Israele, finisce in carcere l’ex rabbino capo Yona Metzger con l’accusa di aver preso tangenti. IN passato era stato indagato per essere stato ospite gratuito di un albergo sotto la sua certificazione
TEL AVIV – È scandalo ai vertici della massima istituzione religiosa dell’ebraismo in Israele. Dopo un primo fermo, seppure ai domiciliari, nel giugno scorso, è finito oggi in carcere l’influente ex rabbino capo askenazita del Paese, Yona Metzger, con l’infamante accusa di aver intascato tangenti. I capi d’imputazione sono gravi: corruzione, riciclaggio di denaro, ostruzione della giustizia, frode e altri reati, tutti commessi – secondo gli inquirenti, citati dai media – durante i dieci anni del suo incarico, protrattosi dall’aprile del 2003 a pochi mesi fa.
La polizia sospetta che Metzger abbia accettato bustarelle e benefici da varie associazioni no profit, in cambio di favori. Anche il giro di denaro appare importante: gli investigatori parlano di milioni di shekel. La squadra antifrodi – ha ricostruito Haaretz – ha investigato su Metzger per molti mesi ed infine si è decisa per l’arresto visto che le indagini hanno fatto significativi progressi con «rilevanti prove» a sostegno dei sospetti.
Inoltre, la polizia ha maturato anche la convinzioni che in questi mesi, l’ex rabbino capo abbia tentato di corrompere i testimoni e di intralciare platealmente le indagini in corso. Insomma un quadro giudiziario che ha convinto le autorità a procedere con l’incarcerazione e chiedere ai giudici di convalidare la detenzione cautelare per almeno 10 giorni. L’inchiesta attuale prende le mosse da quella del giugno scorso, quando Metzger fu interrogato per dieci ore e sottoposto ai domiciliari per 5 giorni.
Il rabbino, per bocca del suo legale, difese la propria innocenza e si disse «stupefatto» di trovarsi coinvolto nella vicenda. Metzger – che anche giudice (‘dayan’) del Tribunale supremo rabbinico, le cui sentenze possono avere anche effetti civili in Israele – era in quel momento nelle settimane conclusive del suo mandato come rabbino capo e immediatamente si autosospese da diverse sue mansioni, ma senza dimettersi.
I media israeliani notano del resto che già nel 2005 l’autorevole dignitario religioso fu messo sotto inchiesta per il sospetto di aver ricevuto presunti favori da alberghi di Gerusalemme. Il procuratore incaricato di quella inchiesta, tuttavia, non ritenne allora che ci fossero prove sufficienti per arrivare in tribunale. Nonostante questo, il magistrato richiamò il rabbino capo a responsabilità quanto meno deontologiche per le sue azioni, invitandolo a trarne le dovute conseguenze e sollecitandone l’esonero. Ma una sezione del Rabbinato Centrale, investita del problema, – scrive ancora Haaretz, ricordando altri episodi controversi del curriculum dell’ex rabbino capo – chiuse il caso nel 2008 lasciando Metzger tranquillamente al suo posto. Una decisione che, alla luce del clamoroso arresto di oggi, rischia di rivelarsi imbarazzante per l’establishment religioso dell’ebraismo israeliano.
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