“דבר אל בני ישראל לאמר בחדש השביעי באחד לחדש יהיה לכם שבתון זכרון תרועה מקרא קדש”
“ Parla ai figli d’Israele dicendo: nel settimo mese (Tishrei) nell’uno del mese sarà per voi astensione, ricordo di strepito sacra convocazione”
“ובחדש השביעי באחד לחדש מקרא קדש יהיה לכם כל מלאכת עבודה לא תעשו יוס תרועה יהיה לכם”
“ e il settimo mese l’uno del mese sacra convocazione sarà per voi giorno di strepito sarà per voi.” (Numeri 29,1)
Da dove si impara che strepito è riferito a uno shofar = buccina? Da un accostamento di termini identici ( ghezerà shavà) tra questi versetti e il verso che prescrive di suonare lo shofar il giorno di kippur nell’anno del Giubileo. Nei versi suddetti si parla di teru’à ed è scritto hasheviì, e per quanto riguarda il giubileo è scritto: (Lev. 25,9 )
“והעברתה שופר תרועה בחדש השביעי בעשור לחדש”
”e porterai strepito di buccina nel settimo mese il dieci del mese …”
shevii = shevii ‘settimo = settimo’ ed è riferito allo strepito (teru’àh) e allo shofar: s’impara quindi che lo strepito intende il suono dello shofar.
Mishnàh: Rosh hashanàh cap. 3 mishnayòt 2, 3, 4, 5.:
ב: כל השפרות כשרין חוץ משל פרה מפני שהוא קרן. אמר רבי יוסי: והלא כל השפרות נקראו קרן, שנאמר: ” במשך בקרן היובל”
Tutti gli shofaròt = buccine sono validi all’infuori di quello di mucca poiché è un ‘qeren’ = corno. Ha detto rabbì Yosè: ma non è vero che tutti gli shofaròt sono chiamati ‘qèren’ = corno, comè detto (Giosuè 6,5) : “ Allorché udrete il suono del corno ( ‘qeren’)!?
Ghemarà: (Talmud Rosh Hashanàh 26a) N.B.: per ragioni di brevità saranno portati solo riassunti del testo.
La ghemarà dice: “bene ha risposto Rabbì Yosè! “. I Maestri rispondono che mentre tutti i corni sono chiamati sia ‘shofar’ sa ‘qeren’, quello di bovino è chiamato solo qeren e non shofar, come è scritto ( Deut. 33, 17): “ Egli ha lo splendore di un toro primogenito e corna di bue selvatico”. E la mitzvàh consiste in uno shofar; Rabbì Yosè risponde che anche le corna di bovino sono chiamate shofar, come è detto ( Salmi 69, 32) : “ Vatittav laH. mishor par = e piacerà all’Eterno più di un giovane toro e di un toro” e lo interpreta così: se si parla di giovane toro perché si parla di toro? E se si parla di toro perché parlare di giovane toro? Bisogna interpretare la voce ‘shor par’ come ‘shofar’ quindi le corna bovine sono uno shofar. I Maestri portano una differente interpretazione di Rav Mattanàh che dice: un shor = giovane toro, che è grande quanto un par = toro. Rav ‘Ulla porta un’altra motivazione dei Maestri detta da Rav Chisdà: così come il Kohen Gadol non entra del Santo dei Santi indossando vesti d’oro, così non si suona uno shofar di bovino, perché un accusatore non diviene un difensore in quanto il bovino e l’oro ricordano il vitello d’oro. Seguono una serie di obiezioni e risposte ad esse:
1: obiezione: ma durante il servizio del giorno di Kippur nel Santo dei Santi si spruzza il sangue di toro! Risposta: ma dal momento che non si tratta del toro in sé, ma del suo sangue, non conta.
2: obiezione: ma anche l’Arca dell’Alleanza, la Khapporet= Coperchio dell’Arca e i Cherubini che sono d’oro, si trovano dentro il Santo dei Santi! Risposta: ma s’intende che solo la persona che vi entra per chiedere l’espiazione dei peccati non deve entrare con abiti d’oro, quindi gli arredi sacri d’oro per quanto riguarda ciò non contano.
3: obiezione: ma anche la paletta e il cucchiaio usati per offrire l’incenso nel Santo dei Santi sono d’oro! Risposta: ma il trasgressore non si addobba con essi.
