree siano determinati da posizioni anti-israeliane più che anti-ebraiche: è soprattutto la Danimarca ad esserne particolarmente sicura (65%), mentre la Polonia, in contro-tendenza rispetto agli altri Paesi, ritiene piuttosto che gli Ebrei siano ancora oggi vittima di sentimenti dichiaratamente anti-ebraici.
E proprio in merito alla Polonia e all’Ungheria, i due Paesi da poco entrati a far parte dell’Unione Europea ed interpellati quest’anno per la prima volta, il direttore dell’Adl sottolinea: “Non siamo sorpresi di constatare che un’alta percentuale degli intervistati mantengono una visione negativa nei confronti degli Ebrei, vista la storia particolare di questi Paesi”. “In ogni caso – conclude Abraham H. Foxman – abbiamo la speranza che, assieme agli altri partner europei, faranno i passi necessari per rendere l’anti-semitismo inaccettabile nelle loro società”.
Ebrei, per il 55% degli italiani più fedeli a Israele che a Italia
Ricerca Anti-Dafamation League: per il 49% parlano ancora troppo della Shoah
Roma, 10 lug. (Ign) – Gli Ebrei sono più fedeli allo Stato di Israele che all’Italia. Ne è convinto il 55% degli italiani secondo quanto emerge da un sondaggio condotto tra aprile maggio 2005 dall’Anti-Dafamation League (Adl) per testare la resistenza degli stereotipi antisemiti nel nostro paese. Per la maggioranza degli italiani, dunque, il legame tra gli ebrei e la ‘patria’ israeliana è molto più saldo rispetto a quello con l’Italia. Anche se, rispetto ad un analogo sondaggio del 2004, la percentuale è diminuita di due punti. Il 33% degli Italiani ritiene che gli Ebrei abbiano troppo potere nel mondo finanziario. Nel 2004 era il 29% a pensarlo. Il 20%, inoltre, ritiene che sia quasi impossibile competere con le persone ebree inserite nel mondo degli affari. Il 49% crede che gli Ebrei parlino ancora troppo di ciò che hanno vissuto durante l’Olocausto. L’anno scorso, si registrava sulla stessa questione una minor convinzione (44%). Il 14% degli Italiani concordano con il fatto che gli Ebrei siano responsabili della morte di Cristo.
Un quarto degli italiani dice che l’opinione sugli Ebrei è condizionata dalla politica dello Stato di Israele. Di questi, il 51% sostiene che tale opinione è peggiorata proprio a causa delle azioni intraprese dal Governo israeliano. Infine, il 39% dei connazionali ritiene che la fonte dell’attuale violenza diretta contro gli Ebrei in Europa sia il risultato di posizioni anti-israeliane, mentre il 32% pensa che questa violenza derivi da un sentimento anti-ebraico.