Shabbath Project
Sefer ha-Chinnukh, Mitzwah n. 31: E’ Mitzwah della Torah all’entrata e all’uscita di Shabbat pronunciare parole in cui si ricordi l’importanza della giornata e la sua differenza (havdalah) in meglio rispetto agli altri giorni, come è detto: “Ricorda il giorno di Shabbat per santificarlo (leqaddeshò)” (Shemot 20,8). I nostri Maestri hanno poi espressamente disposto che pronunciamo queste parole sul vino. Si versa cioè nel bicchiere almeno un revi’it (86 cc.; sec. altri 150 cc.) di vino schietto (se è annacquato dev’essere più di un revi’it) e si recita su di esso il Qiddush di Shabbat, secondo il testo invalso. Anche alla fine di Shabbat si recita la Berakhah sul vino in onore della giornata: questa Berakhah è chiamata Havdalah.
Il senso di questa Mitzwah è compiere un’azione che ci risvegli a ricordare l’importanza della giornata e fissare nel nostro cuore la fede in un D. Creatore (chiddush ha-‘olàm), “poiché in sei giorni H. ha creato il cielo e la terra e nel settimo ha cessato e si è rianimato”. Ci è stato prescritto di farlo sul vino, perché esso nutre e rallegra e ha l’effetto di risvegliare molto la natura dell’uomo: già ti ho detto (figlio mio) che l’uomo si attiva sempre in base alle azioni concrete cui è abituato. Pertanto i Maestri del Talmud hanno detto che se all’uomo piace di più il pane del vino, faccia pure il Qiddush sul pane, perché ciascuno è risvegliato da ciò che gradisce di più. Alla fine della giornata, invece, non hanno detto lo stesso e l’obbligo è di fare la Havdalah con il vino in ogni caso. Peraltro, anche qui hanno avuto ragione, prendendo in considerazione la sensibilità dei più. La maggioranza degli individui, infatti, a Motzaè Shabbat preferisce bere piuttosto che mangiare, perché è già sazia dai pasti abbondanti del giorno festivo. Non c’è bisogno di spiegare perché il bicchiere di vino deve contenerne almeno un revi’it, altrimenti non suscita entusiasmo. E anche gli obblighi di risciacquare il bicchiere, di non assaggiare nulla finché non si è fatto il Qiddush e di recitare il Qiddush nel luogo in cui si mangia sono espressioni di questo entusiasmo… Questa Mitzwah è in vigore in ogni luogo e ogni tempo, ed è obbligatoria tanto per gli uomini che per le donne nonostante si tratti di una Mitzwah positiva legata a un certo lasso di tempo. Chi non ha recitato il Qiddush del tutto ha trascurato un precetto della Torah; chi ha pronunciato parole in onore di Shabbat ma non lo ha fatto con il vino e la formula prescritta è uscito d’obbligo secondo la Torah, ma ha trascurato le disposizioni dei Maestri.
Berakhot 20b, Shevu’ot 20b: Diceva Rav Addà bar Ahavah: Le donne sono obbligate al Qiddush di Shabbat per disposizione della Torah. Perché? D. Si tratta di una Mitzwah positiva legata a un certo lasso di tempo, da cui le donne sono normalmente esentate!… R. Disse Ravà: Nelle due versioni del Quarto Comandamento in Shemot e Devarim il versetto dice “Ricorda il giorno di Shabbat per santificarlo” e “Osserva il giorno di Shabbat per santificarlo” (Devarim 5,12) rispettivamente. Zakhor si riferisce agli obblighi dello Shabbat, mentre Shamor ai divieti. Chi è vincolato a Shamor è vincolato anche a Zakhor. La conseguenza pratica di ciò è che anche le donne sono tenute al Qiddush di Shabbat, benché si tratti di un precetto positivo legato al tempo, perché lo Shabbat comporta anche la sfera dei divieti, in cui non vi è alcuna differenza fra uomini e donne.
Shulchan ‘Arukh, Orach Chayim 271,2: Le donne sono obbligate al Qiddush di Shabbat benché si tratti di una Mitzwah positiva legata a un certo lasso di tempo, perché Zakhor (obblighi) e Shamor (divieti) sono stati messi sullo stesso piano e le donne, essendo vincolate a Shamor, sono vincolate anche a Zakhor. Esse fanno uscire d’obbligo anche gli uomini con la loro recitazione, dal momento che sono obbligate dalla Torah come loro.
