E, intanto, il loro forum chiude: “Troppi infiltrati”
Una veglia di incontro e preghiera per i fratelli israeliani impegnati in una guerra che la comunità ebraica romana segue, ora dopo ora, con apprensione e angoscia. E’ un conflitto che spaventa, ancora una volta, e al quale gli ebrei della capitale hanno deciso di rispondere riunendosi in preghiera nella Sinagoga. Un incontro, quello che si è tenuto sabato sera, per ribadire il “no” ai fondamentalismi, al disprezzo della vita umana e all’”odio seminato dai terroristi di Hamas”. All’appello hanno risposto in tanti, famiglie, ragazzi, anziani, che nel Tempio Maggiore hanno voluto far sentire la loro vicinanza a chi ha reagito ai razzi lanciati da Gaza, in difesa dei cittadini di Israele. Tanti avevano la bandiera di Israele sulle spalle, altri mostravano volantini in cui si attaccava una parte della stampa italiana per non aver fornito informazioni corrette sul conflitto. “Cari giornalisti – si leggeva su un manifesto posto all’ingresso della sinagoga – ‘Israele non attacca, semmai risponde’”.
Una guerra che, in questi giorni, è arrivata a far sentire la sua eco anche sul web. La comunità ebraica romana ha, infatti, deciso di chiudere temporaneamente il forum di discussione interno. Pagine virtuali utilizzate per confrontarsi sui problemi, per discutere (anche di politica) oppure anche solo chiedere suggerimenti sui luoghi dove comperare cibo kasher. Una decisione sicuramente drastica presa, come ha spiegato il presidente della comunità, Riccardo Pacifici, perché da qualche tempo “si era notata la presenza di strani personaggi, con nomi apparentemente della comunità, ma dietro ai quali si celavano degli infiltrati”. Il timore, tra i ragazzi che gestiscono quelle pagine – a partire dall’anima e motore del forum, Alex Zarfati – è che dietro ad alcuni nickname vi potessero anche essere dei neonazisti, a caccia di “informazioni”. Un nome che riecheggia è quello di Mirko Viola, il moderatore del forum neonazista Stormfront finito in manette venerdì scorso e che, negli ultimi mesi, ha più volte commentato (con insulti) il sito ufficiale della comunità ebraica. La chiusura è comunque provvisoria. “Dalla prossima settimana riapriremo il forum – spiega Pacifici – ma facendo molta più attenzione alle persone che si registrano. Diciamo che il meccanismo di filtro sarà molto più rigido”. Inoltre, sarà anche lanciato il “Progetto Dreyfus”: un sito di notizie su Israele al quale hanno già aderito alcuni portali storici dell’ebraismo italiano (come Informazione Corretta e Focus on Israel), e il cui obiettivo “sarà quello di dare informazioni precise e puntuali – sottolinea Pacifici – da più punti di vista. Ospiteremo posizioni interventiste ma anche più pacifiste, ma sempre in modo da dare una visione corretta di cosa sta accadendo nel Paese”.
A scendere in campo contro la “disinformazione dei media” sono stati anchel’ambasciatore d’Israele in Italia Naor Gilon e il rappresentante diplomatico di Gerusalemme presso la Santa Sede, Zion Evrony, entrambi presenti in sinagoga. “Israele – ha detto l’ambasciatore – è stato costretto ad agire per porre fine a una situazione divenuta insostenibile. L’atteggiamento di chi non vuole vedere è una vergognosa ipocrisia che deve essere denunciata con forza. Ci troviamo in questa sinagoga, così numerosi, così coinvolti e così vicini, anche per questo. In un rapporto di mutua responsabilità che rende ebrei della Diaspora e Israele un’unica famiglia”. “ La nostra è una battaglia – ha detto Pacifici – da vincere anche sul fronte di un’informazione che ci è spesso ostile e che tende a mistificare la realtà”.
Il rabbino capo rav Riccardo Di Segni ha ribadito che “la cultura della morte non potrà prevalere”: “Il popolo di Israele non può arrendersi. Dobbiamo resistere, andare avanti, continuare a seminare frutti. Ci sarà sempre qualcuno che vorrà cacciarci e ostacolarci. L’importante è tenere duro e restare fermi nelle nostre certezze. Nessuno potrà toglierci Israele”. “Noi tutti, uniti e determinati – ha detto a fine serata il presidente dell’Ucei, Renzo Gattegna – abbiamo il compito di rendere chiaro a ognuno che Israele è il fulgido esempio di uno Stato che, pur costretto a combattere per affermare il proprio diritto a esistere, non ha mai rinunciato né al rispetto dei diritti umani, né alla civiltà e al progresso civile e sociale, né alla libertà e alla democrazia, né a percorrere tutte le strade possibili per arrivare a una pace stabile e sicura”. “Oggi – ha esortato Pacifici – chiediamo protezione e pace per tutto il mondo. È questo l’unica cosa che vogliamo”.
http://www.huffingtonpost.it/2012/11/18/israele-gli-ebrei-romani-riuniti-in-preghiera_n_2153996.html
A scendere in campo contro la “disinformazione dei media” sono stati anchel’ambasciatore d’Israele in Italia Naor Gilon e il rappresentante diplomatico di Gerusalemme presso la Santa Sede, Zion Evrony, entrambi presenti in sinagoga. “Israele – ha detto l’ambasciatore – è stato costretto ad agire per porre fine a una situazione divenuta insostenibile. L’atteggiamento di chi non vuole vedere è una vergognosa ipocrisia che deve essere denunciata con forza. Ci troviamo in questa sinagoga, così numerosi, così coinvolti e così vicini, anche per questo. In un rapporto di mutua responsabilità che rende ebrei della Diaspora e Israele un’unica famiglia”. “ La nostra è una battaglia – ha detto Pacifici – da vincere anche sul fronte di un’informazione che ci è spesso ostile e che tende a mistificare la realtà”.
Il rabbino capo rav Riccardo Di Segni ha ribadito che “la cultura della morte non potrà prevalere”: “Il popolo di Israele non può arrendersi. Dobbiamo resistere, andare avanti, continuare a seminare frutti. Ci sarà sempre qualcuno che vorrà cacciarci e ostacolarci. L’importante è tenere duro e restare fermi nelle nostre certezze. Nessuno potrà toglierci Israele”. “Noi tutti, uniti e determinati – ha detto a fine serata il presidente dell’Ucei, Renzo Gattegna – abbiamo il compito di rendere chiaro a ognuno che Israele è il fulgido esempio di uno Stato che, pur costretto a combattere per affermare il proprio diritto a esistere, non ha mai rinunciato né al rispetto dei diritti umani, né alla civiltà e al progresso civile e sociale, né alla libertà e alla democrazia, né a percorrere tutte le strade possibili per arrivare a una pace stabile e sicura”. “Oggi – ha esortato Pacifici – chiediamo protezione e pace per tutto il mondo. È questo l’unica cosa che vogliamo”.
http://www.huffingtonpost.it/2012/11/18/israele-gli-ebrei-romani-riuniti-in-preghiera_n_2153996.html