Intervento di Piero Terracina all’Assemblea ANED di Trieste
Reduce della Shoà – Dalla newsletter Sinistra per Israele
Lo spunto per il mio intervento mi è venuto da due episodi recenti che voglio raccontarvi. Una mia amica, la dottoressa Joanna Arbib, ne faccio il nome perché mi ha autorizzato, molto nota tra l’ebraismo italiano essendo presidente di un importante ente ebraico aveva conosciuto un attore di cinema e di televisione, anche lui abbastanza noto , il quale un giorno l’ha invitata a casa sua insieme al marito e ad altri conoscenti, una quarantina di persone.
La discussione ad un certo punto è andata su Israele, su Sharon, sul muro e si è
animata. Il padrone di casa ha allora chiesto alla signora Arbib. “ma lei
perché se la prende tanto a difendere Israele”. E lei: “semplice, perché sono
ebrea”. E lui: “quella è la porta, esca subito, non voglio ebrei in casa mia”.
Il fatto in se stesso non è grave perché ognuno a casa propria può ricevere o
non ricevere chi vuole. Il fatto grave, secondo me, è che nessuno abbia
protestato, se non altro per il modo, che nessuno si sia alzato e se ne sia
andato,nessuno che abbia fatto poi una telefonata di solidarietà.
L’indifferenza totale. La stessa indifferenza del 1938 quando furono emanate le
leggi razziali .
Quanti furono allora gli italiani che protestarono? Pochi, molto pochi,
troppo pochi. Si parla oggi di alcuni intellettuali: Benedetto Croce, Piero
Calamandrei, l’editore Laterza, ma gli altri dove erano?
Il secondo episodio è accaduto a me : un antipatico scambio di
idee -chiamiamolo così- con un amico, e certamente lo è, per metà di origine
ebraica, che certamente non è antisemita anche per le sue origini, che stimo, il
quale nella discussione, forse perché voleva colpirmi in un punto in cui sa che
sono particolarmente sensibile, ha tirato fuori tutti gli stereotipi antisemiti
come in un libello fascista sia pure mascherati dalla frase “se fossi antisemita
direi”… La diatriba si è ricomposta, c’era stato un malinteso che abbiamo
chiarito, ci siamo stretti la mano e amici come prima. Ma, ma, un po’ di amaro in bocca resta.
Evidentemente in ogni individuo c’è la scintilla dell’antisemitismo pronta
ad accendersi che può dar luogo ad un fuocherello che si spegne subito come nel
caso che vi ho detto ma che può anche generare un incendio di
proporzioni disastrose particolarmente quando i focolai sono tanti.
E qui da noi in Italia di focolai dell’antisemitismo ce ne sono tanti, non
esclusi nella nostra Associazione. Con questo non voglio dire che la nostra
associazione sia antisemita, ma che ci siano degli antisemiti tra noi è un fatto
certo.
Non posso dimenticare gli episodi di Prato, di Rimini, di Bolzano. I fatti
in se stessi non furono gravi perché di cretini ne esistono dappertutto e
sarebbe strano che non ne esistessero anche tra noi. Quello che mi preoccupa è
il fatto che nelle conclusioni tratte alla fine dei lavori questi
comportamenti non furono sufficientemente stigmatizzati. A scusante mi è stato
detto : non si può dare importanza a delle cretinate, anzi sarebbe peggio. Beh!
Forse per qualcuno si può trattare di argomento di poca importanza, di una
cretinata, ma certamente non per me che in altra epoca, altre “cretinate” mi
hanno portato nell’abisso di Auschwitz dove ho perso tutta la mia famiglia.
Noi ebrei ci sentiamo e siamo cittadini italiani a pieno titolo. Abbiamo
alle spalle ventidue secoli di storia italiana e credo che in questi
ventidue secoli gli ebrei abbiano dato un notevole contributo alla civiltà
ed al progresso del nostro paese. La nostra cultura è italiana e la nostra
lingua è soltanto l’italiano.
