Avri Ghilàd
Domenica, Tishà Beàv, il tribunale della cittadina di Afula in Israele, ha deciso di vietare un concerto di un famoso cantante ultra-ortodosso che si sarebbe dovuto tenere in città con la separazione tra pubblico femminile e quello maschile. Questa la reazione di un famoso anchorman laico alla notizia.
«Cari charedim, Dio solo sa perché volete la divisione tra maschi e femmine (nelle manifestazioni pubbliche), Dio solo sa perché vivete come vivete. Io no. Dal mio punto di vista la vostra vita non è certo un granché. Ma fino a che vivete le vostre pazzie per conto vostro, anche se negli spazi pubblici, non sarò certo io a farmi problemi perché possiate continuare così, e sono anche pronto a combattere per difendere il vostro diritto a farlo.
In passato, da ragazzo laico vi ho combattuto con tutte le mie forze. Mi sono beccato le vostre pietre sulla strada per Ramot, pannolini sporchi su via Bar Ilan, parolacce al cinema Kefir, pace all’anima sua, che voleva vendere biglietti per il primo spettacolo quando lo shabbàt non era ancora finito. E quando siete venuti a impormi il vostro stile di vita sono uscito per strada a combattervi.
La sentenza del tribunale di Afula è una barzelletta, e purtroppo per me questa barzelletta è sui laici. Noi, che sventoliamo la bandiera del “vivi e lascia vivere” non possiamo accettare la decisione del tribunale che vieta uno spettacolo solo al pubblico charedì perché vi è prevista la separazione dei sessi. Questo atto di signoria spirituale porta, come ogni altro atto di questo tipo, al trincerarsi, all’ostilità, e alla sensazione di esclusione di un pubblico che vuole vivere nella separazione dei sessi.
Quando vedo le vostre manifestazioni di solito mi sento molto distante, da quello che vi viene detto e dal tono con cui viene espresso. Però se organizzerete una manifestazione per questo (sopruso), quasi vi prometto di venire con voi, perché chi combatte la costrizione religiosa deve anche combattere la costrizione laica. Abbiamo fissato l’appuntamento?
Traduzione dalla pagina Facebook di Avri Ghilad