“ואכלת ושבעת וברכת את ה’ אלקיך על הארץ הטובה אשר נתן לך
… E mangerai, ti sazierai e benedirai il Signore tuo D-o per la buona Terra che ti ha dato”
Così si conclude la prima chiamata della parashà che leggeremo questo shabbat. Si chiedono i commentatori, il motivo di questa espressione: “c’è bisogno di mangiare e saziarsi per benedire il Signore D-o?” E ancora: “dobbiamo benedire il Signore D-o, per averci saziato o per la Terra buona che ci ha concesso?”.
Alla base della nostra vita, c’è la riconoscenza a D-o per tutto ciò che Egli ci concede. Gli esseri viventi tutti, ancor più gli esseri umani e ancor più il popolo ebraico, dobbiamo – alla base di tutto – riconoscere che in questo mondo nulla è certo; tutti siamo di passaggio
(“questo mondo è un’anticamera, prima di accedere alla sala del banchetto” pirké avot), e soprattutto ciò che abbiamo, ci viene dato in prestito.
Tutte le benedizioni che noi ebrei abbiamo il dovere di recitare, ogni volta che ci accingiamo a mangiare qualcosa, non sono altro che la riconoscenza al Signore e una richiesta di permesso per poter godere di un bene che Egli ci concede.
Abbiamo il dovere di riconoscerGli questo, per vivere dignitosamente.
La consapevolezza di ciò, viene ribadita nel resto del libro di Devarim, in cui viene ricordato che la sorveglianza divina, vige su di noi, dall’inizio dell’anno alla fine dell’anno. D-o non abbandona i Suoi figli, ma li protegge sempre: e questo è il motivo per cui noi dobbiamo esserGliene riconoscenti.
Shabbat shalom