I palestinesi hanno chiamato il loro movimento Hamas. A parte l’acronimo in lingua araba da cui deriva il nome, la sua trasformazione in lingua ebraica non è casuale. Può essere interessante consultare la Bibbia e cercare di capire quali suggestioni richiama il nome Hamas. Nel libro della Genesi il Signore decreta la distruzione dell’umanità quando, come dice il testo, la terra si era riempita di Hamas (violenza). Il Signore decide di colpire la Terra e l’uomo con un Diluvio che azzererà tutto e permetterà un nuovo inizio per l’Umanità. Il Diluvio si proponeva di cambiare l’umanità con un’azione violenta dall’alto, dall’esterno, un sistema che non poteva funzionare. Comunque il diluvio non colpisce immediatamente l’umanità, ma viene concesso un periodo per cambiare strada.
Noè, infatti, impiegherà 120 anni per costruire l’arca, nella speranza che gli uomini del tempo lo vedano mentre costruisce l’Arca e lo interroghino: la sua risposta che un diluvio distruggerà il creato non sortisce alcun effetto. È difficile modificare un atteggiamento come quello supponente di chi pensa che con la violenza “si può dominare e cambiare tutto”, piuttosto che seguire fin dall’inizio la strada del dialogo. Il progetto per la ricostruzione dell’idea originaria dell’uomo doveva invece passare attraverso un’azione educativa che doveva venire dall’interno.
Questa sarà la missione assegnata ad Abramo per tutte le famiglie della terra, come è scritto “Saranno benedette attraverso di te tutte le famiglie della terra” (Genesi 12, 3) e successivamente “io l’ho scelto affinché comandi ai suoi figli e di fare giustizia ed equità (Zedakà e Mishpàt), dove la parola Zedakà indica un’azione empatica tendente a equilibrare la stessa applicazione della giustizia Il progetto non sarà facile da realizzare e comporterà impegni e sacrifici, sarà lungo e difficile e possiamo dire che sia tuttora in corso. Nessuna forma di educazione può avere successo se viene imposta dall’esterno: ognuno dovrà lavorare su sé stesso, specie se ha la presunzione di ritenersi discepolo di Abramo. Ricordiamo che Abramo è il patriarca pronto a criticare Dio stesso e a chiedere giustizia per Sodoma e Gomorra, anche se si trattava di una richiesta che non aveva molte speranze di essere ascoltata.
Ma qual è la novità nella scelta di Abramo, rispetto a quella fatta per Noè. La responsabilità conferita ad Abramo e a coloro che dichiarano di essere suoi discepoli, impone di non fare solo azioni violente se si vuole realizzare il patto e il progetto originario: nella situazione creatasi dopo il 7 ottobre l’aggressore non ha alcuna giustificazione e dovrebbe fare la prima mossa per restituire le persone rapite: ricordiamo che Abramo fece un’azione proprio per liberare Lot e la sua famiglia che erano caduti nelle mani dei re della Mesopotamia che li avevano rapiti. Nessuna soluzione può avere successo se non viene concordata con un dialogo tra le parti in conflitto che parta dal riconoscimento della verità dei fatti e della Storia. Inoltre l’ONU, le potenze (Europa, USA, Russia), la Chiesa che hanno di fatto ignorato per anni quanto stava accadendo e hanno le loro responsabilità. Anche i “civili” di Gaza hanno fatto finta di non vedere i tunnel e di non sapere dove venivano nascosti gli ostaggi, e di come venivano utilizzati i fondi che arrivavano a Hamas.
Dopo il Diluvio Dio stesso riconosce che la sua azione è stata fallimentare: anche le potenze e la Chiesa dovrebbero riconoscere il pieno fallimento in 75 anni in cui avrebbero dovuto richiamare i palestinesi a non dichiararsi eterni profughi, a fare il proprio Staro come previsto dalla 181.
Purtroppo la Bibbia afferma che “Il cuore dell’uomo tende al male fin dalla fanciullezza” ed è necessaria una azione prolungata, un’educazione che formi le mente e le educhi fin dalla fanciullezza a non fare i “terroristi”: questa è stata per anni l’azione di Hamas. Educare i bambini a fare i Shahidi, i testimoni terroristi, come è possibile vedere dalle immagini di bambini vestiti da terroristi e come leggiamo nei libri di testo per le scuole che inneggiano all’odio, alla guerra e alla eliminazione degli ebrei, testi finanziati dai paesi europei senza esercitare alcun controllo.
Le responsabilità sono molto ampie: l’indifferenza dei paesi che vedono e non intervengono prontamente; i civili palestinesi che sanno dove stanno gli ostaggi e non intervengono; l’UNRWA che sapeva e non interveniva, e che aveva con Hamas un rapporto di collaborazione; la Chiesa che è rimasta in silenzio in molte occasioni senza neanche nominare le responsabilità di Hamas nell’allontanamento dei cristiani dalla Palestina.
Quando inglesi e americani sono intervenuti per sconfiggere la Germania hanno bombardato senza sosta città come Dresda dove hanno fatto migliaia di morti “civili”. Ma si giustificavano sostenendo che tutti i tedeschi sapevano e non avevano protestato: nel caso dei “civili” palestinesi, tutti i palestinesi hanno visto e sapevano perché erano a contatto diretto coi membri di Hamas e, nel migliore dei casi, hanno collaborato con il silenzio. I tedeschi hanno cercato di negare tutto, ma oggi Hamas ha registrato e mostrato con tracotanza le sue mostruosità: nessuno può dire non sapevo. Tutto è stata fatto senza nascondere nulla. Molto simile a quanto fecero i i nazisti che “documentavano” tutto, perché erano sicuri di farla franca.
I palestinesi che hanno scelto Hamas per rappresentarli, non possono certo dichiarare di essere “discepoli” di Abramo. Al contrario se si potesse individuare dov’è Amalek, sarebbe immediatamente reclutato perché espressione del “male” assoluto.