L’Unione delle Comunità Ebraiche decide di stanziare 300.000 Euro (a seguito donazione privata) a favore delle vittime della guerra a Gaza e gli ebrei italiani in Israele protestano.
David Piazza
L’ultimo giorno del 2008 è stato cruciale per il Consiglio dell’Ucei. Con una tempestività senza precedenti ha intrapreso la via della solidarietà alle popolazioni civili e ha stanziato quella che per i piccoli bilanci comunitari è una grande somma (ma spesso vale più il “pensiero”) destinandone 2/3 a Gaza e 1/3 in Israele (vedi sotto i dettagli). Questo gesto è bastato a scatenare una miriade di mail, molte delle quali farcite di pesantissimi insulti personali ,che non è il caso di riportare su queste pagine, dirette ai massimi rappresentanti delle istituzioni ebraiche italiane, in particolare Riccardo Pacifici (presidente a Roma) e Renzo Gattegna (presidente Ucei).
Le accuse, partite principalmente dalla più focosa delle mailing list ebraiche in italiano (Mafrum per tutti) che lega più di 1000 ebrei di origine tripolina sparsi per il mondo, ma anche altri esponenti della comunità degli “italkìm” (gli ebrei emigrati in Israele dall’Italia) sostanzialmente accusano l’Ucei di aver fatto il gioco della propaganda palestinese, evidenziando le perdite civili. Ancora più grave è l’accusa di volersi, con questo gesto, “dissociare” dalle posizioni israeliane di resa di conti con Hamas, presentando all’opinione pubblica una “diversa” idea di ebraismo, più attenta alle sofferenze.
Eppure questa “dissonanza” con le autorità ebraiche della diaspora italiana può rappresentare un’ottima occasione per qualche riflessione sui rapporti fra Comunità tanto distanti fisicamente e tanto vicine emotivamente:
1) A detta di numerosi osservatori internazionali e di indicatori statistici, mai come ora, l’Italia si dimostra il paese europeo più vicino alle ragioni d’Israele, sia come opinione pubblica, sia a livello governativo. Basterebbero solo le recenti dichiarazioni del ministro Frattini e una rapida carrellata sui siti web delle principali testate giornalistiche. In particolare l’attacco verso Gaza viene compreso, anche se non sostenuto, addirittura da aree tendenzialmente ostili a Israele. Anni di missili sui civili rendono superflua qualsiasi opera di PR da parte di Israele o delle istituzioni pro-Israele. Questo per dire che Pacifici e Gattegna non hanno probabilmente bisogno di allentare nessuna pressione morale o mediatica sulle Comunità ebraiche. Sono molto lontani i tristi tempi di “Davide discolpati”.
2) Mai come ora, non solo la dirigenza ebraica in Italia è stata mai così pro-Israele (e basterebbero gli ampi successi elettorali, a Roma e Milano, di liste chiamate non a caso “Per Israele”), ma anche tra gli ebrei italiani oramai sembrano dimenticate le critiche o i tentennamenti, i “se” e “ma” avuti in passato. Certo nessuno è infallibile, ma a criticare puntualmente Israele rimane una “cricca” di intellettuali, la cui presenza alla vita comunitaria è sempre più marginale e alcuni “clown” conosciuti del circo mediatico (uno per tutti Moni Ovadia). In particolare Gattegna e Pacifici rappresentano finalmente l’immagine dell’ebreo che, “a testa alta” non teme di sostenere le ragioni degli ebrei e di Israele, anche quando queste sono impopolari per l’opinione pubblica. Pacifici in particolare vive oramai blindato e sotto scorta da molti mesi. Questo per dire che forse stavolta le accuse degli italkim sembrano rivolte all’indirizzo sbagliato.