Dopo questo preambolo credo che sia opportuno da parte mia che esponga
chiaramente il mio pensiero; io sono sionista e non potrebbe essere diversamente
e quindi non posso non essere favorevole all’esistenza dello Stato di Israele
perché questo significa per me essere sionisti. Essere antisionisti significa
voler negare al popolo ebraico quanto viene riconosciuto e garantito ad ogni
altro popolo: il diritto di esistere nel proprio stato ed il diritto di
difendere i propri cittadini. Dopo questa affermazione che certamente non vi ha
sorpreso desidero spendere qualche parola sulla situazione dell’antisemitismo e
dell’antisionismo (uno è la conseguenza dell’altro) in atto ora in Europa e
soffermarmi particolarmente sulla situazione esistente nel nostro Paese. Certo,
sono consapevole che il mio compito non è affatto facile; gli stereotipi
antisemiti sono sempre tanti e sono sempre quelli che tutti conosciamo e sono
ben radicati: da quelli di matrice cattolica che persistono tutti, a quelli
della destra fascista e negazionista della Shoà, alla favola del “capitalismo
ebraico” in sostanza “il complotto degli ebrei diabolici che vogliono asservire
il mondo”, lo stesso dei “Protocolli degli anziani di Sion” che mai ha avuto
tanta diffusione in Europa come adesso compresa l’Italia. Lo trovate in vendita
in molte librerie e nelle bancarelle allestite da vari partiti in occasione di
assemblee, congressi e riunioni varie, magari nascosto sotto il banco.
A tutto questo si è aggiunto, ed è per noi ebrei il più doloroso, quello che
Fiamma Nirenstein ha chiamato “l’antisemitismo progressista” che vorrebbe
mascherare l’antisemitismo con l’antisionismo. Sappiate allora che Israele è per
noi ebrei l’assicurazione sulla vita. Se lo stato di Israele fosse stato
proclamato alla fine degli anni trenta anziché alla fine degli anni quaranta, ne
sono certo, la Shoà non ci sarebbe stata. Avremmo avuto una terra che ci avrebbe
accolto quando tutto il mondo ci respingeva come sta accadendo adesso con gli
extracomunitari, anche quelli che chiedono asilo perché provengono da terre
martoriate da guerre e genocidi.
Ancora oggi c’è la stessa indifferenza di allora.
A differenza di quanto accaduto in Francia e in Belgio, in Italia le
aggressioni antisemite si sono per ora limitate all’insulto verbale, ai
graffiti e così via e speriamo che rimangano tali. Dopo l’attacco alle Torri
Gemelle si pensava che ci sarebbe stata un’inversione di tendenza e si
temeva un’ondata di antiislamismo. Invece, chissà per quale tortuoso
ragionamento, si e rafforzato l’antiebraismo. Quindi è proseguito
l’atteggiamento iniziato con la seconda intifada e c’è stato un crescendo,
nella stampa e nei resoconti televisivi, di attacchi che contengono non solo
stereotipi antiisraeliani ma anche direttamente, senza prerifrasi,
antisemiti che vengono utilizzati come sinonimo nello stesso contesto, e
questo da parte di cittadini italiani perché mi sembra che nessun attacco,
anche verbale, sia venuto dall’ambiente della comunità musulmana come accaduto
invece in Francia, nei Paesi Bassi ed in Belgio.
Tutto questo è apparso particolarmente evidente con la questione di Betlemme e
della Chiesa della Natività in cui si è assistito, da parte di molti media ad un
linguaggio ambiguo e potenzialmente molto pericoloso come rilevato anche dal
rapporto sull’antisemitismo in Italia della Technische Universitat di Berlino
che ogni anno pubblica un rapporto sul razzismo, da cui ho tratto alcuni dati
del mio intervento.
In quel periodo ci sono state molte dimostrazioni antiebraiche e
antiisraeliane. Posso citare il congresso nazionale del partito di
Rifondazione Comunista che in apertura ha mostrato un filmato con un bambino
palestinese invano protetto dal padre nel corso di una sparatoria lasciando
intuire che il bambino è stato ucciso da soldati israeliani (cosa assolutamente
non provata), con un fermo immagine proiettato insieme ad una scena del film
Roma città aperta che mostra una SS che spara all’attrice Anna Magnani con una
mitragliatrice.
Durante lo sciopero generale de 16 aprile 2002 e le relative dimostrazioni di
piazza e nelle celebrazioni del 25 aprile 2002 i sentimenti filopalestinesi
hanno avuto il sopravvento sulle questioni sindacali o sulla ricorrenza storica.
