Tratto da “Shabbath – A cura di Augusto Segre”, Ucei 1972
Chiamò poi suo marito e gli disse: «Mandami un servo e un’asina perché voglio fare una corsa fino dall’uomo di Dio, e poi ritornerò». Egli le disse: «Perché tu vai da lui oggi? Non è novilunio né sabato». (Il Re, IV, 22-23)
E comandò ad essi dicendo: «Ecco quello che dovete fare: un terzo di voi che entra in servizio il sabato starà di guardia alla casa del re, un altro terzo alla porta di Sur e infine un altro terzo alla porta dei cursori e farete la guardia alla casa allontanando ogni estraneo. Queste ultime due squadre fra voi, tutti quelli che escono di servizio il sabato, faranno la guardia al Tempio de Signore presso il re. (Il Re, XI, 5-7)
Voi continuate a recarmi offerte vane, incenso che Mi è in abbominio, a indire riunioni festive nel capo mese e nel sabato; Io non posso sopportare iniquità accompagnata a riunioni nel Santuario. (Isaia, I, 13)
Così dice il Signore: «Osservate il diritto e fate giustizia, perché vicina a venire è la Mia salvezza, e la Mia giustizia a manifestarsi». Felice l’uomo che fa questo, il figlio dell’uomo che in questo persevera: chi onora il sabato sì da non profanarlo e sorveglia la sua mano sicché non faccia nulla di male. E non dica il figlio dello straniero che si è aggregato al Signore: «Il Signore mi ha tenuto separato dal suo popolo». E non dica chi non è atto a generare: «Io sono un albero secco». Perché così dice il Signore a proposito di coloro che non sono atti a generare, ma osservano i Miei sabati, scelgono quello che a Me piace e si mantengono fedeli al Mio patto: «Io darò loro nella Mia casa ed entro le Mie mura forza e rinomanza, meglio di figli e di figlie; rinomanza eterna che mai non perirà darò a ciascuno di loro. E i figli dello straniero che si aggregano al Signore per prestargli culto, per amare il nome del Signore e per essere Suoi servi, chiunque osservi il sabato sì da non profanarlo, e quelli che si mantengono fedeli al Mio patto, Io li farò venire al monte a Me consacrato, li rallegrerò nella casa in cui Mi si rivolgono le preghiere, i loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi ‘sul Mio altare, perché la Mia casa sarà proclamata casa di preghiera per tutti i popoli». (Isaia, LVI, 1-7)
Se tratterrai di sabato il tuo piede dal fare il tuo interesse nel giorno a Me sacro, e chiamerai il sabato delizia, consacrato al Signore e onorato, e se lo onorerai tralasciando il tuo cammino, dall’occuparti dei tuoi affari e dal parlarne, allora ti delizierai in onore del Signore, ti farò salire sulle alture della terra, ti farò nutrire col retaggio di tuo padre Giacobbe, poiché la bocca del Signore ha parlato. (Isaia, LVIII, 13-14)
Ed avverrà che in ogni capo mese e in ogni sabato ogni essere vivente verrà a prostarsi davanti a Me, dice il Signore. (Isaia, LXVI, 23)
Così mi disse il Signore: «Va’, fermati alla porta dei figli del popolo, per la quale entrano ed escono i re di Giuda, e a tutte le porte di Gerusalemme. Dirai loro:’ Ascoltate la parola del Signore, o re di Giuda e tutto Giuda e tutti voi abitanti di Gerusalemme che entrate per queste porte’. Così dice il Signore:’ Per amore della vostra vita, non trasportate carichi nel giorno del sabato, per portarli alle porte di Gerusalemme. Non portate carichi fuori dalle vostre case nel giorno del sabato, non fate alcun lavoro, ma santificate il giorno del sabato come comandai ai vostri padri. Ma essi non ascoltarono, non vollero porgere orecchio, ma furono di dura