“Adam ki iaqriv mikkem qorban – Un uomo quando offra fra di voi un sacrificio” (vaiqrà 1;2)
Con questa parashà iniziamo il terzo libro della Torà – Vaiqrà – in cui è descritta la vita cultuale e amministrativa del popolo ebraico.
La prima parte di esso si occupa dei qorbanot – i sacrifici che venivano offerti nel mishkan prima , e nel bet ha Miqdash in seguito.
Iniziando a descrivere i qorbanot, la Torà dice: “Adam ki iaqriv…”.
Rashì si chiede subito il motivo per cui la Torà dica “adam” e non “israel” o “ieudì”.
Rispondendo alla domanda, fa riferimento al primo uomo della storia “Adam” e spiega che, come Adam quando offriva animali in sacrificio, non rubava niente a nessuno, poiché tutto gli apparteneva, così chi offre un qorban, non deve rubare niente a nessuno per donarlo poi al Signore.
L’offerta in genere deve essere secondo l’insegnamento del maestro, spontanea e fatta secondo quello che il suo cuore gli consiglia.
Anche poco, se uno non ha la possibilità, ma senz’altro di buon cuore.
Questo Shabbat è anche “shabbat Zakhor” in quanto leggeremo nel secondo sefer che verrà estratto, il brano in cui si parla di ‘Amaleq “zakhor” che attacca il popolo ebraico nelle retrovie, colpendo donne bambini e persone anziane.
È obbligo, secondo la Torà ascoltare dalla voce del qoré – il lettore della Torà, questo brano, per uscire dall’obbligo di ricordare l’operato di costui che colpisce nella storia il popolo ebraico, la sua parte più debole.
Questo Shabbat è quello che precede la festa di Purim, in cui si celebra il ribaltamento della condizione del popolo, dalla sentenza di morte emessa da Aman, alla gioia e alla vita.
Possa il Signore ascoltare le preghiere del nostro popolo e ribaltare le sorti di tutti gli uomini della Terra che in questi giorni vivono atterriti dalla paura di un conflitto spaventoso.
Shabbat Shalom