“Quando una donna genera e partorisce un maschio…” (Vayikrà 12, 2). Su questo versetto, con il quale si apre la parashà, fa notare il Chidà, Rabbì Haiim Yosef David Azulai, che le lettere iniziali delle parole, se opportunamente disposte, formano la parola zekhùt cioè “merito”. Il Chidà vede in ciò un segno, e spiega: il merito del futuro sviluppo positivo dei figli che nasceranno in una famiglia ebraica, è merito prevalentemente della donna ebrea. Se ella – infatti – tiene pensieri e comportamenti pii e santi, anche la prole che da lei discende, sarà contraddistinta da vita santa e pura.