cervice. Ora avverrà che se veramente Mi darete ascolto, dice il Signore, nel non introdurre alcun carico attraverso le porte di questa città nel giorno del Sabato, nel santificare il giorno del sabato e col non fare in esso alcun lavoro, entreranno per le porte di questa città re e principi che seggono sul trono di David, montati su cocchi e cavalli, essi con i loro principi, con i cittadini di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme. Questa città sarà abitata in eterno. Verranno dalle città di Giuda e dai dintorni di Gerusalemme, dalla terra di Beniamino, dalla pianura costiera, dai monti e dal Neghev, recando olocausti, sacrifici, offerte e incenso e portando sacrifici di ringraziamento alla casa del Signore. Ma se non ascolteranno il Mio comando di santificare il giorno del Sabato, di non trasportare carichi e introdurli nelle porte di Gerusalemme nel giorno del sabato, appiccherò alle sue porte il fuoco, che divorerà i palazzi di Gerusalemme e non si estinguerà» (Geremia, XVII, 19-27)
E li ho fatti uscire dal paese d’Egitto e li ho condotti al deserto, ho dato loro i Miei statuti, ho fatto loro conoscere le Mie leggi, attenendosi alle quali l’uomo vive in grazia di esse, ed anche ho dato loro i Miei sabati che servissero da segno del patto tra Me e loro e affinché essi tenessero presente che lo sono il Signore che li ho santificati. Ma la casa d’Israele Mi ha disubbidito nel deserto: essi non precedettero secondo i Miei statuti, non osservarono, mettendole in pratica, le Mie leggi, eseguendo le quali l’uomo vive in grazia di esse, profanando molto i Miei sabati, e avevo deciso di riversare su di loro la Mia ira nel deserto distruggendoli. Ma poi invece mi comportai in grazia del Mio nome, affinché non venisse profanato davanti ai popoli, agli occhi dei quali li avevo fatti uscire. (Ezechiele, XX, 10-14)
… perché avevano respinto le Mie leggi, non avevano seguito i Miei statuti, avevano profanato i Miei sabati perché il loro cuore andava dietro ai loro idoli. (Ezechiele, XX, 16) .
…. ma nel deserto dissi ai loro figli: «Non seguite l’esempio dei vostri padri non continuate a seguire i loro costumi, non rendetevi impuri coi loro idoli. Io sono il Signore vostro Dio: seguite i Miei statuti, tenete presenti le mie leggi ed eseguitele, santificate i Miei sabati e siano essi segno del Patto tra Me e voi, affinché conosciate che Io sono il Signore vostro Dio. Ma anche i figli si ribellarono contro di Me: non procedettero secondo i Miei statuti, non osservarono mettendole in pratica, le Mie leggi in virtù delle quali, attuandole, l’uomo può vivere, profanarono i Miei sabati onde lo pensai di riversare il Mio sdegno su di loro, di sfogare la mia ira contro di loro nel deserto. (Ezechiele, XX, 18-21)
Epperò lo giurai loro nel deserto che li avrei dispersi fra le genti e li avrei disseminati fra i vari paesi perché non osservavano le Mie leggi, respingevano i Miei Statuti, profanavano i Miei Sabati e volgevano gli occhi verso gli idoli dei loro padri. (Ezechiele, XX, 23-24)
Ecco, in te i capi di Israele si appoggiarono ciascuno al proprio braccio per spargere sangue. In te si vilipesero padre e madre, dentro di te venne oppresso il forestiero, in te l’orfano e la vedova vennero ingannati. Tu hai spregiato le cose a Me sacre, e hai profanati i Miei sabati. (Ezechiele, XXII, 6-8)
I suoi sacerdoti calpestarono la Mia legge, profanarono le Mie cose sacre, non distinsero il sacro dal profano, non insegnarono a discernere fra ciò che è puro e ciò che è impuro, dai Miei sabati distolsero gli occhi e lo sono profanato in mezzo a loro. (Ezechiele, XXII, 26)