3) Su questa operazione in particolare poi l’Ucei sembra che abbia ricevuto il benestare a priori più autorevole possibile: quello dell’ambasciata d’Israele e del ministero degli esteri Israeliano. Non so se ora sia il caso di prendercela con i soliti israeliani “odiatori di se”, “quintacolonnisti” che invece di lavorare per la causa, tramano con il nemico. Stiamo parlando dello stresso governo e della stessa ministra tostissima che ha affrontato Sarkozy rifiutando una tregua umanitaria. Questo per dire che gli ebrei italiani, pur agendo in piena autonomia, sembrano oramai sapere quando concordare gesti mediatici significativi con le autorità israeliane.
Tuttavia, detto tutto questo, vale la pena di raccogliere la sfida e la critica che parte da Israele in questo particolare frangente per auspicare che nuove forme di collaborazione possano rafforzare il legame tra una delle diaspore più “sioniste”, alla presenza italiana in Israele che rimane in proporzione una delle più aliòt più numerose in termini mondiali. Paradossalmente troppo poco viene dato ascolto sulla stampa ebraica alle opinioni, ma anche alle variegate vicende personali, di chi ha avuto il coraggio (e la perseveranza) che compiere una scelta che ha rafforzato e rafforza l’ebraismo in Italia.
Per far questo però è necessario che si superino gli stereotipi e si instauri un nuovo rapporto di fiducia venuto a mancare certamente non in questi giorni, ma che probabilmente ha ragioni lontane con altre dirigenze ebraiche nella diaspora. L’Italia ebraica ha bisogno dei suoi “italkìm” esattamente come Israele ha bisogno di una Diaspora italiana coraggiosa perché i loro destini sono strettamente legati. E se è difficile capire tale legame, antisemiti di turno e feroci vicini ai confini di Israele ce lo ricordano purtroppo ogni giorno.
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Il comunicato dell’Ucei sulla donazione
L’appello del ministro degli Esteri Franco Frattini per aiutare le popolazioni civili di Israele e di Gaza ha trovato una pronta risposta. L’Unione delle Comunita’ ebraiche italiane e la Comunita’ Ebraica di Roma mettono a disposizione 300 mila euro in medicinali. L’appello del ministro mira alla raccolta di un milione di euro per i civili coinvolti dal conflitto a Gaza e in Israele. Due terzi della somma saranno destinati ai bambini e alla gente di Gaza e i restanti 100 mila ai bambini e ai civili delle cittadine israeliane colpiti dai razzi di Hamas. “La Comunità di Roma e l’Ucei – hanno detto organizzazioni – dopo un’attenta analisi e riflessione sulle vicende di questi giorni esprimono apprezzamento per l’apprezzamento per l’azione svolta dal governo italiano per una giusta soluzione del conflitto tra Hamas e Israele. Soprattutto per il ruolo che il governo potrà svolgere all’interno della Ue e soprattutto quale presidente di turno, da questo gennaio del G8?. “Rispondendo ad un appello del ministro Frattini, il quale ha annunciato oggi in commissione Esteri di voler reperire un milione di euro di fondi per aiuti umanitari per le popolazioni civili che soffrono sia a Gaza sia in Israele, l’Ucei e la Cer hanno deciso – hanno spiegato le organizzazioni – di far pervenire nei prossimi giorni 300 mila euro in medicinali da consegnare al ministro degli Esteri Frattini. Di questi 200 mila saranno per le popolazioni di Gaza, soprattutto per i bambini e i civili, coinvolti dagli attacchi mirati a infrastrutture terroristiche di Hamas e 100 mila ai bambini e ai civili delle cittadine del sud di Israele colpiti dai razzi di Hamas”.
“Con questa operazione – ha detto il Presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici – non intendiamo dare un giudizio politico dei torti o delle ragioni dell’una o dell’altra parte, pur essendo emotivamente coinvolti dalle vicende dei nostri fratelli che in Israele vivono questo dramma”. Pacifici ha poi reso noto che la Cer e l’Ucei incontreranno il ministro Frattini il prossimo lunedì 5 gennaio per consegnare formalmente l’offerta. “Il nostro – ha spiegato Renzo Gattegna, presidente dell’Ucei – e’ un gesto di umanità volto ad alleviare le sofferenze dei bambini di Israele e Gaza, accompagnato dalla speranza che a Gaza cessino il predominio dei gruppi che fanno uso indiscriminato di metodi violenti e terroristici”.