4: obiezione: ma ci sono dei vestiti d’oro che il Kohen Gadol indossa fuori dal Santo dei Santi! Risposta: li indossa fuori e non dentro
5: obiezione: ma anche lo shofar si suona fuori e non dentro il Santo dei Santi! Risposta: ma dal momento che lo shofar serve al ricordo di fronte ad H., è come se fosse dentro il Santo dei Santi. (…) Ha detto Abbayè: questa è la motivazione dei Maestri: la Toràh ha detto: “shofar” uno solo e non due o tre; il corno bovino appare come due o tre corni intrecciati e quindi non è valido. E non solo, ma anche perché è un ‘qeren’. Obiezioni: una volta che gli apparenti corni intrecciati formano un unico corno, lo shofar è valido; sul secondo motivo si obietta come Rabbì Yosè: tutti i corni sono chiamati ‘qeren’.
Mishnayòt 3, 4, 5 ( nel Talmud sono unite):
ג: שופר של ראש השנה של יעל, פשוט ופיו מצופה זהב, ושתי חצוצרות מן הצדדים, שופר מאריך וחצוצרות מקצרות,שמצות היום בשופר. ד: ובתעניות בשל זכרים, כפופים ופיהן מצופה כסף, ושתי חצוצרות באמצע, ,שופר מקצר וחצוצרות מאריכות, שמצות היום בחצצרות. ה: שוה היובל לראש השנה לתקיעה ולברכות. רבי יהודה אומר: בראש השנה תוקעין בשל זכרים וביובלות בשל יעלים.
Traduzione: 3: lo shofar di Rosh Hashanàh è di stambecco, diritto, e presso la sua imboccatura è rivestito d’oro, e due trombe stanno ai lati, lo shofar prolunga e le trombe accorciano perché il precetto del giorno è nello shofar. Commento minimo: “stambecco, diritto” è spiegato nella ghemarà; lo shofar è rivestito d’oro non proprio sull’imboccatura, ma vicino ad essa, perché altrimenti sarebbe invalido. Solo nel Santuario accanto al suonatore dello shofar stavano due trombe, ai lati e all’inizio tutti suonavano contemporaneamente, ma in seguito le trombe smettevano di suonare e lo shofar prolungava, affinché si sentisse solo lo shofar, in quanto precetto del giorno è nello shofar. Traduzione 4: e nei digiuni di montone, ricurvi, e vicino alla loro imboccatura è rivestito d’argento, e due trombe stanno in mezzo, lo shofar accorcia e le trombe allungano , in quanto il precetto del giorno è nelle trombe. Commento minimo: nei giorni di digiuno pubblico, proclamati per una qualche disgrazia, è una mitzvà della Toràh suonare le trombe, come è scritto ( Bemidbàr 10, 9) : “ E quando andrete in guerra nella vostra terra contro l’oppressore che vi opprime e strepiterete con le trombe e sarete ricordati davanti ad H. Vostro D-o e sarete salvati dai vostri nemici”. Si suonavano sia due trombe sia due shofarot di montone ricurvi, presso l’imboccatura dei quali erano rivestiti d’argento, le trombe stavano in mezzo e gli shofaròt ai lati e all’inizio suonavano tutti, poi gli shofaròt smettevano e continuavano solo le trombe, perché il precetto del giorno sono le trombe. Traduzione 5: è identico il giubileo a Rosh Hashanàh per quanto riguarda le suonate e le benedizioni. Rabbì Yehudàh dice: a Rosh Hashanà si suona dai montoni e nei giubilei dagli stambecchi. Commento minimo: come già detto è un precetto della Toràh suonare lo shofar il giorno di Kippur dell’anno del giubileo: alcuni intendono che il giubileo e Rosh Hashanàh sono identici nelle suonate nel senso che si suona con il medesimo tipo di shofar ( quindi di stambecco, come è insegnato nella mishnà 3), secondo altri s’intende il numero e l’ordine delle suonate; per benedizioni s’intende che tanto a mussaf di Rosh Hashanàh tanto a mussaf di Kippùr del giubileo, si dicono tre benedizioni centrali per un totale di nove benedizioni (Malkhuyòt; Zikhronòt e Shofaròt). Rabbì Yehudàh è in disaccordo col Tannà Qammà, l’insegnante della Mishnàh, riguardo al tipo di shofàr di Rosh Hashanàh, sostenendo che deve essere di montone e non di stambecco.
