La Germania è riuscita molto bene a scrollarsi di dosso le ombre dell’Olocausto
Marta Arniani
Cresce il numero di ebrei israeliani discendenti da tedeschi che vogliono riprendere la cittadinanza del Paese di Angela Merkel: Msnbc spiega perché. In Israele ci sono ben 100.000 ebrei muniti di passaporto tedesco: è la più grande comunità mondiale di nazionalità tedesca al di fuori della Germania. A creare lo strano caso è stata una legge tedesca del maggio 1949, che ha dato agli ebrei fuggiti dal nazismo la possibilità di avere il passaporto teutonico non solo per loro, ma anche per i discendenti.
Nella sola Berlino ci sono 15.000 ebrei. Per loro la Capitale è “il posto più sicuro della Terra per un ebreo”: con la sua popolazione multietnica e l’incredibile fermento culturale Berlino non stimola cattivi ricordi nei discendenti degli ebrei uccisi nei campi di concentramento, o scappati dal Paese nel 1935, con l’approvazione delle leggi razziali. Vista anche la situazione politica in Israele, sono in molti a conservare con cura il proprio passaporto tedesco in caso qualcosa dovesse andare storto.
Un altro fenomeno è quello dei discendenti di ebrei emigrati negli Stati Uniti: secondo il governo tedesco sono 3.663 ad aver richiesto tra il 2003 e il 2010 la cittadinanza. A spingerli la voglia di un ritorno alle radici nel Paese così presente nei racconti dei nonni, e una serie di facilitazioni burocratiche: essere cittadini tedeschi vuol dire essere cittadini europei e poter vivere e lavorare nel Vecchio Continente, e permette l’accesso gratuito all’istruzione universitaria. Il tempo passa e le nuove generazioni ebree guardano al Paese di Hitler per quello che è ora, una terra di opportunità.
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