Barukh Dayan Haemet: Ci ha lasciato in Israele Rav Yehuda Amital, 85 anni, colonna del sionismo religioso, ideologo delle Yeshivot Hesder che uniscono il servizio militare allo studio, fondatore del partito religioso moderato Meimad, ex-ministro del governo israeliano.
Smentita: I rabbini Scialom Bahbout e Gianfranco Di Segni smentiscono che Rav Birnbaum abbia mai affermato di essere d’accordo a celebrare una cena di natale in comunità, così come riportato da Kolòt il 1/7/2010. Qui il testo completo.
Numeri 30-2/32-42
Mattòt
Mosè parlò ai capi delle tribù dei figli d’Israele:
“Questo è ciò che il Signore ha comandato:
Alla propria parola dovrà rimaner fedele
chi un voto o un giuramento ha pronunciato.
Se una donna un voto al Signore farà
e si obbligherà a qualche privazione
in casa di suo padre ed in giovane età,
se suo padre ha udito il voto o la proibizione
che lei si è imposta, e ha taciuto,
ogni voto di lei valore avrà.
Ma se il padre glielo vieta quando l’ha saputo,
non varrà più e il Signore la perdonerà.
La stessa cosa se lei si è sposata
avendo fatto una rinuncia in precedenza,
se poi il marito gliel’avrà vietata
quando ne sia venuto a conoscenza.
La rinuncia di una vedova o divorziata,
avrà per lei sempre validità.
Se un marito la vieta dopo averla, tacendo, ratificata,
il peso del peccato su di lui ricadrà.”
Il Signore a Mosè: “I figli d’Israele devi vendicare
sui Medianiti, poi ai tuoi padri ti potrai riunire.”
Mosè al popolo: “Alle armi dovete chiamare
gli uomini per l’esercito che deve partire,
per compiere su Midian la vendetta del Signore:
mille per tribù, per tutte le tribù d’Israele che ci sono.”
Mosè mandò dodicimila armati con, come accompagnatore,
Pinechas con gli oggetti sacri e le trombe per il suono.
Marciarono contro Midian e tutti i maschi vennero ammazzati.
Uccisero anche i cinque re di Midian e Bil’am con la spada.
Le donne, i bambini e tutto il loro bestiame furono catturati
ed incendiarono tutte le fortezze ed ogni contrada.
Poi condussero i prigionieri, la preda e il bottino
a tutta la comunità dei figli d’Israele, a El’azar ed a Mosè,
all’accampamento sul Giordano, a Gerico vicino.
Mosè si adirò con i capi: “Avete tenuto in vita le donne. Perché?
Proprio loro i figli d’Israele hanno sedotto,
nella vicenda di Pe’or, verso il Signore all’infedeltà,
per cui il flagello nella comunità è stato indotto.
Ora ogni donna che si è unita con un uomo si ucciderà,
tenendo in vita per voi quelle che rapporti non hanno avuto.
Per sette giorni fuori dal campo rimarrete;
se avete ucciso una persona o toccato un caduto,
i vestiti ed ogni oggetto di pelle o di legno purificherete.”
El’azar, il sacerdote, agli uomini dalla guerra tornati:
“Questa è la norma che il Sgnore a Mosè ha comandato:
l’oro, l’argento, il piombo e il ferro per il fuoco sian passati
e poi con l’acqua ogni oggetto venga purificato.
Ciò che per il fuoco non può essere passato,
nell’acqua di purificazione lo immergerete.
Ogni vostro abito nel settimo giorno verrà lavato:
diverrete puri e nell’accampamento rientrerete.”
Il Signore a Mosè: “Tu, El’azar e i capi di ogni casato
fate il calcolo dei prigionieri e del bottino pervenuto.
Per metà, a quelli usciti in guerra sarà dato
e il resto alla comunità. Preleverete un tributo
di una parte su cinquecento per il Signore,
da ciò che ai combattenti verrà dato
e di una su cinquanta per i Leviti che hanno a cuore
il Tabernacolo, di quanto ai figli d’Israele sarà toccato.”
Vien poi qui di seguito tenuto
il conto di tutto ciò che fu dato
fra asini, bestiame grosso e minuto
e donne che con i maschi non avevano coabitato.
I comandanti dell’esercito a Mosè:
“Non manca neppure uno dei soldati;
portiamo al Signore tutti gli ori trovati, affinchè
come riscatto per le nostre persone siano presentati.”
Mosè ed El’azar presero l’oro ed ogni oggetto lavorato;
sedicimilasettecentocinquanta sicli di peso:
nella tenda della radunanza tutto fu portato,
per i figli d’Israele come memoriale preso.
I figli di Ruben e di Gad per il loro bestiame numeroso
chiesero a Mosè, nella terra sottomessa di restare,
luogo adatto alle bestie perché molto erboso,
senza dover il Giordano attraversare.
Mosè rispose: “Perché volete che sia scoraggiato
il popolo d’Israele dall’andare
nella terra che il Signore ha donato?
Così i vostri padri hanno voluto fare
quando li mandai a esplorare il paese
e quando i figli d’Israele non vollero entrare,
in quel giorno l’ira del Signore si accese
e per quarant’anni nel deserto li fece vagare,
fino all’estinzione dell’intera generazione,
che agli occhi del Signore aveva agito male.
Voi ora con la vostra opposizione
volete che la Sua ira torni attuale?
