Capitolo 27 – Èretz Israèl e il Sionismo fino alla fondazione dello Stato ebraico
Condizioni generali della popolazione ebraica: a) Difficoltà di rifornimenti e pericoli; b) Atteggiamento del governo verso Ebrei cittadini di paesi nemici; c) Le comunicazioni epistolari
Rapporti fra gli Ebrei e il governo mandatario: a) Decisioni degli Ebrei allo scoppiare della seconda guerra mondiale; b) Il governo inglese contro la sede nazionale ebraica; c) L’immigrazione illegale; d) Il Biltmor; e) La partecipazione degli Ebrei di Èretz Israèl alla guerra a fianco dell’Inghilterra; f) Dilazioni del governo inglese; g) Nuove disposizioni contro la sede nazionale ebraica prese dal governo laburista; h) proposte della commissione anglo-americana; i) Reazioni ebraiche alla politica inglese; l) Arresto di esponenti delle organizzazioni ebraiche; m) Atti di terrore e di rappresaglia; n) Deportazione a Cipro degli immigranti illegali; o) La lotta fra il governo e gli Ebrei nel 1947
Progressi della colonizzazione ebraica
Il 22° congresso sionistico
Tentativi falliti di risolvere la questione palestinese
Azione dell’Onu: a) La commissione speciale; b) Le decisioni dell’Assemblea generale dell’Onu
Ebrei, Arabi e governo dopo le decisioni dell’Onu: a) Opposizione del governo inglese; b) Lotte fra Ebrei ed Arabi e atteggiamento del governo inglese di fronte a queste; c) Cessazione dei servizi pubblici governativi e azione degli Ebrei per rimediare alle sue conseguenze; d) Uscita delle forze inglesi dal territorio del mandato
Proclamazione della fondazione del nuovo Stato ebraico
Condizioni generali della popolazione ebraica
a) Difficoltà di rifornimenti e pericoli
Lo scoppio della guerra ebbe molte gravi e tristi conseguenze per la popolazione ebraica. I rifornimenti diventarono difficili data la poca sicurezza dei mari attraverso i quali essi avvenivano quasi interamente. Il paese, essendo posto sotto mandato inglese, venne considerato come nemico dalla Germania e dai suoi alleati, e fu non di rado soggetto a bombardamenti aerei, che mieterono vittime e causarono danni. In un certo momento si ebbe persino la minaccia di un’invasione da parte delle forze nemiche che si avvicinavano ai confini settentrionali del paese. Gli aiuti che provenivano al paese dall’Europa vennero del tutto a mancare dato che essa era quasi interamente sotto il dominio tedesco.
b) Atteggiamento del governo verso Ebrei cittadini di paesi nemici
Il governo inglese in genere non considerò come cittadini di paese nemico gli Ebrei residenti in Èretz Israèl, anche se avevano mantenuto la cittadinanza del loro paese di provenienza. Va però ricordato che quando, nel giugno 1940, l’Italia entrò in guerra a fianco della Germania, vennero improvvisamente arrestati quasi tutti i cittadini italiani maschi e trattenuti per qualche tempo, vario a seconda delle persone, da un minimo di una giornata a un massimo di alcune settimane. In seguito non furono molestati né sottoposti a restrizioni.
c) Le comunicazioni epistolari
Le comunicazioni epistolari con paesi nemici dell’Inghilterra avvenivano con gravi limitazioni, per mezzo della Croce Rossa o di organizzazioni che riuscivano a trasmettere la corrispondenza attraverso paesi neutrali.
