Il parto
«Il Signore parlò a Mosè, dicendogli così: ‘Parla ai figli d’Israele, dicendo loro così: ‘Quando una donna prolificherà e genererà un maschio, sarà impura per sette giorni… E quando saranno trascorsi i giorni della sua purificazione per un figlio o per una figlia, porterà un agnello di un anno per olocausto e un colombo giovane o una tortora per Chattàt, presso la porta della radunanza, al sacerdote.».
Levitico 12, 1-6
R. Levì disse: «Di solito se una persona affida riservatamente un portamonete ad un tale e questo gli restituisce apertamente una libbra d’oro, costui non gli ha usato un beneficio?
Così avviene con il Santo Benedetto: le creature gli affidano riservatamente una goccia maleodorante ed Egli restituisce loro delle creature integre e buone; questo non è forse degno di lode?».
Rabbì Levì inoltre soggiunge: «Di solito se un uomo è chiuso in prigionia e nessuno provvede a lui viene un tale lo libera facendolo uscire di là, non deve forse quello essergli debitore?
Altrettanto avviene per il bimbo che è posto nell’alvo materno, Dio lo libera facendolo uscire (alla luce), non è questo degno di lode?
Rabbì Abbà, figlio di Cahana, disse: «di solito se un uomo prende un portamonete e lo mette con l’apertura all’ingiù, le monete forse non cadono giù e non si spargono? Così il bambino è nelle viscere della madre, Iddio lo protegge affinché non cada e muoia; non è questo degno di lode?».
Rabbì Abbà, figlio di Cahana, disse ancora: «Di solito la bestia cammina, si accovaccia e il nascituro è dentro i suoi visceri come in un sacco, mentre la donna cammina diritta e il bambino è posto nei suoi visceri e Iddio lo conserva affinché non cada e muoia».
Vayikrà Rabbà, Tazrìa 14
«Quando una donna prolificherà» come è scritto (Giobbe, 14 1): «L’uomo nasce dalla donna». Un uomo vede una bella colonna; dice: «Quanto è bella questa colonna e quanto è pregiata!». E il compagno gli risponde: «Di questa colonna ti meravigli? Se tu avessi visto lo scavo da cui è stata tratta, ti saresti meravigliato ancor di più».
E così un uomo vede un grande soffitto di legno e si meraviglia e il compagno gli dice: «Se tu avessi visto l’albero da cui è stato preso, ti saresti meravigliato ancor di più!».
E se uno vede un uomo bello e degno di lode, con il ciuffo e i riccioli e lo loda, il compagno gli dice: «Questo tu lodi? Se tu avessi visto da quale cosa impura e sporca egli deriva, non avresti parlato». Vediamo come la pietra, l’albero sono più belli dell’uomo; infatti Akavià, figlio di Maalalè1, diceva: (Avòt 3, 1): «Osserva tre cose e non commetterai trasgressione: sappi da dove tu provieni, e dove 111 andrai e davanti a chi in futuro dovrai rendere conto delle tue azioni. Da dove tu provieni? Da una goccia maleodorante…».
Midràsh Jelammedènu, IV Parte
I primi midrashìm di Rabbì Levì e di Rabbì Akivà (il concepimento e il parto) inducono alla riflessione sulla grandezza del Creatore. Tutti i particolari del concepimento e del parto si differenziano dai fenomeni naturali. Se si prende un portamonete e lo si capovolge, le monete cadono; non costi è per il feto che è dentro la madre.
Il secondo Midràsh invece mette in risalto la piccolezza dell’uomo di fronte al Creatore.
Persino le cose della natura, opere di Dio, sono più belle dell’uomo. Tale constatazione deve essere per l’uomo un punto di riflessione; in origine egli è inferiore alle cose naturali; tuttavia, una volta divenuto uomo, le può superare e ciò dipende dalla sua buona volontà.