Anche questo hanno fatto: nel medesimo giorno contaminarono il Mio Santuario e profanarono i Miei sabati. (Ezechiele, XXIII, 38)
E il principe dovrà provvedere agli olocausti, alle offerte di farina, alle libagioni nelle feste, nei capi mese, nei sabati e in tutte le ricorrenze della casa d’Israele; egli offrirà il sacrificio di chattàth, l’offerta di farina, l’olocausto e i shelamim, per espiare per la casa d’Israele. (Ezechiele, XLV, 17)
Così dice il Signore Iddio: «La porta del cortile interno che è rivolta ad oriente sarà chiusa nei sei giorni di lavoro, e nel sabato, e nel capomese verrà aperta. E il principe entrerà attraverso l’atrio che è al di fuori della porta, e si fermerà presso lo stipite della porta, i sacerdoti offriranno il suo olocausto e i suoi shelamim, ed egli si prostrerà sulla soglia della porta, poi uscirà, e la porta verrà chiusa fino a sera. La popolazione si prostrerà davanti al Signore all’ingresso di quella porta nei sabati e nei capimese. L’olocausto che il principe offrirà al Signore sarà: nel sabato sei agnelli senza difetti e un montone senza difetti, e la offerta di farina: un’efà per ogni montone, a sua volontà per gli agnelli e un hin di olio per ogni efà. (Ezechiele, XLVI, 1-5)
Quando il principe vorrà presentare come offerta volontaria al Signore un olocausto o shelamim, gli si aprirà la porta volta ad oriente, e offrirà il suo olocausto e i suoi shelamim come fa nel sabato, poi uscirà e dopo che sarà uscito si chiuderà la porta. (Ezechiele, XLVI, 12)
Farò cessare ogni sua gioia, le sue feste, i suoi capimesi, i suoi sabati e tutte le sue ricorrenze. (Osea, II, 13)
Ascoltate questo, voi che inghiottite il povero e sterminate gli umili della terra. E dite: «Quando finisce il novilunio sicché possiamo vendere il grano e il sabato sicché possiamo riaprire i granai?», rimpicciolendo la quantità, aumentando il prezzo e usando bilance false. Comprando per denaro i miseri e il povero per un paio di scarpe e vendendo lo scarto del grano ». Ha giurato il Signore per il vanto di Giacobbe: «Non dimenticherò mai nessuna delle vostre opere». (Amos, VIII, 4-7)
1 Salmo, canto per il giorno del riposo (Shabbath). 2 E’ bello prestar lode all’Eterno e cantare al Tuo Nome, o Altissimo Dio, 3 proclamare al mattino la Tua bontà e la Tua fedeltà nelle notti; 4 sulla lira decacorda e sul liuto, sul higgajon, insieme coll’arpa. 5 Poiché quanto Tu fai è per me cagione di gioia e le opere delle Tue mani mi muovono al canto. 6 Quanto è grande ciò che Tu hai fatto, immensamente profondi sono i Tuoi pensieri. 7 L’uomo insensato non sa e lo stolto non capisce 8 che se gli empi crescono come l’erba e tutti gli artefici di azioni inique fioriscono, sono però destinati alla eterna rovina 9 mentre Tu sei eternamente eccelso, o Dio. 10 Poiché ecco i Tuoi nemici, o Eterno, poiché ecco i Tuoi nemici periranno, saranno sterminati tutti coloro che commettono empie azioni. 11 Mentre Tu terrai alto il mio corno come il bufalo e io sarò cosparso di fiorente olio; 12 vedrò coi miei occhi la disgrazia dei miei avversari e i miei orecchi udranno la sconfitta degli insorti contro di me. 13 Il giusto fiorirà come la palma, crescerà come il cedro del Libano. 14 Coloro che son piantati nella Casa dell’Eterno, negli atri del nostro Dio, fioriranno, 15 daran frutti nella estrema canizie, saranno pingui e fiorenti, 16 affinché si sappia che è retto l’Eterno, mia fortezza e non esiste in Lui ingiustizia. (Salmo, XCII) Trad. D. Lattes