Mishnah Berurah ad loc.: E’ ovvio che un minore fino alla pubertà non fa uscire d’obbligo una donna. Perciò (in assenza del papà e di figli maschi benè Mitzwah) la mamma farà il Qiddush da sé. Se non è in grado di recitare il Qiddush e il figlio minore sì, quest’ultimo potrà suggerirle il testo parola per parola ed essa lo ripeterà dall’inizio alla fine. Il vino (o il pane) dovranno trovarsi di fronte alla donna anche in questo caso.
Yalqut Yossef a 271, n. 9-10: La stessa regola vale per il Qiddush del sabato mattina e per il Qiddush delle feste. Per il principio di ‘arevut, per cui ogni ebreo è garante per l’altro, una donna può ripetere il Qiddush per far uscire d’obbligo uomini anche se ha già recitato il Qiddush per se stessa. Peraltro per il principio di tzeni’ut è opportuno che una donna non reciti il Qiddush per uomini che non siano suoi famigliari.
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Ben Ish Chay, anno II, P. Bereshit, n. 18: Il Qiddush del venerdì sera non dipende dalla Tefillat ‘Arvit e pertanto è lecito recitare il Qiddush e mettersi a tavola anche prima di buio, purché lo si faccia prima della mezz’ora che precede il tempo dello Shemà’ della sera, e si reciterà ‘Arvit successivamente. Il Qiddush del sabato mattina, invece, dipende dalla Tefillah: non c’è obbligo di recitare questo Qiddush finché non si sia pregato. Questo principio vale però solo per gli uomini che hanno un tempo fisso per la Tefillah. Le donne, secondo molte opinioni, sono tenute a pregare una sola volta al giorno, ma senza un tempo fisso. Pertanto per loro l’obbligo del Qiddush non dipende dalla Tefillah, bensì decorre dal momento in cui spunta il sole. Saranno tenute al Qiddush già dalla prima colazione.
Yalqut Yossef a 289, n. 4: Comunque in caso di emergenza (se la donna ha disturbi o allatta) o una signora che è abituata ad andare a Tefillah lo Shabbat mattina regolarmente possono basarsi sulle opinioni più facilitanti per cui sono autorizzate ad assaggiare qualcosa prima della Tefillah stessa e recitare il Qiddush dopo.
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Yalqut Yossef a 289, n. 10 (cfr. Resp. Yabbia’ ‘Omer 3,19): Dove non si trova vino kasher (il Sabato mattina) reciterà il Qiddush su Chamar Medinah. Coloro che usano birra o liquori al posto del vino anche dove questo si trova non si comportano correttamente. Comunque non è lecito recitare il Qiddush (del Sabato mattina) su caffè, tè o altre bevande analcoliche.
Resp. Tzitz Eli’ezer 8,16: Secondo me è perfettamente lecito adoperare in situazioni di emergenza… caffè nero e persino caffelatte: qualsiasi bevanda che non sia semplice acqua rientra nella definizione di Chamar Medinah.
Sintesi: 1) In assenza del papà reciterà il Qiddush uno dei figli maschi, purché sia Bar Mitzwah. Se i figli sono tutti sotto l’età del Bar Mitzwah sarà la mamma a recitare il Qiddush. Se essa non è in grado e il figlio piccolo sì, quest’ultimo suggerirà il testo parola per parola alla mamma, la quale lo ripeterà dall’inizio alla fine tenendo essa in mano il bicchiere di vino.
2) Il Qiddush del sabato mattina diviene obbligatorio al termine della Tefillah solo per gli uomini, che possono bere qualcosa prima di recarsi al Bet ha-Kenesset senza dover recitare il Qiddush. Le donne potranno avvalersi di ciò solo se sono abituate a recarsi al Bet ha-Kenesset anch’esse regolarmente. Altrimenti dovranno recitare il Qiddush già accingendosi alla prima colazione: per questo potranno basarsi su un’opinione facilitante che consente loro di sostituire il vino con il caffè o il caffelatte, recitando la Berakhah “…She-ha-kol niyhah bi-dvarò” al posto di “…borè perì ha-ghefen”.