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Cultura ebraica a tutto campo

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Author page: Ugo Volli

Caso Mortara – Gemma Volli: L’insegnante che evitò l’oblio

Una storia esemplare

Se oggi si riparla ancora del rapimento pubblica di un bambino avvenuto 165 anni fa ad opera dello Stato della Chiesa e del papa Pio IX che vi regnava -il caso Mortara-, il merito è soprattutto di una persona, la mia prozia Gemma Volli, che voglio ricordare in questo articolo. Intendiamoci, il crimine fu orrendo e indignò non solo gli ebrei, ma mezza Europa civile. Ma era un fatto abituale per la Chiesa, che per secoli prima del caso Mortara sottrasse ai genitori ebrei migliaia di bambini col pretesto che erano stati battezzati e continuò a farlo anche dopo. Per esempio, è ben documentato in Francia durante la Shoah, quando spesso i bambini affidati per salvarli a conoscenti dai genitori ebrei braccati dalle SS, se finivano nei conventi venivano battezzati e poi sottratti ai parenti sopravvissuti anche dopo la fine della guerra, nonostante le ingiunzioni dei tribunali, utilizzando una serie di espedienti illegali decisi direttamente dal papa Pio XII e coordinati a Roma dal segretario di Stato Montini, che sarebbe diventato Paolo VI, e a Parigi dal nunzio Roncalli, il futuro “papa buono”. Solo Karol Wojtila, fra i futuri papi allora in azione, sconsigliò i rapimenti dei bambini ebrei; ma nella coscienza della Chiesa l’idea di avere il diritto e magari anche il dovere di “salvare l’anima” di bambini ebrei anche con la forza è profondamente radicato e fu perfino iscritto nella legge canonica - non saprei dire se ciò sia stato nel frattempo cancellato o non sia applicato solo perché oggi è impossibile.

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