“Besimanà tavà – Con buon auspicio”
Iniziamo questo shabbat a leggere nuovamente la Torà, partendo dalla narrazione della Creazione.
Rashì, il più famoso commentatore della Bibbia risponde ad una domanda che si pone il midrash, riportando un versetto
dei Salmi che dice: “Reshit chokhmà irat À -L’inizio della saggezza è il timor di D-o”.
Continua Rashì dicendo che, ciò che la Torà ci narra dall’inizio di essa – l’opera creativa – per far conoscere ai popoli, che
D-o, Creatore di tutto sarà Colui che deciderà a chi concedere la terra.
Continua ancora dicendo:
Quando i popoli accuseranno gli ebrei di essersi impossessati della terra di Israele, si potrà rispondere dicendo proprio così”.
La terra di Israele e il popolo ebraico hanno un legame indissolubile; più volte nel corso dei millenni, Israele ha perso o è stato allontanato dalla terra di Israele, ma essa senza il suo popolo ha smesso di produrre i suoi prodotti, divenendo arida e desertica.
Ogni volta che il popolo ebraico è tornato a vivere su di essa, è tornata alla sua fertilità naturale.
Rashì anticipa di qualche secolo quello di cui oggi, il moderno Stato di Israele, viene accusato – cioè di aver sottratto ad alcuni popoli – la terra, per averne fatto uno stato imperialista e guerrafondaio.
“Anì shalom ve chi addabber emma la milchamà – Io sono la pace poiché ne parlo, essi sono per la guerra” dice il re salmista – Davide.
Chi parla di pace, non gradisce la guerra ed il governo israeliano, più volte ha dimostrato l’intento ad ottenere una pace salda e duratura, pagandolo anche a caro prezzo.
Proprio come vedremo più avanti nel libro di bereshit, Abramo è l’uomo del dialogo per eccellenza, e per questa condizione è disposto a pagare un alto prezzo.
Shabbat shalom