Elizabeth Taylor: Il mito si è spento
Deborah Fait
La bambina di “Torna a casa Lassie”, un film che ha fatto piangere tutti i ragazzini della mia generazione, bellissima, dagli occhi pervinca, è morta. La stupenda donna di tanti film, due volte premio Oscar, se ne e’ andata a 79 anni per un attacco di cuore ed e’ stata sepolta a Hollywood accanto a Marilyn Monroe. Di Liz Taylor si sa tutto quello che il gossip puo’ raccontare delle sue storie d’amore, dei suoi tanti mariti, dei suoi capricci da diva e anche del suo impegno per i malati di AIDS, si sa tutto della sua vita passata tra onori, premi, scenate, tragedie e ricoveri in ospedale a causa della sua salute cagionevole. Nessuno pero’ scrive quello che puo’ dare fastidio ed essere scomodo: Elisabeth Taylor era ebrea, convertita nel 1959, ed era una fervente sionista.
La sua storia di ebrea e’ sconosciuta ai piu’ e oggi, dopo la sua morte, nessuno ne vuole parlare, peccato perche’ credo che lei lo avrebbe voluto e ne sarebbe stata orgogliosa.
Era il 1976 quando l’attrice si disse pronta a diventare ostaggio dei terroristi palestinesi e tedeschi a Entebbe se fossero stati rilasciati i prigionieri ebrei dell’aereo dell’Air France dirottato dal Fronte per la liberazione della Palestina e il Baader Meinhof. L’ambasciatore di Israele in USA, Simcha Dinitz, le disse che Israele aveva molto apprezzato il suo gesto di generosita’ e che il Popolo Ebraico lo ricordera’ per sempre.
Il Popolo Ebraico si, ma nessun altro ne ha mai parlato e anche oggi, dopo la sua morte, lo scrivono solo i media israeliani. Il New York Times, nel necrologio, ha liquidato il suo impegno per Israele in due parole ” Ha diviso il suo tempo tra azioni caritatevoli, incluse varie cause israeliane”. Chi e’ andato a frugare negli archivi ha anche scoperto quanto Elisabeth si fosse ribellata pubblicamente all’infame risoluzione ONU che, nel 1975, equiparava il sionismo al razzismo e firmo’ il telegramma indirizzato al segretario ONU di allora, Kurt Waldheim, per protestare contro l’antisemitismo dei paesi membri del Palazzo di Vetro.
Nel 1967 fece un viaggio in URSS per perorare la causa di Israele presso le autorita’ sovietiche. E’ venuta varie volte in Israele dove ha incontrato Itzak Rabin nel 1976, Menachem Begin nel 1983 che le offri’ un regalo accompagnato da un enorme mazzo di fiori. La sua conversione all’ebraismo e il suo amore per Israele la trasformarono in demonio per i paesi arabi dove i suoi film furono proibiti e dove a lei stessa non fu mai permesso di entrare.
Il generale Essam Elmasri, capo dell’ufficio egiziano per il boicottaggio di Israele scrisse che la Taylor non sarebbe mai potuta andare in Egitto a causa del suo essere ebrea e sionista. Elisabeth Taylor, oltre a lottare strenuamente per i malati di AIDS, era orgogliosa di dichiararsi per i diritti civili dei gay in un periodo in cui farlo non riscuoteva troppe simpatie nella puritana America.
Oggi questa grande, bellissima, “piccola donna”coraggiosa non c’e’ piu’ e dovrebbe essere di esempio a tanto altri ebrei silenziosi di Hollywood che mai hanno avuto il fegato di difendere Israele per non perdere simpatie. Lei se ne fregava delle simpatie, lei lo diceva chiaro e tondo di amare Israele, lei combatteva per la giustizia verso Israele, lei era una vera sincera meravigliosa sionista, senza timori e vigliaccherie.
A me piace ricordarla con le parole della ZOA (Zionist Organisation of America): “La sua vita , il suo donarsi agli amici e ai loro problemi, il suo coraggio nel combattere le avversita’, il suo sionismo fanno di lei una luce per Israele e sara’ ricordata come “tikkun Olam – chi ha riparato il mondo”.
Riposa in pace, Elisabeth, che i tuoi occhi blu-violetti ci guardino da lassu’ e ci proteggano come tu hai sempre voluto fare in vita.
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