La comunità nomina Elihau Birnbaum. Ma resta anche Alberto Somekh
MAURIZIO LUPO
Viene da Gerusalemme il nuovo Rabbino Capo della Comunità ebraica di Torino. Si chiama Elihau Birnbaum. E’ ritenuto un uomo di grande esperienza, di circa cinquant’ anni, apprezzato per la sua cultura e la sua capacità di mediazione.
Prende il posto del Rabbino Alberto Somekh, che comunque continuerà la sua opera nella Comunità, ma alle dipendenze dirette di Birnbaum.
E’ quanto trapela da autorevoli fonti confidenziali. Spiegano che lunedì sera si è riunito il Consiglio della Comunità e ha preso la decisione: «Dopo un ampio dibattito, preso atto della revoca del mandato di Rabbino Capo a Alberto Somekh, ci si è orientati verso una personalità ritenuta più idonea a rapportarsi con le varie esigenze della comunità torinese».
Sono parole misurate, che non intendono affatto presentare il fianco a polemiche o a criticare l’operato di Somekh: «Non è stata mai messa in dubbio la sua competenza. Anzi è ben riconosciuta la sua predilezione per l’aspetto religioso. Ma soprattutto a Torino la Comunità deve tenere conto anche di altre sensibilità». Quali? «Potremmo definirle voci che esprimono una cultura e un approccio all’ebraismo di tipo laico o meno legato agli aspetti eminentemente religiosi».
La soluzione è stata individuata a Gerusalemme. Qui Birnbaum è direttore di una prestigiosa istituzione: la «Machon Amiel». Si tratta di una scuola superiore che forma i rabbini da inviare nel mondo, messi al servizio di tutte le comunità della diaspora. Il magistero di Birnbaum ne ha già preparati oltre 150. Si tratta di un personaggio di grande prestigio. Nato in Uruguay, emigrò in Israele quaranta anni orsono. E’ diventato giudice del Rabbinato Centrale di Israele e ha operato dal 1992 al 1997 come Gran Rabbino dell’Uruguay.
Sarà in carica a Torino dal primo luglio. Ma non risiederà in città, dove comunque verrà con frequenza, per adempiere al suo mandato. In Comunità spiegano che ha già ampiamente conosciuto la realtà torinese.
La sua presenza si affiancherà a quella di Alberto Somekh, che continuerà pertanto ad essere il Rabbino di Torino e a svolgere le funzioni religiose che gli sono riconosciute come proprie e che ha dimostrato finora di svolgere con il massimo rigore.