Il ‘Omer e Shavu’ot
Wayqrà 23, 9-16: H. parlò a Moshe dicendogli: Parla ai figli d’Israel e di’ loro, Quando sarete entrati nel paese che sto per darvi e ne mieterete i prodotti del campo, dovrete portare al Kohen il ‘Omer (di orzo, il primo cereale a maturare) che avrete mietuto per primo; questi agiterà il ‘Omer davanti a H. affinché vi renda graditi; all’indomani del giorno di astensione dal lavoro (lett. mi-mmochorat ha-Shabbat) lo agiterà il Kohen…
Non mangerete né pane, né grano abbrustolito (qalì), né grano fresco del nuovo prodotto fino a quel giorno (‘ad ‘etzem ha-yom ha-zeh), fino a che cioè non avrete presentato l’offerta destinata al vostro D.; questa è legge per tutti i tempi per le vostre generazioni in tutte le vostre sedi (il divieto di cibarsi dei cereali nuovi –chadash-; dopo la distruzione del Tempio il divieto continua per tutta la giornata in cui il manipolo veniva offerto). E conterete a partire dall’indomani del giorno di astensione dal lavoro (lett. mi-mmochorat ha-Shabbat), dal giorno cioè in cui porterete il ‘Omer che deve essere agitato sette settimane che siano complete; fino all’indomani della settima settimana (lett. mi-mmochorat ha-Shabbat) conterete cinquanta giorni e presenterete (il 50° giorno, Shavu’ot, che non viene più contato) un’offerta farinacea di prodotti nuovi (grano!) in onore di H.
Yehoshua’ 5,11:Mangiarono prodotti del paese all’indomani del primo giorno di Pessach (lett. mi-mmochorat ha-Pessach), pane azzimo e grano abbrustolito (qaluy) in quello stesso giorno (be-‘etzem ha-yom ha-zeh).
Mishnah Menachot 10,1-3. …Da tutte le città più vicine (a Yerushalaim) si raccoglievano là (all’uscita del primo giorno di Pessach) affinché la mietitura (del ‘Omer) avvenisse con grande partecipazione (e così i Sadducei si accorgessero di questa cerimonia)… E perché tutta questa cerimonia? A causa dei Baitosei i quali sostenevano che questa mietitura non dovesse aver luogo nella sera dell’uscita della festa (ma all’uscita del primo Shabbat dopo il primo giorno di Pessach conforme alla lettera del testo di Wayqrà 23.14, ciò che i Farisei negano basandosi sul testo di Yehoshua’ 5,11).
Mishnah Chaghigah 2,4: Se la festa di Shavu’ot cade di venerdì, il giorno della macellazione (del sacrificio festivo di comparizione) secondo la scuola di Shammay è la domenica; secondo la scuola di Hillel non vi è giorno di macellazione (perché secondo questa scuola il sacrificio poteva essere offerto nel giorno festivo sebbene venisse interamente bruciato sull’altare). Questa conveniva però che se Shavu’ot cade di Shabbat il giorno di macellazione è la domenica. Però il Kohen Gadol non si veste degli abiti a lui riservati alla sua dignità (perché ci si accorgesse che non era giorno festivo) ed è permesso fare orazioni funebri e digiunare (in questo giorno) per non convalidare l’opinione di quelli che sostengono che Shavu’ot debba sempre cadere di domenica.
Maimonide, Hilkhot Temidin u-Mussafin 7,11: Come avrebbe potuto la Torah far dipendere il permesso di mangiare il chadash da un fatto ordinario (qual è un qualsiasi Shabbat, privo di significato specifico) che non ne determina la causa e la ragione? Se invece si fa dipendere la cosa dall’indomani del primo giorno di Pessach, è chiaro che questo giorno determina il permesso (come tale, in quanto data significativa) senza che si debba guardare al giorno della settimana in cui cade.
Meshekh Chokhmah a Wayqrà 23, 16: La Torah chiama il primo giorno di Pessach Shabbat perché adopera lo stesso verbo a proposito della Mitzwah di eliminare il Chametz che deve aver luogo alla vigilia, come è scritto: “(Entro) il primo giorno (di Pessach) eliminerete (lett. tashbitu) il lievito dalle vostre case” (Shemot 12,15).