Fabrizio Montanari
Il neo direttore de Il Popolo d’Italia Benito Mussolini con un articolo denuncia il fatto che Treves, sposando una ricca donna veneziana, ha sacrificato gli ideali del socialismo sull’altare del Dio denaro. Nel 1907 Treves aveva in realtà sposato con una ricca e fastosa cerimonia a Ca’ Farsetti a Venezia, Olga Levi, figlia di Giacomo Levi, direttore delle Assicurazioni Generali di Venezia.
Era stato Alessandro, il fratello minore e socialista di Olga, a presentare la sorella a Treves. Ora, anche se Treves vive esclusivamente del suo lavoro d’avvocato, per Mussolini, la ricchezza della famiglia Levi pesa come una colpa sulla testa di Treves e, per il bene della causa socialista, va denunciata pubblicamente. Treves cade nella provocazione e la sua reazione è estrema.
Pur sapendo che il partito ha condannato i duelli per risolvere i problemi politici o personali, sfida a duello il suo accusatore e manda i padrini: il dott. Giovanni Allevi e il redattore dell’Avanti! Angelo Lanza. Mussolini accetta la sfida e delega a rappresentarlo nell’incontro per definire le regole del combattimento Giuseppe De Falco (redattore capo de Il Popolo d’Italia) e Manlio Morgagni.
Le due delegazioni convengono che il duello alla sciabola avvenga il 29 marzo senza esclusione di colpi. Il luogo scelto è una villa disabitata alla Bicocca di Milano. Il primo ad arrivare, accompagnato dal dott. Armando Risi, è Mussolini. Dopo quindici minuti arriva anche Treves con il professore Ambrogio Binda e il dott. Pozzi. Presiede lo scontro il ragioniere Leonardo Pracchi.Si fecero otto assalti, dopodiché lo scontro fu sospeso per concorde giudizio dei medici. L’onorevole Treves riportò una ferita alla bozza frontale destra con ematoma, una ferita al cavo ascellare destro, una ferita all’avambraccio, parecchie piattonate alla regione deltoide. Il professor Mussolini riportò una abrasione all’avambraccio destro, piattonate, una ferita interessante il padiglione dell’orecchio destro.
Al terzo assalto furono cambiate le sciabole, essendosene contorta una per la furia dell’assalto. I duellanti si separarono senza conciliazione dopo 25 minuti d’assalto”.Il primo a lasciare la villa è Treves. Mussolini, prima d’allontanarsi, vuole prima leggere il verbale redatto dai padrini.
Mentre l’Avanti! non lesina la sua disapprovazione sul duello, che giudica una forma vecchia ed inutile di dirimere le controversie politiche e personali, Emanuele Modigliani invia all’amico Treves questo telegramma: “Ti disapprovo, ti imiterei, ti abbraccio”.
I due sfidanti non s’incontreranno più. Uno morirà in esilio a Parigi in un modesto alberghetto del quartiere Latino nel 1933. Le sue ceneri saranno accompagnate al cimitero da tutti gli antifascisti presenti nella capitale francese, l’altro sarà fucilato e impiccato a Milano in piazzale Loreto, circondato dall’odio.