Devastò la Sua capanna come quella d’un orto; distrusse il luogo delle riunioni, il Signore fece dimenticare in Sion il giorno festivo e il sabato e rigettò nel furore della Sua ira re e sacerdote. (Ekhà, II, 6)
Scendesti sul monte Sinai, parlasti con loro dal cielo, dando loro ordinamenti giusti, insegnamenti veri, leggi e comandamenti buoni. Facesti loro conoscere il Tuo sabato santo, desti loro comandamenti, leggi e un insegnamento per mezzo di Mosè, tuo servitore. (Nechemià, IX, 13-14)
Ci siamo imposti gli obblighi seguenti: Di dare un terzo di siclo per anno per il culto del Tempio del nostro Dio: per il pane di presentazione, per l’offerta perpetua e l’olocausto perpetuo, per i sacrifici dei sabati, dei noviluni, delle feste, per gli altri sacrifici pubblici, per i sacrifici d’espiazione dei peccati d’Israele, insomma per tutto il servizio del Tempio del nostro Dio. (Nechemià, X, 33-34)
In quei giorni notai in Giuda gente che pestava nel torchio in giorno di sabato; altri portavano covoni, caricandoli sugli asini, oppure vino, uva, fichi ed altri carichi fin dentro Gerusalemme in giorno di sabato; io li ammonii quando vendevano le derrate. Anche i Tiri che vi abitavano, solevano portare pesce e qualsiasi altra merce e vendere ai Giudei in Gerusalemme in giorno di sabato. Allora censurai i notabili di Giuda in questi termini: «Che brutta cosa state facendo: profanare il giorno del sabato! E’ proprio così che agivano i vostri padri finché il nostro Dio fece venire su di noi e su questa città tutta questa disgrazia. E voi volete accrescere l’ira contro Israele, profanando il sabato?». E ordinai che la vigilia del sabato all’ora che l’ombra raggiunge le porte di Gerusalemme, si chiudessero i battenti e che non si riaprissero fino a dopo il sabato. Appostai alcuni dei miei uomini alle porte, affinché nessun carico entrasse in città durante il sabato. Una o due volte, i mercanti e i venditori di ogni specie di merce passarono la notte fuori di Gerusalemme, ma io li ammonii dicendo loro: «Perché passate la notte vicino alle mura? Se lo rifate ancora, vi farò arrestare». Da quel momento non vennero più il sabato. (Nechemià, XIII, 15-23)
Fra i loro fratelli, discendenti di Keath, alcuni erano incaricati dei pani di presentazione che venivano cambiati ogni sabato. (I Cronache, IX, 32)
Salomone mandò poi a dire a Chiram re di Tiro: Come tu hai agito con mio padre David inviandogli legno di cedro per edificare una casa quale sua dimora, così fai pure con me. Ecco io sto per edificare una casa dedicata al nome del Signore mio Dio, consacrandogliela per potere in tal modo ardere dinanzi a Lui i profumi degli incensi, esporre sempre i pani della presentazione, offrire gli olocausti del mattino e della sera, del sabato, dei noviluni e delle festività del Signore Dio nostro, siccome fu comandato per sempre a Israele. (II Cronache, Il, 2-3)
Jechizkijàhu allora dispose di ripristinare le suddivisioni de sacerdoti e dei leviti, ciascuno nel proprio compito, sia i sacerdoti sia i leviti, per ciò che riguardava gli olocausti e i sacrifici d ringraziamento, per prestare il servizio, per esaltare e per lodare il Signore nel Santuario. Il re dette una parte delle sue ricchezze per gli olocausti, quelli che si offrivano al mattino, alla sera, nei giorni di sabato, nei giorni di capomese e nei giorni delle feste come è scritto nella legge del Signore. (II Cronache, XXXI, 2-3)