I risultati di Noar09, primo incontro delle realtà giovanili ebraiche in Italia, svoltosi a Milano domenica 1/2/2009
La giornata è iniziata di buon mattino nella biblioteca Hasbani già completamente affollata, con il saluto degli organizzatori (Claudia De Benedetti – Vicepresidente Ucei, Alan Naccache dell’Ufficio Giovani Nazionale e David Piazza – Assessore ai Giovani della comunità Ebraica di Milano) ed una breve lezione di Rav Arbib che ha puntato sull’importanza dei giovani per il futuro delle nostre comunità.
Successivamente, vi sono stati due workshop di lavoro suddivisi per fasce di età: uno dedicato ai ragazzi fino ai 18 anni alla presenza dei movimenti giovanili Benè Akiva e Hashomer Hatzair (con shelichim venuti anche da Roma pur di essere presenti) nonché di altre organizzazioni con lo stesso target proveniente da altre città; il secondo riguardante i ragazzi con piu’ di 18 anni che escono dalla scuola e dai movimenti giovanili e che spesso vivono momenti di disorientamento.
L’obiettivo dei workshop era molto chiaro e non dava spazio alle chiacchiere frivole: cercare delle soluzioni comuni e propositive ai problemi che caratterizzano questo tipo di attività, il tutto in maniera costruttiva. In particolare per i ragazzi piu’ grandi, il tema piu’ sentito e dibattuto è stato quello su come si possa riuscire ad attirare maggiormente i ragazzi che non frequentano assiduamente la vita comunitaria.
Finiti i workshop, le cento e passa persone presenti, si sono trovate a pranzo per confrontare e dibattere le idee appena espresse, prima di tornare ai lavori del pomeriggio.
Nel primo pomeriggio difatti, vi sono stati i feedback di entrambi i workshop ed il riassunto delle idee e delle soluzioni proposte, che hanno successivamente lasciato spazio alla parte didattica della giornata.
Prima Guido Vitale ha parlato dell’esperienza molto positiva ed entusiasmante del Moked – Portale dell’Ebraismo Italiano presentando il sito, le attività svolte, la struttura organizzativa, le persone che collaborano, le iniziative, ma soprattutto parlando della passione che tutti i collaboratori mettono e che hanno portati a questi grandi risultati.
Infine, il conflitto mediorientale: Giuseppe Giannotti ed Emanuele Ottolenghi (entrambi affermati studiosi) hanno presentato ed illustrato in due diversi interventi una delle tematiche piu’ importanti in merito, ovvero la comunicazione: fotografie artefatte, immagini spesso contraddittorie, titoli fuorvianti sono solo alcuni dei filtri che vengono messi in atto nel nostro paese per sbilanciare l’opinione pubblica molto spesso solo a favore della parte “debole” ed il problema di Israele che spesso non riesce a controbattere con un’informazione adeguamente efficace e penetrante.
Chiusi i lavori, era palese la soddisfazione su tutti i volti degli organizzatori e non solo: la giornata è stata un grande punto di partenza per quella parola magica che finalmente ha iniziato a funzionare, ossia “condivisione”.
Condivisione e collaborazione che si spera portino in futuro ad i risultati sperati: dalle piccole problematiche di tutti i giorni all’augurio piu’ grande che ieri si è sentito nominare varie volte, ovvero che le prossime candidature alla presidenza delle varie comunità tra 15-20 anni, siano partite proprio da ieri: il futuro è dei giovani e grazie a Noar, forse ora non è piu’ così impensabile.
“Noar09 – ha commentato al termine dei lavori Claudia De Benedetti – si è concluso con una fitta nevicata e un piano di lavoro di 13 punti (saranno forse anche 13 articoli di fede?). Forse mai prima d’ora madrichim con le hulzot ancora nuove e assessori con qualche capello bianco, Chabad e Maccabi, Lesson Party e Pitigliani avevano lavorato fianco a fianco con umiltà e determinazione. Grazie a uno straordinario e contagioso entusiasmo dei partecipanti ho identificato le priorità irrinunciabili che tra quattro mesi al Moked di Milano Marittima saranno oggetto di una prima verifica. Enzo Sereni nel 1922 diceva ‘Ogni giorno sento e mi vado convincendo che la mia ebraicità è un fatto naturale, elementare ed insieme basilare della mia vita: non mi sento affatto ebreo solo se insultano o assaltano gli ebrei, non mi sento più ebreo solo a casa e al Tempio, ma sempre, dovunque, in ogni atto della mia vita’. I partecipanti al Noar09 hanno affermato con vigore una ebraicità consapevole, attiva, propositiva e concreta”.
“Noar09 – ha detto l’assessore ai giovani della Comunità Ebraica di Milano David Piazza – si conclude con una grande sconfitta e una doppia speranza. È una grande sconfitta che subisce il lavoro comunitario che strappa magari qualche successo, ma che si svolge solitario, isolato e spesso autoreferenziale. Ne sono piene le piccole e le grandi Comunità, così come le piccole e le grandi istituzioni ebraiche. A Milano invece, la scommessa per niente scontata dell’Assessorato ai Giovani Ucei, ha vinto sin dal primo momento, vedendo al saluto di apertura, in una nevosa domenica milanese, la biblioteca della Scuola Ebraica straripante non solo di numeri, ma di rappresentatività. C’erano praticamente tutte le organizzazioni ebraiche che si occupano di ragazzi e di giovani in Italia. Tutte. Il merito è certamente di una “visione” coraggiosa, ma anche di una organizzazione capillare dove tutto ha funzionato bene (bravo Alan), sostenuta e condivisa dalla Comunità Ebraica di Milano e dallo staff dei giovani di Efes2″.
“La doppia speranza – ha aggiunto Piazza – è che i legami stretti tra gruppi tanto diversi e tanto distanti possano, con l’aiuto degli strumenti che l’Ugn saprà mettere in campo, rafforzarsi e portare a nuove iniziative e che, oltre a ciò, la formula di Noar09 possa convincere altri “pezzi” di Ucei a rischiare, decentrando e condividendo le proprie attività non con vetrine (come talvolta accade), ma con la sostanza. Ne abbiamo tremendamente bisogno”.
“Vorrei sottolineare – ha commentato il Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Riccardo Hofmann – dopo aver partecipato agli intensi lavori della giornata, due aspetti principali che ho notato. Il primo che ne testimonia il successo è quello di aver coinvolto in un convegno-dibattito tutte le sigle dell’ebraismo giovanile italiano e questo è merito di Claudia De Benedetti, degli organizzatori e ovviamente dei giovani presenti.
Il secondo aspetto è che aver organizzato la manifestazione a Milano ha reso forse più agevole coinvolgere i giovani delle molteplici comunità del Nord e del Centro Nord, oltre alla consueta ed importante presenza dei giovani di Roma. Da Trieste a Napoli si può dire che era rappresentata quasi tutta l’Italia ebraica. In poche parole è difficile analizzare i molteplici contenuti, ma al di là di questo, si è trattato, a mio avviso, comunque di un inizio, di una prima fase di un percorso il cui obiettivo dovrebbe essere chiaro a tutti: cioè investire sui giovani, vicini e lontani, sulle loro idee, capacità e competenze, che in ultima analisi significa investire sul futuro dell’ebraismo italiano”.
Benji Oskar
I numeri
120 partecipanti
25 organizzazioni diverse
10 Comunità (Bologna, Firenze, Genova, Livorno, Milano, Napoli, Roma, Torino, Trieste, Venezia)