In queste settimane che vanno dall’uscita del capo mese di Elul, fino alla vigilia di Jom Kippur (escluso lo shabbat), vengono recitate tutte le notti le “selichot”.Esse sono delle preghiere particolari, che iniziano a notte fonda e terminano quando inizia ad albeggiare, che contengono delle suppliche in cui si chiede al Signore Iddio di mandarci tutto ciò che ci è indispensabile per la nostra vita, nell’anno che sta per entrare, sia materialmente che “spiritualmente”.Qualche anno fa ho trovato un libretto manoscritto, appartenente alla Comunità Ebraica di Roma, di qualche secolo fa, in cui sono contenute le Selichot, in modo abbreviato; un sunto di esse, che si usano recitare a Roma, la sera dopo la preghiera di Arvit.
Il frontespizio riporta la scritta che dice:“RITUALE IN USO DEGLI EBREI DELLA SCOLA CASTIGLIANA, CHE SI USA RECITARE DALL’USCITA DEL CAPO MESE DI ELUL FINO ALLA VIGILIA DI KIPPUR, DOPO ARVIT” e subito come sottotitolo è scritto: “si suona lo shofar e poi si inizia la lettura”.Tutto questo potrebbe andar bene se fosse stato scritto che questo formulario si doveva recitare dalla mezzanotte in avanti e non dopo Arvit, in quanto secondo alcune opinioni, controverse, il “viddui” – la confessione delle colpe (contenuto in esso), non si può recitare la sera, dall’imbrunire fino alla mezza notte.Fatto sta che a distanza di secoli e secoli, ancora secondo l’uso degli ebrei romani, questo tipo di selichot, vengono recitate la sera, dopo arvit, per coloro che non possono partecipare a quelle della mattina presto alle ore 5.La cosa però più curiosa che ho trovato scritta nel manoscritto è una parte di una selichà che dice le seguenti suppliche:“rachamanà ten be lev ha pifior, uvlev col sarav, joazzav u manhigav, rachamaniut le hetiv elenu”(misericordioso concedi al cuore del papa, dei suoi consiglieri, dei suoi organizzatori la misericordia di farci del bene).E’ una cosa che lascia sbigottiti e che soltanto forse gli ebrei romani conoscevano quanto fosse malvagio il potere spirituale, che vivevano, oltre che come ogni ebreo, anche da molto vicino.Forse, in quel caso allora, non avevano tutti i torti di rivolgersi al Signore, una volta in più del dovuto, anche se contro alcune correnti di halakhà.Per fortuna che dopo il 1870, quel versetto è stato coperto a mo’ di cancellazione!
Shabbat shalom