Egli continuerà a lasciarli nel deserto
e tutto il popolo sarà rovinato.”
Risposero: “Non lo vogliamo di certo!
Dopo che il bestiame e i bambini qui avremo lasciato,
coi figli d’Israele noi armati marceremo
fino al luogo che è stato a loro destinato
e alle nostre abitazioni ritorneremo,
solo quando ciascuno il proprio retaggio avrà ereditato.
Noi al di là del Giordano, nulla riceveremo in proprietà,
perché la nostra eredità a oriente ci è già toccata.”
Mosè disse loro: “Se così si farà,
questa terra in vostro retaggio sarà data,
ma sappiate che il castigo vi raggiungerà senza ritardo,
se in questo modo non vi sarete comportati.”
Mosè diede a El’azar e a Giosuè istruzioni al riguardo.
Poi i nomi delle città assegnate furono cambiati.
Numeri 33-1/36-13
Mas’è
Tutti i luoghi vengono qui elencati
in cui i figli d’Israele sono andati,
usciti dall’Egitto, da Mosè ed Aron guidati.
Per ordine del Signore, Mosè li ha registrati.
Dal giorno dopo Pèsach, quando da Raamsès furon partiti
trionfalmente, con gli Egiziani che li guardavano
mentre i loro primogeniti vanivan seppelliti,
fino a quando nella pianura di Moav si accamparono.
Nella pianura di Moav il Signore a Mosè ha parlato:
“Ai figli d’Israele devi dire:
“Quando il Giordano avrete attraversato,
nella terra di Canaan per confluire,
tutti gli abitanti del paese saran da voi scacciati;
le loro pietre scolpite voi distruggerete
e gli idoli di metallo e i loro luoghi consacrati.
Ho destinato a voi quel paese e vi risiederete.
Fra le vostre famiglie, a sorte la terra dividerete.
Alle famiglie più numerose, un possesso maggiore verrà dato,
a quelle meno numerose, un retaggio minore assegnerete.
Ognuno avrà il possesso di ciò che in sorte gli sarà toccato.
Ma se gli abitanti del paese scacciati non saranno,
quelli tra loro cui permetterete di restare,
per voi come aculei negli occhi e spine nei fianchi saranno.
Allora farò a voi ciò che pensavo a loro di fare.”
Il Signore a Mosè poi i confini ha indicato
della terra di Canaan che sarebbe loro giunta in eredità.
Mosè: “Questo è il paese che, come il Signore ha comandato,
alle nove tribù e mezzo in sorte si darà.
Le tribù di Ruben e di Gad, la loro eredità,
come la metà della tribù di Manasse,
sulla riva orientale del Giordano hanno avuto già.”
Il Signore ha poi indicato chi della spartizione si occupasse.
Il Signore a Mosè: “Ordina che ai Leviti siano offerti
dai figli d’Israele, città da abitare
e attorno alle città terreni aperti,
dove il bestiame e i loro beni potranno stare.
I terreni per mille cubiti si estenderanno
e fuori delle città, per duemila cubiti dai quattro lati.
Fra le città, sei di asilo per l’omicida saranno
ed altre quarantadue con i terreni correlati.
Ogni tribù dovrà darne ai Leviti
chi più, chi meno, in proporzione dei suoi possessi.”
Il Signore a Mosè: “Nella terra di Canaan risaliti,
dovrete predisporre città quali recessi,
dove chi ha ucciso per errore si possa rifugiare
da un parente che si volesse vendicare,
affinchè l’omicida non si possa ammazzare
prima che il tribunale lo abbia potuto giudicare.
Tre di queste città al di qua del Giordano verranno assegnate
ed altre tre nella terra di Canaan, come rifugio deputate.”
Le differenze vengono poi indicate
fra le uccisioni involontarie e premeditate,
con tutte le relative prescrizioni,
norme giuridiche di generazione in generazione.
“Solo se ci sono testimoni si condanneranno le azioni,
ma per mettere a morte non basta un solo testimone.
Per la vita di un omicida, riscatto non accetterete,
perché egli dovrà essere giustiziato
e dalla città di rifugio di uscir non gli permetterete,
fino alla morte del sacerdote unto con l’olio consacrato.
Non contaminate il paese della vostra abitazione,
perché il sangue che vi è stato versato con fiele,
solo col sangue di chi l’ha sparso può avere espiazione:
ed Io, il Signore, dimoro in mezzo ai figli d’Israele.”
I capi dei casati dalle famiglie di Giuseppe discendenti,
posero il quesito a Mosè e agli altri capi dei casati
a proposito dei comandamenti
che i terreni in eredità, in sorte venissero dati.
“Se la proprietà di Tselofchad alle sue figlie sarà data,
se un membro di un’altra tribù sposeranno,
la loro parte dal possesso dei nostri padri verrà levata
e aggiunta alla tribù alla quale apparterranno.”
Mosè su ordine del Signore, a ciò relativamente:
“I figli della tribù di Giuseppe dicono il giusto.
Purchè il marito sia alla tribù paterna appartenente,
le figlie di Tselofchad potranno sceglierlo a loro gusto.
Il possesso di una tribù, ad un’altra non dovrà essere passato,
il retaggio di ogni tribù dei figli d’Israele non si toglie.”
Le figlie di Tselofchad fecero come il Signore aveva comandato
e ciascuna di loro di un cugino paterno divenne moglie.
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