Il nuovo che avanza è un’accozzaglia di triti pregiudizi
Emanuele Fiano
In un’intervista a un quotidiano israeliano, Beppe Grillo ha demolito alcuni dei fondamenti su cui si è basata la sua notorietà prima come guru della Rete e oggi come leader politico. Primo, Grillo vuole far passare come fonte sicura dell’analisi sui testi di Osama Bin Laden, l’autorevolissima opinione del suo celebre suocero iraniano, fin qui rimasto nell’ombra, ma che evidentemente potrebbe fornirci nuove suggestive interpretazioni delle migliaia di innocenti uccisi la cui morte è stata orgogliosamente rivendicata dal leader di Al Qaeda prima e dopo la strage delle Torri gemelle (peraltro sull’Iran, Grillo cita anche un’altra autorevole fonte di intelligence riguardo la situazione economica del paese. Questa volta è il turno del cugino costruttore di autostrade, che ci illustra la straordinaria salute dell’economia iraniana, paese dove peraltro sarebbe vietato diffondere opinioni diverse…).
Secondo punto, nel testo dell’intervista si rivendica la centralità del ruolo della donna nella società iraniana, come se tale affermazione potesse di per sé farci dimenticare le lunghe battaglie dell’opposizione al regime di Ahmadinejad, le drammatiche manifestazioni e i diversi morti del movimento Onda verde degli anni scorsi, che rivendicavano per il loro paese diritti, libertà e democrazia. Ma d’altra parte, Grillo tratta con inaccettabile superficialità le minacce del governo di Teheran allo stato di Israele sostenendo che, in fondo, tutte le notizie provenienti da quell’area sono falsate da agenzie di disinformazione appartenenti al mondo ebraico.
Teoria complottista peraltro molto in voga in tutti gli ambienti neofascisti e neonazisti, da molti anni, diciamo dall’epoca della teoria demo-pluto-giudaico-massonica.
Terzo punto, l’opinione che Grillo esprime sulle centinaia di morti massacrati che fino ad adesso si contano in Siria, dovuti alla barbara repressione del governo nei confronti dell’opposizione è semplice: il comico genovese dichiara senza vergogna che non si può dimostrare se quelle vittime siano effettivamente responsabilità del regime di Damasco oppure frutto dell’azione di agenti infiltrati.
Quarto punto, sui matrimoni gay Beppe Grillo non ha bisogno di affidarsi al parere dei parenti. È proprio lui che questa volta non sa cosa rispondere alla domanda se sia favorevole o meno. Su questo argomento, il suo copione recita un bel «forse».
In conclusione, colui il quale vuole mandare a casa tutto il parlamento e vuole sostituire la classe dirigente italiana alla guida del paese, nel campo dei diritti civili degli omosessuali non ha un’opinione e nel campo fondamentale e decisivo della politica estera mondiale basa le sue argomentazioni sul sentito dire di qualche parente e sulla vetusta teoria del complotto della lobby ebraica come fonte della disinformazione su quello che accade in Medio Oriente.
Veramente singolare, il guru della Rete come nuova fonte di verità, si dimentica che ognuno di noi in ogni minuto della giornata è in collegamento con migliaia di persone in Israele, in Palestina, in Siria, in Egitto, etc. e può continuamente controllare quanto di drammatico sta avvenendo. Ognuno di noi ha letto libri, articoli, testimonianze dirette, visto immagini inoppugnabili, letto tweet e post, viaggiato, visto con i propri occhi: ognuno di noi vede il dramma della Siria, il regime negazionista di Teheran, la follia omicida del movimento fondato da Osama Bin Laden.
Non c’è che dire: il profeta dell’innovazione e dell’iper-democrazia usa testi e slogan vecchi come il mondo e dimostra tutta la propria inadeguatezza e superficialità a trattare argomenti che sono evidentemente più complicati della redazione di un blog.