Rapporti tra gli ebrei e il governo mandatario
a) Decisioni degli Ebrei allo scoppio della seconda guerra mondiale
Per quanto, in seguito alla pubblicazione del “Libro bianco del 1939” l’Agenzia ebraica e il Sionismo venissero a trovarsi in piena opposizione al governo inglese, fino dai primi giorni della seconda guerra mondiale, nel settembre 1939, Weizmann, a nome dell’Agenzia ebraica, offriva al governo inglese piena collaborazione dell’Agenzia ebraica e della sede nazionale. E non poteva essere diversamente, dato che gli Ebrei dovevano necessariamente essere dalla parte dei nemici della Germania di Hitler e dell’Italia di Mussolini, che erano i nemici degli Ebrei. Questa dichiarazione veniva poi in seguito spiegata nel senso che si pensava di collaborare con l’Inghilterra in tutto ciò che riguardava la guerra contro la Germania e i suoi alleati, come se non ci fosse il “Libro bianco” ma nello stesso tempo lottare contro questo come se non ci fosse la guerra.
b) Il governo inglese contro la sede nazionale ebraica
Il governo inglese continuava intanto la sua lotta contro la sede nazionale ebraica. Nel febbraio 1940 veniva promulgata una legge che vietava in una zona che comprendeva più di metà del territorio del mandato qualsiasi acquisto di terreni da parte di Ebrei, permetteva in un’altra zona che abbracciava circa un terzo del territorio l’acquisto se approvato dall’Alto Commissario, e solo in una piccola zona che costituiva circa il 5 per cento del territorio gli acquisti erano liberi.
Gli Ebrei, sia in Èretz Israèl che nella Diaspora, fecero vive proteste contro queste disposizioni. In Èretz Israèl ebbero luogo vive agitazioni e il governo impose il coprifuoco (’òtzer) che proibiva agli Ebrei di uscire di casa in certe ore, o anche per l’intera giornata, e a farlo osservare erano specialmente soldati australiani che erano stati trasferiti in oriente per combattere contro la Germania.
c) L’immigrazione illegale
Le gravi restrizioni imposte dal governo all’immigrazione ebraica diedero poi grande sviluppo alla immigrazione illegale (ha’palà; ma’pilìm furono detti gli immigranti illegali) iniziatisi fino dal 1934. Nonostante le gravissime difficoltà che si opponevano a questa e i gravissimi pericoli a cui erano soggetti i ma’pilim, questi furono, fino al termine della guerra, circa 30.000. La ha’palà divenne una necessità per gli Ebrei che proprio quando nella maggior parte dei paesi d’Europa essi erano continuamente minacciati di essere massacrati, e i più di loro furono effettivamente massacrati, trovavano, per volontà del governo inglese che si era impegnato a costituire la sede nazionale ebraica, chiuse le porte dell’unico paese che li poteva ospitare, paese al quale dall’immigrazione ebraica non derivavano altro che vantaggi di ogni genere, e numerose zone desertiche del quale erano state rese produttive dal lavoro ebraico, mentre altre avrebbero avuto la stessa sorte se agli Ebrei non fosse stato vietato di andarle a coltivare.
Tra i moltissimi episodi più caratteristici delle vittime della ha’palà, causate da governo inglese, basterà ricordare la morte di oltre 250 profughi in conseguenza del fatto che fu fatto saltare nel porto di Haifa il piroscafo “Patria”, la deportazione alle isole Mauritius di poco meno di 2000 profughi che si proponevano di approdare in Èretz Israèl con il piroscafo “Atlantic”, il naufragio dello “Struma” per cui perirono quasi 800 passeggeri in conseguenza del fatto che la nave venne ripetutamente mandata da un porto all’altro perché il governo inglese non autorizzò lo sbarco.
d) II programma di Biltmor
In una conferenza sionistica tenutasi a New York nel 1943, si chiedeva che fosse accordato all’Agenzia ebraica il diritto del controllo dell’immigrazione ebraica in Palestina e l’autorità necessaria per provvedere allo sviluppo del paese, in modo che essa fosse trasformata in uno stato ebraico. Questo programma è noto come programma di Biltmor, dal nome dell’albergo in cui essa ebbe luogo.
