Tratto da “Shabbath – A cura di Augusto Segre”, Ucei 1972
«E fu annunziato agli uomini del re e alle truppe che stavano a Gerusalemme, nella città di Davide, che degli uomini, trasgredendo gli ordini del re, erano scesi nei nascondigli del deserto. Dietro a loro corsero molti, li raggiunsero e schierandosi contro di loro, si prepararono alla battaglia in giorno di Sabato. E dissero loro: «Adesso basta, uscite fate secondo l’ordine del re ed avrete salva la vita». Ma quelli risposero: «Non usciremo e non eseguiremo l’ordine del re, profanando il giorno del Sabato ». Quelli attaccarono immediatamente battaglia e questi non risposero loro, né lanciarono pietre contro di essi, né sbarrarono i nascondigli dicendo: «Moriremo tutti nella nostra integrità. Ci sono testimoni il cielo e la terra che ci fate morire ingiustamente». Così si levarono alla battaglia e morirono essi, le loro mogli, i loro figli e ii loro bestiame, circa mille vite umane.
Lo seppero Mattatià e i suoi amici e ne fecero un gran lutto. Ciascuno diceva all’altro: «Se tutti faremo come hanno fatto i nostri fratelli e non combatteremo contro le nazioni per la nostra vita e per le nostre leggi, ben presto ci stermineranno». Quello stesso giorno presero questa decisione dicendo: «Chiunque verrà contro di noi in battaglia in giorno di sabato lo combatteremo per non morire tutti come sono morti i nostri fratelli nei nascondigli». (I Maccabei II 31-41)
«Nicanore, avendo saputo che gli uomini di Giuda si trovavano nella regione della Samaria, decise di assalirli con tutta sicurezza nel giorno del riposo. Ma i Giudei che io seguivano perché vi erano costretti, gli dissero: «Non volere farli perire in modo così selvaggio e barbaro, ma rendi onore al giorno che Colui che tutto vede ha preferito per onorario e santificarlo».
E quello, tre volte infame, domandò se vi fosse in cielo un sovrano che avesse comandato di celebrare il giorno di sabato. Essi risposero: «E’ il Signore vivente, Colui che è sovrano dei cielo, Egli ha ordinato di osservare il settimo giorno». Allora l’altro: «Anch’io sono sovrano sulla terra, ordino quindi di prendere le armi e di eseguire gli ordini del re». Ma non riuscì a compiere il suo perverso disegno. (II Maccabei, XV, 1-5)