Un delirante articolo su un sito padano inneggia al coraggio del mossèr Ariel Toaff proponendo di ripristinare il culto di San Simonino. Ugo Volli si “unisce” ai complimenti.
Ugo Volli
Molti complimenti, Lei finalmente ha realizzato il sogno che Le era stato negato dall’invidia degli ebrei italiani. Quando due anni fa Lei pubblicò il suo capolavoro “Pasque di sangue”, in cui Lei diffondeva la teoria che usi rituale del sangue in ambiente medievale ebraico c’erano stati e magari anche qualche omicidio rituale, un gelido silenzio Le rispose, perfino un “boicottaggio”, come scrisse qualche Suo amico sulla stampa.
Cosa vuole, l’ebraismo si ricorda quanti morte e quante sofferenze fossero state motivate con la menzognera accusa del sangue, non può non collegarla ai nazisti, alle persecuzioni russe e arabe, insomma all’antisemitismo più violento e criminale. Anche se lei avesse avuto le prove concrete (che non ha portato) e non dei vaghi e discutibili indizi, riattualizzare con clamore l’accusa del sangue (sia pure su episodi di sei secoli fa. certamente aiuta l’antisemitismo. Ma non si poteva proprio dare dell’antisemita a Lei, figlio del più venerato rabbino italiano del dopoguerra, e così i più scelsero di tacere. Anche gli storici non ebbero grande opinione della Sua opera, purtroppo, obiettando che si basava soprattutto su confessioni estorte con tortura dagli inquisitori, e dunque non credibili, come nel caso di quel bambino di Trento, Simonino, che fu trovato morto nel ‘400 in una roggia della città e che fu vendicato torturando e sterminando le famiglie ebree del luogo, e subito elevato agli altari come martire e beato. Poi il Vaticano dimostrò più prudenza del Conte vescovo di Trento che probabilmente aveva montato il caso; e cinquant’anni Roma si decise anche a sospendere il culto e a cancellare la beatificazione di Simonino, grazie a un lavoro storiografico di revisione iniziato dalla mia prozia Gemma Volli z”l.
La buona notizia per Lei è questa. Ha trovato chi stima la Sua opera più di ogni prova contraria. Probabilmente Lei ha ottenuto il reintegro del culto del “martire”. A quanto pare la sentenza del processo contro gli ebrei di Trento e l’accusa del sangue saranno riconvalidate dalla Chiesa, “grazie agli esiti raggiunti da studiosi di chiara fama come lo storico Ariel Toaff”. Lo annuncia trionfalmente un giornale on line che si chiama “Il padano” e che risponde esattamente a quel che uno potrebbe aspettarsi da quel nome (per esempio dice di rivolgersi “a tutti gli uomini e le donne liberi che hanno a cuore l’indipendenza della propria terra e la propria dignità personale, gente di buon senso e di “buon sangue”.” Proprio “buon sangue”, Lei capisce… com’è giusta questa annotazione .
Dunque “Il Padano”, con la penna di Elsa Franceschini, dice che “in mezzo al clima di malinteso ecumenismo del Concilio Vaticano II […] gli ultra progressisti trentini non persero l’occasione e, per dimostrare il loro zelo nei confronti degli ebrei, fecero in modo che venisse rinnegata la popolarissima devozione al beato Simonino […]I trentini sono così rimasti orfani del loro beato, ma non hanno mai rinunciato a chiedergli grazie e intercessioni.” La teoria dell’inesistenza del martirio, però, “ha subito un duro colpo dai risultati dei recenti studi compiuti dal professor Ariel Toaff, docente di storia medievale e del rinascimento, cattedratico delle Università di Tel Aviv e di Bar Ilan, e figlio dell’ex rabbino capo di Roma, studi pubblicati col libro “Pasque di sangue”. Un simile studioso, eminente e al di sopra d’ogni sospetto, ha di fatto ridicolizzato lo zelo […] di quanti, per pregiudizio ecumenico, sono arrivati al punto di negare il martirio del piccolo Simonino. Toaff, invece, sulla base dei documenti storici e della propria scienza, ha dimostrato che il bimbo venne effettivamente ucciso da fondamentalisti ebrei. In quel periodo una ventata di odio e fanatismo, spiega il professore, percorreva le comunità askenazite (ebrei provenienti dall’est europeo), lo stesso che portò gli antichi giudei a condannare a morte Gesù nel Sinedrio ed ammazzare i primi martiri cristiani (a partire da santo Stefano). In ambiti di “estremisti” ebraici si diffuse così la pratica di sacrificare dei cristiani nel giorno del Purim, una follia documentata anche da rabbini convertiti. Per monsignor Benigni (“Storia della Chiesa”, ed. Vallardi) i casi noti di omicidio rituale sono circa 70, ma la Chiesa ne elevò alla gloria degli altari solo una decina.“
Devo ammettere, eminente prof. Toaff, che Lei forse non ha scritto esattamente quel che le attribuisce il sito padano. Non così alla lettera, non con tutte quelle, ehm, ingenuità. Però i Suoi estimatori la intendono proprio in questo modo, e in fondo uno è responsabile degli effetti della propria creatività. A nome del mondo ebraico tutto, mi permetto dunque di complimentarmi di cuore con Lei. Ha ottenuto il suo miglior risultato, non solo ha degli ammiratori devoti, ma è stato anche in grado di riabilitare un santo ingiustamente degradato. Chi se non il Cielo potrebbe tanto? Vorrei però chiederLe di accontentarsi di questo risultato e di deporre la Sua riverita penna al meritato riposo. Al prossimo libro che Lei pubblicasse, per esempio su uno degli altri “settanta omicidi rituali” rivendicati dallo storico della Chiesa, salterebbe fuori magari qualcuno che dal suo libro trarrebbe il bizzarro desiderio pedagogico di ammazzare un po’ di ebrei, così, per toglierci il vizio di mangiare i bambini di Pessach e di giocare col sangue. Non la prenda come una censura, se proprio non può fare a meno di scrivere, torni a occuparsi delle ricette della cucina ebraica rinascimentale (è questa, no, la sua vera specializzazione scientifica?). Eviti di esercitare il suo talento su casi come il delitto di sangue di Damasco di metà dell’Ottocento, che i media arabi rilanciano ancora. Potrebbe venir fuori un qualche appoggio all’atomica iraniana, o agli attentatori suicidi di Hamas… E per favore, cerchi di non studiare neppure il fondamento di verità che certamente un eminente professore come Lei saprebbe trovare in “Mein Kampf” o nei “protocolli dei savi di Sion”. I risultati sarebbero senza dubbio scientificamente innovativi, ma rischierebbero, diciamo, qualche fraintendimento, proprio com’è accaduto per Simonino. Lei non c’entra, naturalmente, non voleva. Che dire, però, sarà bieca superstizione, ma sento che il Suo lavoro, non dico proprio la Sua riverita persona, porta male al popolo ebraico.
Da lontano, spero da molto lontano, Le invio miei più devoti e timorosi omaggi
Ugo Volli
Leggere per credere: http://www.ilpadano.com/padano.php?newsID=1656