e) La partecipazione degli Ebrei di Èretz Israèl alla guerra a fianco dell’Inghilterra
Nonostante il contegno del governo inglese, da parte ebraica non si mancò al- impegno di aiutare l’Inghilterra nella guerra: il numero degli Ebrei che si arruolarono come volontari (obbligo di servizio militare non esisteva) fu grandissimo, di circa 30.000 uomini e donne, per quanto il governo inglese facesse di tutto per impedire l’arruolamento e fino al 1944, quando la guerra volgeva verso la fine, si fosse opposto a che i volontari ebrei costituissero una brigata ebraica con la sua bandiera e il suo distintivo. Inoltre l’industria ebraica e i tecnici ebrei furono interamente a disposizione del governo e contribuirono effettivamente allo sforzo bellico di questo.
f) Dilazioni del governo inglese
Il governo inglese aveva, nel 1944, promesso a Weizmann che alla fine della guerra sarebbe stato esaminato il problema palestinese. Ma poi dopo la fine della guerra nel maggio 1945, alla richiesta di Weizmann per una decisione che annunciasse che la Palestina sarebbe diventata uno stato ebraico, fu data una risposta evasiva e dilazionatrice, nella quale si affermava che la questione palestinese non poteva essere esaminata prima che si riunisse la conferenza della pace.
g) Nuove disposizioni contro la sede nazionale prese dal governo laburista
Il partito laburista inglese che, quando non era al potere, e ancora pochi mesi prima di esserlo, aveva dichiarato ingiustificate le misure tendenti a porre ostacoli all’immigrazione ebraica in Palestina e affermava la necessità di prendere le misure necessarie per la fondazione di uno stato ebraico in Palestina, quando nel luglio 1945 assumeva il potere, agì in modo del tutto opposto a tali dichiarazioni. Nel novembre, il ministro degli esteri inglese Ernest Bevin tenne un discorso decisamente antisionista e annunciava che sarebbe stata nominata una commissione d’inchiesta anglo-americana con l’incarico di studiare il problema palestinese. Intanto il governo avrebbe discusso con gli Arabi il problema dell’immigrazione ebraica e avrebbe concesso che questa continuasse nel numero irrisorio di 1500 al mese.
Con questo veniva in pratica rinnegato il mandato e finiva la collaborazione fra l’organizzazione sionistica e l’Inghilterra, e si iniziava di fatto una guerra fra di esse.
h) Proposte della Commissione anglo-americana
La commissione anglo-americana si occupò non soltanto del problema di Èretz Israèl, ma anche della condizione degli Ebrei nei vari paesi della Diaspora. Per quel che riguarda la questione palestinese, propose a voti unanimi fra l’altro l’immediata concessione di 100.000 certificati di immigrazione e l’abolizione delle norme del 1940 che limitavano i diritti di acquisti di terreni da parte di Ebrei. Il governo inglese, che si era impegnato a eseguire le proposte della commissione se fossero state unanimi, non mantenne l’impegno, e per quel che riguarda i 100.000 certificati dichiarò che non sarebbero stati concessi se prima non venissero sciolte e disarmate le organizzazioni militari ebraiche, il che equivaleva a non concederli, perché certo gli Ebrei non avrebbero accettato questa condizione. Intanto continuava la lotta spietata e crudele del governo contro gli Ebrei che tentavano di entrare illegalmente nel paese.
i) Reazioni ebraiche alla politica inglese
Le organizzazioni militari ebraiche più decise all’azione, note coi nomi di Irgun Tzevaì Leummì (Ètzel) e Lochamè Cherùt Israèl (Lèchi), che, per loro tendenze attivistiche furono spesso in lotta anche contro la Haganà, dichiararono di voler stroncare gli Inglesi e si diedero ad atti di terrorismo, sostenendo che ormai si era in lotta con essi e che, dato che i mezzi legali per ottenere giustizia e riconoscimento dei diritti si erano dimostrati inefficaci, tutti i mezzi diventavano leciti.
l) Arresto di esponenti delle organizzazioni ebraiche
Il governo inglese, credendo che, privo dei suoi capi, l’Ebraismo di Èretz Israèl avrebbe ceduto, arrestò improvvisamente, nel sabato 29 giugno 1946, alcuni dei più autorevoli capi dell’Agenzia ebraica e delle istituzioni nazionali e li confinò per qualche tempo a Latrùn, villaggio arabo nei pressi di Gerusalemme. David Ben Gurion, presidente dell’Agenzia ebraica non fu compreso fra gli arrestati, perché allora si trovava all’estero.