Numerose erano le bandiere palestinesi, numerosi cartelloni nei quali si leggeva
: “Stato di Israele – Stato di assassini” “Sionisti e fascisti siete
terroristi”Olocausto? no grazie. Palestina libera” “Olocausto palestinese,
Europa dove sei?” “Intifada fino alla vittoria”. Altri cartelli hanno assimilato
la stella di David alla svastica Molti manifestanti portavano la kefià, altri, a
Roma, si erano travestiti da attentatori suicidi con la finta cintura esplosiva,
come se l’uccisione di cittadini inermi su un autobus, in una pizzeria o in una
discoteca fosse da sostenere. Ma forse sì, se si tratta di ebrei.
L’organo di Rifondazione Comunista “Liberazione”esce con un titolo :A
Betlemme muore Dio- e con questo vuole ricordare gli “ebrei deicidi”e
l’Osservatore Romano sempre nei giorni dell’assedio alla Basilica gli fa eco
ricordando che Israele con la “scusa del terrorismo vuole profanare con il ferro
e con il fuoco la Terra del Risorto” Il giornale La Stampa pubblicò in prima
pagina una vignetta di Giorgio Forattini a commento dell’occupazione di
Betlemme. In essa Gesù Bambino alla vista di un tank israeliano si chiede: mi
uccideranno una seconda volta? ripresentando così l’accusa di deicidio di triste memoria che tanto dolore
fino alla Shoà ha causato agli ebrei d’Europa, accusa che dopo tanti secoli era
stata cancellata dal Concilio Vaticano Secondo. Come potete notare i titoli di
Liberazione dell’Osservatore Romano e la vignetta di Forattini avevano un solo
ed unico scopo: aizzare l’antiebraismo ed è andata bene che in Italia non ci
siano stati atti di violenza ed attacchi alle Sinagoghe. E’ lo stesso sistema
usato nell’Europa centro orientale dall’800 fino alla Shoà per fomentare i
pogrom. Oltre ai giornali, le televisioni, le agenzie di stampa e in particolare
l’Ansa che distorce sistematicamente i fatti a favore dei terroristi palestinesi
anche quando i morti sono civili israeliani, e di questo sono in possesso di un
vasto dossier. Ci sono poi innumerevoli siti internet di tutte le tendenze che
incitano all’odio contro gli ebrei; l’ultimo, in ordine di tempo è “Indymedia”
che consiglia la lettura dei Savi Anziani di Sion.
Potrei portare altri esempi ma non vado oltre, e a questo punto desidero
porre alcuni interrogativi. Vorrei mettere in evidenza la politica della
sinistra italiana (vedi Morgantini, Diliberto, Bertinotti e perché no anche
D’Alema) e delle organizzazioni no global che per la verità non mi sembra
proprio che abbiano qualcosa di sinistra perché coloro che prediligono la
violenza al confronto e al dialogo io li chiamo fascisti. Se Israele accettasse
soltanto una minima parte delle loro richieste cesserebbe di esistere e con
Israele cesserebbero di esistere anche gli ebrei. Sarebbe il completamento
dell’opera iniziata da Hitler. Non si tiene in nessun conto che Israele è
l’unica democrazia del medio oriente che potrebbe essere modello anche di
sviluppo per gli altri stati della regione. Non si tiene conto che la
popolazione israeliana è stata martoriata dal terrorismo palestinese finanziato
dai soldi delle N.U. e dell’Europa che dovrebbero servire come aiuti umanitari.
Si attacca Israele per la costruzione del “muro” che è muro per 140
chilometri su 600 e per il resto è una barriera di filo spinato. Perché si è
fatto tanto clamore? I muri sono sempre esistiti: la Bibbia parla delle mura di
Gerico, Roma ha due cinte di mura: le mura Serviane interne e le mura Aureliane
più esterne perché la città nel frattempo si era ingrandita. E la Muraglia
Cinese? Perché erano state costruite queste mura se non per difesa. E nel
medioevo tutte le città erano cinte da mura di difesa. E per venire ai nostri
tempi, pensate che esista soltanto il muro costruito da Israele?
Perché nessuno parla del muro di Belfast che divide in due la città e che in
qualche caso divide in due anche una stessa abitazione. E a Cipro dove il muro
divide in due l’isola da est ad ovest? Perché nessuno ha mai detto niente?
