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Note di Rav Di Porto ad integrazione della traduzione e del commento della Giuntina, recentemente pubblicato
a) Nel verso il servo di H. è Shelomò, che sta parlando.
b) Lo Yovel inizia già da Rosh ha-shanah, solo che si stabilisce lemafrea con il suono dello Shofar a Kippur, e per questo solo in quel momento gli schiavi vengono liberati. Il dubbio nel periodo fra Rosh ha-shanah e Kippur non comporta tuttavia alcuna facilitazione nell’applicazione delle regole del Giubileo.
c) non bisogna leggere chamishim waachat, ma bisogna togliere la waw, per dirci che il cinquantesimo anno non viene contato come primo per lo yovel successivo (Tosafot). L’opinione di R. Yehudah è che il cinquantesimo anno vale come primo per il conteggio dello yovel successivo. L’anno sabbatico successivo capita pertanto sei anni dopo il giubileo, e in quei sette anni si lavora la terra solo 5 anni, perché il primo è il giubileo e l’ultimo è l’anno sabbatico (Rashbà). La discussione fra i chakhamim e R: Yehudah non riguarda solo il giubileo, ma anche gli anni sabbatici, perché dopo il Giubileo, l’anno sabbatico successivo è per i chakhamim il 57° anno, mentre per R. Yehudah il 56°; il giubileo successivo è per i chakhamim il 100° anno, per R. Yehudah il 99°. Tutto questo secondo il Bavlì; infatti secondo lo Yerushalmi i chakhamim e R. Yehudah non discutono sullo Yovel, ma solo sulla shemittah. La conseguenza è che secondo i chakhamim lo yovel cade sempre dopo un anno sabbatico, mentre per R. Yehudah non è così. Per la halakhah secondo le Tosafot segue l’opinione di R. Yehudah, per il Rambam quella dei chakhamim. La discussione non ha conseguenze particolari perché i gheonim hanno stabilito che si tiene conto solamente del conteggio dell’anno sabbatico, senza tener conto del cinquantesimo anno.