A Gerusalemme ebraica fu imposto un coprifuoco che durò parecchi giorni; i quartieri ebraici della città si trovarono nella condizione di luoghi sottoposti a occupazione militare, e la sede dell’Agenzia ebraica fu occupata e perquisita.
m) Atti di terrore e di rappresaglia
Per rappresaglia il 22 luglio l’Irgùn Tzevaì Leummì fece saltare in aria un’ala dell’albergo nel quale aveva sede il segretariato del governo palestinese e vi perirono oltre 90 persone fra Ebrei, Inglesi ed Arabi. Il governatore militare proibì ogni rapporto fra Ebrei e militari, vietò a questi l’accesso in locali ebraici e pubblicò un manifesto esprimente sentimenti di odio e di disprezzo verso gli Ebrei.
n) Deportazione a Cipro degli immigranti illegali
Le autorità inglesi decisero di deportare a Cipro tutti i ma’pilìm: le navi che li portavano, appena entrate nelle acque territoriali palestinesi, venivano scortate fino al porto di Haifa e di là trasferite in navi inglesi, specie di prigioni, e in esse condotti a Cipro.
o) La lotta fra gli Ebrei e il governo nel 1947
Durante il 1947 la lotta fra gli Ebrei e il governo inglese si andò facendo sempre più viva. Atti di terrorismo e di rappresaglia furono numerosi da ambo le parti. A marzo Tel Aviv e i quartieri ebraici di Gerusalemme furono posti sotto la legge marziale. In aprile furono impiccati tre membri dell’Irgùn Tzevaì Leummì. Nell’estate i ma’pilìm della nave Exodus furono trasferiti in navi inglesi, ricondotti sulle coste meridionali della Francia da dove erano partiti, e, essendosi rifiutati di sbarcare, portati ad Amburgo, sbarcati con la forza e internati in campi di concentramento in Germania. In seguito altri ma’pilìm furono, come in passato, portati a Cipro.
Progressi della colonizzazione ebraica
Nonostante le gravissime condizioni in cui si trovava il paese nel 1946, gli Ebrei continuarono a fondare nuove colonie, anche nel territorio dove secondo la legge inglese non avrebbero potuto acquistare terreni. La legge veniva spesso in vari modi elusa con fa collaborazione degli Arabi, che avevano tutto l’interesse a vendere terreni agli Ebrei che li pagavano a carissimo prezzo. In modo speciale va segnalata la fondazione a sorpresa di undici colonie nel Nèghev la notte successiva al Kippùr di ‘quell’anno.
Il 22° congresso sionistico
Nel 22 congresso sionistico (Basilea 1946) l’ultimo tenutosi prima della fondazione dello Stato d’Israèl, e fuori di Èretz Israèl, si decise di non partecipare alla conferenza indetta dall’Inghilterra e non venne rieletto a presidente Weizmann.
La carica di presidente dell’Organizzazione sionistica rimase vacante, e a presidente del comitato esecutivo fu eletto David Ben Gurion.
Tentativi falliti di risolvere la questione palestinese
Conferenze che il governo inglese indisse e in parte tenne nel 1946 e nel 1947 non ebbero nessun risultato perché né gli Ebrei né gli Arabi consentirono a parteciparvi, dato che le proposte del governo inglese apparvero agli uni ed agli altri tali da non potere essere accettate come base di discussioni.
Il governo inglese riconobbe allora di non essere in grado di risolvere il problema palestinese e decise di rimetterlo all’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) che frattanto era succeduta alla Società delle Nazioni, che aveva affidato il mandato all’Inghilterra.
Azione dell’Onu
a) La commissione speciale
L’Onu nominò una commissione speciale formata da rappresentanti di 11 stati con esclusione delle cinque grandi potenze (Stati Uniti d’America, Russia, Inghilterra, Francia, Cina) e degli stati arabi.