Nessuno ha notato che da quando in Israele è stato costruito il cosiddetto muro,
ma il nome più appropriato sarebbe “barriera antiterrorismo”, gli attentati
terroristici e in proporzione i morti sono diminuiti drasticamente.
Nel 2002 furono uccisi dai terroristi palestinesi 450 israeliani. Nel 2003
quando la barriera era stata costruita soltanto parzialmente il numero delle
vittime è stato di 213. Le vittime erano diminuite ma si trattava sempre di un
numero enorme. In proporzione alla popolazione sarebbe stato come se in Italia
avessimo avuto 2130 morti per terrorismo nell’anno in cui i morti per atti
terroristici erano diminuiti a meno della metà rispetto all’anno precedente. Nel
primo semestre del 2004 con la barriera non ancora completata c’è stata una
diminuzione del 95% di morti. Non si tratta di numeri ma di vite umane ed è
molto importante e va considerato che non ci sono state vittime tra i palestinesi.
Possibile che si plaude alla sentenza ignominiosa della Corte Internazionale
dell’Aia del 9 luglio di quest’anno, secondo cui Israele non ha diritto di
difendersi contro le migliaia di attacchi terroristici tentati o portati a
termine degli ultimi quattro anni, senza fare cenno ai motivi che hanno portato
alla costruzione della barriera di difesa, ma nessuno solleva la questione
quando la Siria e l’Iran, che fanno parte dell’O.N.U. rivolgono minacce di
distruzione a Israele che pure è membro delle Nazioni Unite. Certo il “muro”
crea disagi e divisioni e sarebbe meglio se non ci fosse ma soltanto nel caso in
cui non esistessero più atti di terrorismo. Meglio il muro che un solo innocente
morto. Comunque credo che sia rilevante il fatto che in Israele c’è stata una
Corte di Giustizia che ha obbligato il Ministero della Difesa a variare il
tracciato di 30 chilometri del muro già costruito perché penetrava troppo in
Cisgiordania dividendo alcuni villaggi palestinesi. Non so se esistano altri
esempi al mondo di stati in guerra (perché la lotta al terrorismo è una guerra
che Israele subisce) che accolgono una sentenza del tribunale. Se si arriverà ad
una pace certa tutto potrà essere rivisto, tutti i muri potranno essere
abbattuti. Non vedo perché, come ci sono nello Stato d’Israele città e villaggi
completamente abitati da palestinesi, non potranno esserci in uno stato
palestinese villaggi abitati da ebrei. Sarebbe bello e ancora meglio sarebbe se
un giorno potrà esserci una federazione di stati Israelo/Palestinese dove tutti
possano vivere in pace e tranquillità. Questo è il mio auspicio. E pensare che
nel 2000 alla fine della presidenza Clinton sembrava che la pace fosse
raggiunta. Poi all’ultimo momento Arafat si tirò indietro e fu irremovibile.
Barach rientrò in Israele piangendo e dette subito le dimissioni da capo del
governo. Arafat rientrò sorridente, con le dita a V in segno di vittoria
osannato da tutta la popolazione.
Ho ritenuto opportuno esprimere chiaramente il mio pensiero a questa
assemblea perché sono sempre stato legato alla sinistra italiana che oggi invece
sento ostile nei confronti del popolo cui appartengo. Sono sempre stato legato
alla sinistra perché oltre ad essere vicina al mio modo di pensare era
avversaria del fascismo che è stato la causa dei terribili fatti che ho vissuto.
E’ stato detto:”dopo Auschwitz non è più possibile essere antisemiti in modo
innocente” ed è così. Oggi vedo con dolore che gli estremi si toccano, il
cerchio si è chiuso. Per me non c’è alcuna differenza tra l’antisemitismo, che
qualcuno si ostinerà a chiamare antisionismo, di destra e di sinistra. Mi sento
tradito. Non accetto coloro ai quali sta bene l’ebreo succube, l’ebreo della
Shoà, l’ebreo morto. Non mi sta bene quando il 16 ottobre a Roma o il 27 gennaio
nel “Giorno della Memoria” tutti si accodano dietro agli striscioni con la
scritta “Mai Più” e poi plaudono a quelli che ancora vogliono gli ebrei morti.
Voglio che i miei amici, i miei compagni, accettino gli ebrei che si difendono,
che difendono la propria identità e il proprio diritto all’esistenza. Ho finito.
(settembre 2004)
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