La parashà inizia con una mizvà particolare che è quella di censire il popolo ebraico attraverso l’offerta da parte degli uomini che hanno compiuto il ventesimo anno di età, di offrire mezzo siclo d’argento.
L’insegnamento della Torà, riguardo questo modo di fare, è quello che il popolo di Israele non si può contare; per questo motivo ci viene comandato di portare un oggetto, in modo che si possa contare la somma degli oggetti al posto di chi invece li porta.
Il mezzo siclo invece, è l’offerta obbligatoria che ogni uomo ebreo doveva portare; un’offerta uguale per tutti: ricchi e poveri.
La Torà, sottolinea infatti che il ricco non poteva aumentare l’offerta, né il povero poteva diminuirla, nessuno poteva o doveva offrire di sua volontà, ma tutti secondo l’ordine divino.
Alcuni commentatori si chiedono il motivo del mezzo siclo e perché non uno intero; a questa domanda si risponde dicendo che, in mezzo al popolo ebraico non esiste un uomo o una donna che non abbia bisogno del suo prossimo:
Ognuno deve pensare di avere qualcuno vicino che, nel momento del bisogno possa sostenerlo.
Ogni ebreo è dipendente da suo fratello e ne è responsabile delle sue azioni; non ci si può alienare da questa sorte, da questo destino:
Israel arevim ze la ze – ogni ebreo è garante dell’altro, tuonano i nostri maestri, esortandoci a vivere una vita sociale ebraica degna del nome che portiamo e del popolo a cui facciamo parte.
Ognuno ha una grossa responsabilità nei confronti del suo prossimo, ma soprattutto nei confronti del suo popolo, tenendo sempre bene a mente che se D-o ne guardi, accada qualcosa al proprio popolo, deve guardare nel suo intimo se qualcosa è stato fatto di male.
Tutto ciò è quello che accadde, nell’episodio narrato sempre nella parashà in questione, del vitello d’oro, in cui una piccola parte del popolo, chiese di costruire un idolo per poi fare atti di adorazione, la colpa ricadde su tutto il popolo, anche su chi invece si era mantenuto legato alla sua tradizione.
Soltanto nel momento in cui avviene una teshuvà collettiva e seria, si può pensare di recuperare il rapporto con la divinità, con se stessi e quindi anche cercare di intercedere, come fece Mosè per il popolo di Israele, verso il Signore Iddio, fino ad ottenere il perdono.
Shabbat shalom