Ghemarà: ( Talmud ibid. 26b;): riassunto commentato:
Ha detto Rabbì Levì: il precetto di Rosh Hashanà e del giorno di Kippur del giubileo è di suonare corni di montone e nel resto dell’anno, cioè nei digiuni, di corni diritti. Obiezione: ma l’insegnante della Mishnàh ha insegnato che lo shofar di Rosh Hashanàh è di stambecco diritto. Risposta: secondo le parole di questo insegnante, ma Rabbì Yehudà ha detto: “a Rosh Hashanàh dai montoni e nei giubilei dagli stambecchi”. Obiezione: che insegni allora che l’halakhà è secondo Rabbì Yehudà senza ripetere l’insegnamento parola per parola! Risposta: se si dicesse che l’halakhà è secondo Rabbì Yehudà, si sarebbe pensato che anche per quanto riguarda il giubileo, è secondo R”Y; invece Rabbì Levì decide secondo R”Y solo circa Rosh Hashanà in cui si suona un corno di montone, mentre circa i giubilei non decide secondo lui. In che cosa il Tannà Qammà e R”Y sono in disaccordo? Secondo R”Y, a Rosh Hashanàh più la persona incurva la propria mente nella preghiera, meglio è: a segno di ciò si suona un corno di montone che è curvo, mentre a Kippur più la persona semplifica la mente nella preghiera, meglio è, e a segno di ciò si suona il corno di stambecco diritto; invece secondo il primo, più la persona semplifica la propria mente a R”H, meglio è (perché deve chiedere le giuste richieste), mentre nei digiuni più la persona incurva se stesso, meglio è (perché si deve umiliare per raggiungere la teshuvà.) Quindi si suona di stambecco a R”H e di montone nei digiuni.
Rosh Hashanàh | Kippur del giubileo | Digiuni pubblici | |
Tannà Qammà | Stambecco, diritto | Stambecco, diritto | Montone, ricurvo |
Rabbì Yehudàh | Montone, ricurvo | Stambecco, diritto | |
Rabbì Levì | Come R”Y, Montone | Montone, ricurvo | Stambecco diritto |
Tosafot: N. B.: anche per le tosafòt si porta una traduzione riassuntiva e commentata:
Riguardo agli stambecchi è scritto: “ Le montagne alte sono per gli stambecchi” ( Salmi 104) e in Devarìm cap. 14 tra i quadrupedi permessi è citato l’ “aqqò” che è tradotto in aramaico come ‘ ya’alà’ voce di ‘ya’alè séla’ che significa: ‘ che salgono sulle rocce’ e Rashì traduce in francese: ‘istambuc’ = ‘ stambecco’, e un’opinione dei Maestri è che il shofar di Rosh Hashanà debba essere di stambecco, dritto perché più si semplifica la mente nelle preghiere di Rosh Hashanà meglio è; ed è scritto: “ Leviamo i nostri cuori verso l’alto”; come gli stambecchi sono animali delle alture, così noi ci leviamo in alto con lo shofar di stambecco. Ma l’halakhà non segue questa opinione, bensì quella di Rabbì Yehudà che dice: di Rosh Hashanà dai montoni, ricurvi, secondo l’insegnamento di Rabbì Abbahu (Rosh Hashanà 16a)che dice che si suona lo shofar di montone in ricordo di fronte ad H. della legatura di Yitzchàq; Rabbì Levì nella ghemarà sostiene che sia a Rosh Hashanà sia a Kippur del giubileo si suona dai montoni ricurvi perché più la persona si incurva nella preghiera, meglio è, secondo quanto scritto: “ E saranno i miei occhi e il mio cuore lì” segno di incurvamento. Insomma, a posteriori si esce d’obbligo con qualsiasi corno, anche se è preferibile quello di montone, fuorché quello di bovino , secondo la Mishnà 2: “Tutti i corni sono validi, tranne quello di mucca”. E secondo Rabbì Yosè, anche con quello di bovino. Ci sono quindi due controversie: 1 quella tra i Maestri e Rabbì Yosè se lo shofar di mucca sia valido o meno e 2 quella tra i Maestri e Rabbì Yehudà: secondo i primi a Rosh Hashanà e nel giubileo si suona dagli stambecchi e nei digiuni dai montoni, secondo R”Y a Rosh Hashanà dai montoni e nel giubileo dagli stambecchi e non discute sui digiuni. ( le motivazioni dei Maestri sono quelle suddette per R”H, e nei giubilei si usa lo stesso tipo di corno per l’accostamento di termini identici nella Toràh riguardo a R”H e il giubileo, come suddetto a pag. 1; e si insegna nella Mishnà 5 che R”H e il giubileo sono identici per quanto riguarda le suonate.) Insomma, secondo le Tosafòt a R”H e nei giubilei si usa lo shofar di montone ( come secondo Rabbì Levì).
