L’ormai ex-presidente dell’Ugei risponde alle critiche (Kolot del 29/10). Al congresso Ugei di Milano i suoi candidati prendono però pochi voti.
Daniele Nahum
Chiedo scusa se da quando sono in carica (Gennaio 2007) il numero dei partecipanti è aumentato più dell’80%. L’organizzazione nel 2006 contava 40 partecipanti ad un congresso e ora ne conta più di 200.
Chiedo scusa se in questi anni, nella nostra Milano, ho organizzato due feste di Purim che hanno riscosso una partecipazione in media di 1000 ragazzi.
Chiedo scusa per aver creduto nella rinascita dei gruppi locali, proponendo la ricostituzione di questi enti e di averli fatti resuscitare in Comunità quali: Firenze, Livorno, Genova comunità dove la vita ebraica giovanile era pressoché inesistente.
Chiedo scusa se in una realtà giovanile quale quella di Torino, quest’anno abbiamo portato in occasione della festa di Purim, 200 ragazzi provenienti da tutta Italia.
Chiedo scusa se mi occupo delle persone perseguitate in giro per il mondo credendo che questo atteggiamento sia molto ebraico.
Chiedo scusa se durante la giornata della memoria, senza mai mettere in dubbio l’unicità della Shoah, ho anche parlato del genocidio del Darfur. Forse ho inteso male il senso della memoria storica che noi dobbiamo tramandare.
Chiedo scusa se credendo fermamente nella tutela dei diritti umani, ho voluto difendere le ragioni dei giovani iraniani della nostra età che vengono massacrati tutti i giorni dal regime iraniano e se a tal fine, grazie ad una nostra proposta accolta dal Consiglio Comunale di Milano, la nostra città avrà l’onore di dedicare una via al “9 luglio 1999”, data nella quale fu posta in essere la più grande repressione del regime contro gli studenti.
Chiedo scusa se il mio protagonismo politico fine a se stesso ha fatto sì che la Provincia di Milano deliberasse positivamente in merito alla concessione di una palazzina alla comunità ebraica di Milano, in modo tale che i giovani ebrei possano lì aver un proprio spazio.
Chiedo scusa anche delle foto che sono uscite sui giornali ebraici e non. Ti posso assicurare non le hanno fatte i miei genitori e che mio fratello non si chiama Fabrizio Corona.
Chiedo scusa se proprio al fine di coniugare l’impegno politico con le attività interne, il mio Consiglio mi ha conferito le deleghe necessarie per svolgere l’attività politiche e culturali, conscio del fatto che l’Unione Giovani Ebrei d’Italia è l’unica organizzazione giovanile ebraica eletta con metodo rappresentativo e non il circolo delle giovani marmotte.
Chiedo scusa se il mio operato è stato riconosciuto l’anno scorso dai congressisti anche di essere stato, lo scorso anno, dopo due anni da presidente, il più votato dal Congresso.
Chiedo scusa di aver provato a produrre qualcosa invece di fare scaturire polemiche sterili perdendo le proprie diottrie davanti ad un computer.
Infine, visto che dovremo gestire un congresso da 200 persone, chiedo scusa se la forma di questo testo non è delle migliori ma il dovere mi chiama.
Daniele Nahum