La psicologia umana
«Si volsero e salirono per la via di Bashàn. E ‘Og, re di Bashàn, uscì contro di loro, egli e tutto il suo popolo, per dar loro battaglia in Edrèi. il Signore disse a Mosè: ‘Non temerlo».
Numeri 31, 33
Il problema che emerge leggendo il testo riguarda Mosè.
Come è possibile, si chiede, che di una persona come Mosè, che è salito sul monte Sinai, dove non mangiò pane né bevve acqua per quaranta giorni, che ha avuto contatti diretti con Dio elevandosi al di sopra di ogni uomo, si possa dire «non temerlo»; espressione dalla quale si deduce che Mosè aveva paura?
Il Midràsh risponde al nostro quesito.
Quando Mosè fece uscire il popolo d’Israele dall’Egitto, i popoli ascoltarono e tremarono e furono meravigliati della personalità di Mosè per mezzo del quale erano stati compiuti tutti questi prodigi.
Un re arabo decise di inviare un pittore per ritrarre la figura di questo grande condottiero. Il pittore disegnò il quadro e lo portò al re, che fece chiamare tutti i suoi saggi e chiese loro una valutazione psicologica del personaggio di Mosè, In base al ritratto.
Essi risposero: «Se dobbiamo dare un giudizio obiettivo di questo uomo importante, diremmo che è superbo, desideroso di denaro, perverso di cuore e possiede tutti i difetti che una Persona umana può possedere per i quali è disprezzato dagli uomini».
Il re si adirò contro di loro e disse: «Che cos’è questo? Vi prendete beffa di me? Non avete anche voi sentito da ogni angolo e da ogni parte il contrario di quel che avete espresso voi ora?». il re partì allora con il suo carro e la sua gente per andare nell’accampamento di Mosè. Osservò e vide Mosè nostro Maestro e constatò che era del tutto somigliante a come l’aveva dipinto il pittore.
L’animo suo rimase abbattuto.
Venne nella tenda dell’uomo di Dio, si prostrò e si inchinò e raccontò a Mosè quello che gli avevano detto i suoi saggi.
Rispose Mosè: «Sappi che tutte le carenze per le quali mi hanno giudicato i tuoi saggi fanno parte della mia personalità e, anzi, ho ancora più difetti; ma con grande volontà mi sono sforzato di dominare i miei istinti e di correggere i miei difetti: per questo sono onorato In cielo e In terra».
Dal commento del Baal Tifèret Israel alla Mishnà di Kiddushìn, fine del cap. 4
Secondo il Midràsh le debolezze umane sono proprie della natura umana.
Anche la persona grande commette errori; la vera grandezza consiste nel riconoscere i propri errori e nel cercare di prevenirli; compiendo una continua verifica dei propri istinti, dominandoli giorno per giorno.