Alcuni lettori di Kolot rispondono all’articolo di Ugo Volli “Non difendono Israele ma spingono le Comunità a destra”
L’articolo di Ugo Volli contiene opinioni sulle quali vale la pena discutere. Vorrei sceverare dal suo insieme un appiglio e un ragionamento che dovrebbero avere un qualche diritto di cittadinanza.
Sono fra quelli che considerano che la sinistra sia attualmente schierata contro Israele, e per addivenire a tali conclusioni non serve certo un monitoraggio continuo, ma basta, purtroppo, qualsiasi pur sporadico approccio.
Ciò nonostante, penso che lo scritto di Ugo Volli rappresenti, per così dire, un’occasione da non perdere ed un’opportunità per una più approfondita riflessione.
L’Italia ebraica farebbe bene a non considerare naturale il sistema concordatario in cui vive, che ha anche napoleoniche scaturigini, che porta ad avere un rappresentante- capo degli ebrei ed una sola comunità per area territoriale.
Questi vincoli, sui quali si potrebbe pur discutere, vanno assunti quali presupposto, premessa e base del discorso, in quanto portano a far sì che i rappresentanti dell’ebraismo non lo siano in riferimento a diverse comunità insediate in una medesima zona (ad esempio, ortodosse, conservative e riformiste) bensì ad una sola entità e, nel contempo, a tutti gli ebrei.
Ciò dovrebbe portare a considerare come nell’insieme dell’ebraismo vi sia uno spettro di opinioni politiche (e religiose) che nessuno esponente comunitario dovrebbe presumere di rappresentare.
Le comunità non sono un partito politico, ma, al contrario, contengono un coacervo umano di opinioni, un caleidoscopio ideologico, che mal si concilia con una qualsivoglia presa di posizione politica. La contraria ipotesi rappresenterebbe una sorta di volenza nei riguardi dei suoi iscritti, i quali per legge sono tenuti all’adesione alla comunità e non certo da una scelta ideologica.
Naturalmente, solo chi nutre pregiudizi verso gli ebrei può considerarci a stregua di un corpo compatto, dalle idee pressoché eguali.
Queste varie banalità che ho or ora snocciolato, lo diventano un po’ meno ove si addivenisse alla conclusione che nessun esponente comunitario – meno che meno il Presidente dell’Unione – potrebbe legittimamente assumere posizioni politiche o para – politiche. Se lo facesse, non solo andrebbe ben oltre le sue competenze, ma recherebbe un grave torto agli iscritti alle varie comunità, i quali non vi aderiscono perché mossi da intenti politici bensì, più modestamente, solo perché ebrei.
Non sarebbe male che i nostri vari esponenti comunitari ricordassero queste poche modeste banalità, evitando così di mortificare noi, la gran massa degli iscritti, con esternazioni oppure con omissioni, passibili di recare torto alle ragioni del vigente ordinamento e, se permettete, alle ragioni di noi, piccoli ebrei, padroni ciascuno di noi, delle proprie idee politiche, sulle quali non abbiamo mai conferito deleghe di sorta.
Emanuele Calò
Cari Amici,
permettete ad un liberale da sempre, quindi non di destra né di sinistra, di intervenire brevemente circa l’interessante scritto di Ugo Volli, dal titolo “Non difendono Israele ma spingono le Comunità a destra”, diffuso da Morashà nella sua meritoria opera di contenitore di idee ed opinioni.
La sintesi dell’intervento è altamente condivisibile, indipendentemente dalle simpatie o meno per “il Presidente” di turno : a nessuno, non importa di quale colore sia e nel rispetto della personale scelta politica , è concesso di millantare la rappresentatività politica dell’ebraismo italiano.
La sola idea che l’ebraismo italiano possa essere schierato da “una parte” è un non senso.
Il problema si è già posto, in verità, anche in passato quando esponenti comunitari locali e non,in quanto tali od in seguito al fatto di essere tali, non hanno decisamente distinto il proprio legittimo impegno politico dalle loro responsabilità in seno all’ebraismo italiano, giocando quindi ambiguamente.
Ciò, sempre per essere obbiettivi, è avvenuto a sinistra ed ora maggiormente a destra, magari adesso marcato da una certa platealità.
Ma il filo comune che lega questi atteggiamenti è quello, tipico delle concezioni illiberali e quindi democraticamente carenti, di ritenersi in possesso della “verità” che, tale essendo, è il “bene” da far calare su tutti, senza tanti complimenti .
Sarà un caso, ma il curriculum tipico di certi personaggi ci riporta quasi sempre ad esperienze politiche,di destra, sinistra od “itineranti” che siano, di scarsa caratura democratica.
Insomma, il primo amore non si scorda mai ,almeno come impianto di pensiero ed eccezioni che confermano la regola a parte.
Cordialmente,
Gadi Polacco
Hm hm….
Certamente schierarsi dietro a una tendenza politica e’ mica saggio ma come si dice in medicina, «evidence based» e’ che quello che solitamente si chiama sinistra, dal «Manifesto» in qua, o in la, e’ tutt’altro che bilanciato.
Ero a Madrid quest’estate. Andai pregare in un «Minian» di quartiere, vicino all’albergo.
Questo minian si trovava – si trova tuttora – nel sottosuolo, nella cantina di un bell’immobile residenziale (ad un capo della Avenide del General Peron).
C’e’ una porta pesant in ferro pieno, bisogna sapere quale.
Dietro c’e’ una seconda porta, questa con un mesusona di piu’ di mezzo metro.
Dietro c’e’ una specie di lobby, sta seduo un membro che esamina gli ospiti … e poi lascia scendere nella cantina, al luogo delle preghiere.
Spagna del 2004 mica del 1492….
A Gerona, la citta’ con il quartiere ebreo medievale il piu’ intatto (perche’ dopo il 1492 l’hanno semplicemente obliato) nella corte interna della casa dove sta l’entrata al museo ebreo, un’immensa bandiera Fatach … non si puo’ fare niente…
A Parigini in settembre, ho dovuto andare in giro con la kippah, era piu’ forte di me.
Sono stato vituperato soltanto una volta da qualcuno con aspetto 100% «caucasiano», mica maghrebino del tutto…
quindi … le parole di Ugo Volli sono belle, ma l’evidenza vissuta e’ differente…
Ciao, e statemi bene
Amo Fuchs
Tutto questo ragionamento sarebbe valido se Amos Luzzatto fosse super partes.
Purtroppo e’ proprio Amos Luzzatto che e’ prima di tutto un uomo del partito, e questo inficia tutto questo discorso.
Ed anche Ugo Voli , sempre pronto a difendere un compagno ma regolarmente si sottrae quando deve difendere Israele.
Si sente il bisogno di ebrei vertebrati.
Shomer Israel
Caro Ugo, capisco i tuoi timori.
Finalmente qualche ebreo Italiano scrive e parla a favore della destra Italiana e Israeliana.
Io fui il primo nel 1993 a schierarmi con Fini e sono pro Bush e Pro Sharon.
Spero che anche nelle Comunita’ Ebraiche Italiane i dirigenti non siano solo e sempre comunisti.
Shalom
Filippo Fiorentini
gia’ Romano ora Senese