Continuano con questa parashà, le raccomandazioni e i rimproveri di Moshè al popolo riguardo la vita e il comportamento da tenere, una volta entrati nella Terra promessa.
Il legame fra il popolo e quella Terra è talmente forte che la vita e i prodotti dell’una sono vincolati al comportamento dell’altro.
“Ve akhaltà ve sava’ta uverakhtà et À Elohekha al ha aretz ha tovà asher natan lakh – E mangerai e ti sazierai e benedirai il Signore D-o tuo per la terra buona che ti dà”.
Con queste parole si conclude la prima parte della parashà. Sembrano parole legate esclusivamente ad un comportamento in funzione di una religiosità limitata alla preghiere.
In realtà il comandamento in questione, che noi più volte al giorno ricordiamo nella “birkat ha mazon – la benedizione sul pasto” ha un valore ben più profondo.
La vita degli ebrei in Eretz Israel, ha un aspetto miracoloso: più volte nel corso dei millenni, gli ebrei la hanno abitata e più volte l’hanno perduta, a causa dei motivi più svariati.
Non c’è dubbio che se ancora oggi gli ebrei sono tornati a vivere su quella Terra, è perchè dall’Alto, qualcuno ha voluto così.
Per questo motivo noi abbiamo il dovere di esserGli riconoscenti.
Uno dei modi di riconoscere a D-o il Suo operato è quello di rispettare il prossimo e la Terra stessa.
Recitare una berakhà, per un’azione che stiamo per fare o per un qualcosa che stiamo per mangiare è per riconoscerGli la superiorità su ogni cosa e, in un certo senso chiederGli il permesso di usufruire di un Suo prodotto.
D-o è padrone del mondo e tutto ciò che è stato creato, anche se è stato creato per l’umanità, a Lui appartiene.
È per questo che noi dobbiamo chiedere il Suo consenso e ringraziarLo che per ciò che di giorno in giorno ci manda.
I nostri maestri ci insegnano che la parnasà (il sostentamento) ci viene concessa da D-o e, se così è stato deciso, nessuno potrà interferire, per far arricchire o impoverire un altro.
Soltanto attraverso la riconoscenza al Signore di ciò che ci manda, facendo di tutto per aiutare il nostro prossimo, facendolo godere dello stesso nostro benessere, potremo godere a lungo del bene divino e della Terra di Israele.
Un caro Shabbat Shalom a tutti voi