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Cultura ebraica a tutto campo

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Author page: Marco Del Monte

Vayerà. L’infinito confinato

Hayipalé meHashem Davar?” – C’è forse qualcosa di troppo difficile per il Signore? Questa domanda, rivolta a Sara quando rise nel cuore sentendo la promessa di una maternità impossibile, è il battito profondo di Parashat Vayerà: l’incontro fra il limite umano e l’Infinito Divino. Sara ride nel suo cuore perché la mente umana fatica a concepire un miracolo quando la natura dice il contrario. È il riso interiore di ogni uomo davanti a un sogno che sembra irrealizzabile, alla guarigione improbabile, alla speranza logorata dal tempo. Questo riso è l'espressione di un conflitto interno tra il fatto biologico e la promessa Divina. Psicologicamente, rappresenta il momento in cui la nostra mente razionale (guidata dall'esperienza e dalle leggi di natura) si scontra con la possibilità del “sovra-naturale”, uno scetticismo auto-imposto, che limita il nostro potenziale e le nostre aspettative di cambiamento.

Noi, esseri di tempo e spazio, siamo strutturati per percepire confini: il confine del giorno, il confine del corpo, il confine del possibile. Quando la mente razionale di Sara si scontra con la promessa Divina, essa reagisce con il riso, la più naturale delle espressioni di incredulità di fronte a ciò che appare impossibile secondo le leggi di questo mondo. Il problema qui non diventa solo umano ma si estende verso il Divino: D-o, Colui che è chiamato Ein Sof – Senza Fine, Senza Limite – esiste al di là di ogni confine. L'infinito non può essere contenuto nel finito. Tentare di imprigionare il Potere Divino entro le dinamiche della natura che Egli stesso ha creato (salute, parnassah, figli, zivvug, leggi fisiche) è, a livello spirituale e psicologico, una forma sottile di Avodà Zarah (idolatria). Si crea, in sostanza, un idolo mentale: un "dio" che può fare solo fino a qui, un'entità prevedibile, circoscritta. L’appellativo “Ein Sof” rappresenta l'assoluta illimitatezza, al di là di ogni concetto e percezione umana. Limitare la Sua capacità è negare la Sua essenza.

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