La commissione propose la fine del mandato inglese e la divisione del territorio a esso soggetto in uno stato arabo ed uno stato ebraico con unione economica fra i due stati, e una zona internazionale. Il comitato esecutivo dell’Organizzazione sionistica, pur affermando che era un grave sacrificio per gli Ebrei la divisione del paese, la accettò pur di ottenere l’indipendenza e la possibilità di grande incremento dell’immigrazione.
b) Le decisioni dell’assemblea generale dell’Onu
L’assemblea generale dell’Onu, dopo lunghe discussioni e molti contrasti, il 29 novembre 1947, approvò con 33 voti favorevoli, fra cui quello degli Stati Uniti e della Russia, 13 contrari e 10 astenuti (fra cui l’Inghilterra) la divisione del paese proposta dalla commissione.
Questa decisione veniva a dimostrare giusta la previsione di Teodoro Herzl che nel 1897, dopo il primo congresso sionistico disse che certamente dopo cinquant’anni tutti avrebbero riconosciuto che a Basilea, sede di quel congresso, egli aveva fondato lo stato ebraico.
Secondo la divisione progettata dall’Onu, sarebbero stati assegnati agli Ebrei la regione costiera da Haifa a un punto a nord di Gaza, esclusa Giaffa, una parte della Galilea, il Nèghev. La zona internazionale avrebbe compreso Gerusalemme e dintorni, un corridoio fra questa e il mare, il porto di Haifa, l’aeroporto di Lod e alcuni luoghi considerati sacri dai Cristiani; il resto del paese avrebbe costituito lo stato arabo. Le tre zone dovevano costituire un’unità economica e il passaggio dall’una all’altra doveva essere quasi del tutto libero.
Ebrei, Arabi e governo dopo le decisioni dell’Onu
a) Opposizione del governo inglese
Nessuno però all’infuori degli Ebrei agì perché la decisione dell’Onu venisse effettuata e nulla fu tentato per internazionalizzare di fatto la zona per cui l’Onu aveva deciso l’internazionalizzazione, a cui si opponevano Ebrei e Arabi. La potenza mandataria che avrebbe dovuto cessare le sue funzioni il 15 maggio 1948 e intanto fare le consegne a incaricati dell’Onu fece dichiarazioni tali da rendere impossibile a questi recarsi in Èretz Israèl per assolvere il loro mandato.
b) Lotte fra Ebrei ed Arabi e atteggiamento del governo inglese di fronte a queste
Gli Arabi dichiararono di non accettare la divisione decisa dall’Onu e quindi non solo non agirono per la sua esecuzione, ma iniziarono una serie di assalti e violenze contro gli Ebrei. Di fatto si venne a determinare uno stato di guerra fra Ebrei e Arabi. Per i primi combattevano le milizie delle varie organizzazioni e volontari venuti da paesi esteri; per i secondi, bande di Arabi palestinesi, coadiuvati da Arabi dei vari stati. Il governo inglese, che affermava di restare nel paese per mantenere l’ordine, neutrale di fronte alle lotte fra gli Ebrei e Arabi, di fatto favorì questi ultimi in tutto: mentre nulla faceva per disarmarli, cercava con tutto il rigore di privare gli Ebrei delle loro armi di difesa, che esso considerava illegali. Inoltre non si oppose all’ingresso nel territorio sottoposto a mandato di truppe degli stati arabi confinanti e persino della Legione della Transgiordania, mantenuta dal governo inglese e comandata da ufficiali inglesi. Per lo più esercito e polizia, anche se presenti, restavano inerti di fronte agli assalti arabi. Gli Ebrei naturalmente si difendevano e talvolta assalirono essi stessi gli Arabi. Specialmente attive furono le organizzazioni Ètzel e Lèchi. Episodio caratteristico del contegno degli Inglesi si ebbe quando, nell’aprile 1948, una squadra di autocarri che si recava all’ospedale dell’organizzazione detta Hadassà e all’Università, sul monte Scopus (Har Hatzofìm) fu assalita dagli Arabi alla presenza delle forze inglesi, venne distrutta, e perirono numerosi Ebrei fra cui medici, infermieri, professori universitari.