Opere di halakhà:
1 Mishnè Toràh di Maimonide: ( Hilkhot Shofar 1, 1) : “ … e il shofar col quale si suona tanto a Rosh Hashanà, tanto nel giubileo è un corno dei montoni, ricurvo e tutti i corni sono invalidi se non quello di montone.
Commenti vari: Maimonide stabilisce l’halakhà secondo Rabbì Yehudà, limitatamente a R”H e in generale secondo Rabbì Levì che sosteneva che sia a R”H sia nel giubileo si suona dai montoni, in quanto s’insegna che R”H e il giubileo sono identici circa il suono. E nonostante la Mishnà 2 insegni che tutti i corni sono validi tranne quello bovino, dal momento che Rabbì Yehudà e il Tannà Qammà sono in controversia su corni specifici, o montone o stambecco, stabilisce che solo quello di montone è valido e nessun altro. E il Ra’avàd e altri commentatori opinano sull’opinione del Maimonide e sostengono che a priori si usi lo shofàr di montone, ma che tutti i corni sono validi eccetto quello bovino.
2 Shulkhàn ‘arùkh e commenti: ( hilkhot shofar cap. 585, 1) : il shofar di Rosh Hashanà, il suo precetto è che sia di montone, ricurvo e a posteriori tutti i corni sono adatti, tanto i ricurvi, tanto i diritti. E il precetto è (meglio eseguito) con i ricurvi più dei diritti, e quello di mucca è invalido in ogni caso, e così le corna della maggior parte degli animali che sono un unico osso senza l’attaccamento ( alla testa) al loro interno, sono invalidi. (critica del Ramà: e così un corno di animale impuro è invalido) Mishnàh Beruràh: riassunto: il corno di montone è in ricordo della legatura d’Yitzchaq; circa gli altri corni: se si ha un corno di caprino, questo è preferibile a un corno di stambecco e così un corno che più si assomiglia con quello di montone è preferibile, mentre secondo altri bisogna preferire un corno ricurvo a uno diritto, persino se si ha un corno di stambecco ricurvo e un corno di ovino, diritto. I corni di mucca, così come quello di altri bovini, e i corni non cavi come quelli di bue selvatico o di cervo e così via, non sono validi e anche quelli che hanno un osso solo: non bisogna suonare con questi neanche se si hanno solo questi. Animali impuri: se si ha solo uno shofar di animale impuro, si suona con questo senza benedizione, per il dubbio che sia valido, perché non è chiaro se sia valido o meno; se poi si trova uno shofar di animale permesso, allora si suona di nuovo, ancora senza benedizione. Infine, i corni di carogne o animali macellati non secondo la regola, ma pur sempre di animali puri, sono adatti in ogni caso.
Conclusione: l’halakhà segue l’insegnamento dei Maestri nella Mishnàh 2 per cui tutti i corni sono validi, tranne quello di bovino sia a Rosh Hashanàh sia nei giubilei sia nei digiuni pubblici, anche se il corno di montone ricurvo è preferibile nei primi due casi. Riguardo ai digiuni, Sha’ar Hatziùn riporta una controversia tra i commentatori: alcuni sostengono che si suoni un corno diritto, secondo l’opinione di Rabbì Levì per distinguerlo da quello di R”H e del giubileo, mentre secondo altri, tra cui lo stesso autore, sostegono che si usi un corno di montone, ricurvo come insegnato nella Mishnà 4.