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Una delle proteste (tra le pubblicabili) girate in rete
1. Sebbene la forma di Shimon Fargion sia quantomeno fuori dalle righe, nel merito condivido pienamente e aggiungerò altro ancora.
2. Riccardo Pacifici sappia che tutti quelli con cui ho parlato in questi giorni, e sono tanti (non si parla di altro) sono ancor più arrabbiati di Shimon, me compreso.
3. Riccardo (e Renzo) non possono accampare a titolo di merito il fatto che vivano sotto scorta; al massimo quel che fanno nell’interesse del pubblico ebraico nelle loro vesti ufficiali; fa parte dei loro doveri istituzionali: non sono dei privati cittadini. Se hanno dei problemi, che si dimettano.
4. Ammesso e non concesso che UCEI e CER abbiano tutti questi pretesi meriti, ora rivendicati fuor di contesto, questo solo fatto della loro idea balenga di proclamare questo aiuto buonista (senza nemmeno darsi la pena di consigliarsi prima almeno con i rappresentanti degli ebrei israeliani, che, dopotutto, sono i primi interessati e direttamente coinvolti) ha certamente cancellato in un colpo solo detti (a mio modesto avviso presunti) meriti.
5. Questa vostra decisione-comunicato, che ormai è stata diffusa dalle agenzie, provoca gravissimi danni a Israele e agli ebrei in generale, e in particolare all’Ebraismo italiano. Infatti:
a. non è nemmeno “equidistante”: cosa significa 2/3-1/3? forse che il sangue dei bambini palestinesi è più rosso di quello dei bambini israeliani?
b. sono decenni che lo Stato d’Israele è sotto attacco non solo dagli antisionisti-antisemiti, non solo dai fanatici integralisti, non solo dai maomettani, non solo dalle deplorevoli sinistre o ex.sinistre tuttora nostalgiche dell’antifascismo (ma mai critiche verso i misfatti del comunismo), ma soprattutto dai massmedia mondiali, e voi cosa fate? aspettate proprio questo momento, in cui i nostri eroici soldati stanno difendendo i cittadini dello Stato di Israele dalla ben nota pioggia di razzi con una guerra difficile, che metterà in pericolo le loro vite, una guerra giusta, legittima anche per il diritto internazionale, VOI ASPETTATE PROPRIO QUESTO MOMENTO per fare dichiarazioni buoniste, dello stile che si addice quasi a quel notorio antisionista di D’Alema (AH, L’EQUIDISTANZA!!!), INVECE DI PRENDERE, semmai, CHIARA E NETTA POSIZIONE NEI CONFRONTI DEGLI OPPRESSI E DELLE VITTIME DEL TERRORISMO E DELLA GUERRA DA PARTE DI HAMAS E DI CHI NON RICONOSCE NEPPURE IL DIRITTO ALL’ESISTENZA DELLO STATO DI ISRAELE.
6. Ho l’impressione che Riccardo Pacifici e Renzo Gattegna, nella migliore delle ipotesi, non abbiano pensato, prima di parlare. Nella peggiore delle ipotesi, soffrono della nota sindrome della degerazione, empiricamente riscontrata in molti amministratori e rappresentanti ebrei (ma non solo ebrei), che quando ricoprono le loro carche troppo a lungo, si vede che gli si restringe il cervello.
7. Ho una lista lunga così di cose da dire sulle inefficienze del CER e dell’UCEI in particolare, ma, siccome non posso passare il mio tempo in queste pietose questioni, la rimando a altra occasione.
8. In conclusione: vi consiglio di dimettervi, se avete ancora un barlume di coscienza.
David Nizza (Ex Preside delle Scuole della Comunità Ebraica di Milano)