Le comunicazioni nel paese divennero difficilissime e non sempre furono efficaci le scorte militari e di polizia che accompagnavano i veicoli destinati al trasporto di persone e merci. Convogli di Ebrei furono spesso assaliti e distrutti dagli Arabi. Particolarmente ostacolate furono le comunicazioni con Gerusalemme ebraica, che si trovava isolata e circondata da Arabi da tutte le parti. Vive furono le lotte nei quartieri della città con popolazione mista, ma dalla maggior parte di esse finirono per uscire gli Arabi.
c) Cessazione dei servizi pubblici governativi e azione degli Ebrei per rimediare alle sue conseguenze
Dopo la decisione della spartizione della Palestina, il governo inglese andò gradualmente abbandonando tutti i servizi pubblici che erano in mano al governo, come le poste e le ferrovie. Al servizio postale fra Ebrei provvidero le istituzioni ebraiche che, pochi giorni dopo che il governo inglese aveva cessato di farlo funzionare, organizzarono un servizio completo. Quanto alle ferrovie, non si sentì il bisogno di provvedervi perché la rete di comunicazioni ebraiche a mezzo di autobus era sufficiente per quelle comunicazioni delle quali le condizioni generali promettevano il funzionamento, sia pure ridotto. In tutti i centri ebraici si formarono amministrazioni locali e comitati di difesa e di approvvigionamento. L’arruolamento nelle organizzazioni militari e la partecipazione all’azione dei vari comitati civili divenne per gli Ebrei validi un dovere a cui ben pochi si sottraevano. Non mancarono sanzioni morali nei confronti di questi pochi.
d) Uscita delle forze inglesi dal territorio del mandato
L’esercito inglese, rassegnato a dover abbandonare il paese, commise atti di terrore in parte come rappresaglia contro quelli commessi dalle organizzazioni militari ebraiche, in parte di propria iniziativa, con la conseguenza di reazioni da parte ebraica. Le truppe inglesi iniziarono la loro uscita da Èretz Israèl parecchio prima della data fissata per lo scadere del mandato, e in genere non consegnarono a nessuno le loro posizioni e il loro materiale. Arabi ed Ebrei lottarono per prenderne possesso, e in molti luoghi del territorio assegnato a loro o che avrebbe dovuto fare parte della zona internazionale e che aveva popolazione ebraica esclusiva o molto numerosa riuscirono a prevalere gli Ebrei. Prima dello scadere del mandato le forze inglesi avevano del tutto abbandonato il paese. Nel giorno fissato si imbarcò a Haifa l’alto commissario.
Proclamazione della fondazione del nuovo Stato ebraico
All’avvicinarsi del giorno in cui il mandato inglese doveva cessare e una parte di Èretz Israèl doveva costituire lo stato ebraico, nell’aprile 1948 il comitato esecutivo sionistico costituì un organismo detto il Consiglio del popolo (Mo’ètzèt Ha’àm), formato da rappresentanti del movimento sionistico e dei vari partiti.
Il 14 maggio (5 iyàr), vigilia del giorno della cessazione del mandato, in una sala del museo di Tel Aviv, i rappresentanti della popolazione ebraica, capitanati da David Ben Gurion, proclamarono la fondazione dello stato ebraico e costituivano un governo provvisorio affidando all’Assemblea del popolo il potere legislativo. Il potere esecutivo venne affidato a un consiglio eletto nel suo seno dall’Assemblea del popolo. Capo del governo provvisorio fu David Ben Gurion.
Così risorgeva, dopo 1878 anni, lo stato ebraico. Un nuovo e grande miracolo divino si aggiungeva ai molti di cui è piena la storia ebraica di tutti i tempi, e così si ebbe quella che fu a ragione chiamata athchaltà digheullà, il principio della redenzione d’Israele che mette Israele in condizione di potere riprendere la sua vita normale e il suo cammino per arrivare, con l’aiuto di Dio, alla propria redenzione completa, e, attraverso questa, a determinare quella dell’umanità intera.