Attivato all’Università di Trento uno dei pochi corsi in Italia di Lingua, letteratura e cultura yiddish
Massimiliano De Villa – Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento
Dal 12 aprile lezione di yiddish. Il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento offrirà un corso di Lingua, letteratura e cultura yiddish. Il modulo di 30 ore proseguirà fino al 31 maggio e sarà tenuto da Massimiliano De Villa, professore di Letteratura tedesca. La prospettiva, per il prossimo anno, è poi di ampliare l’offerta didattica dello yiddish, in convenzione con l’Istituto italiano di Studi germanici di Roma. Nelle lezioni si affronteranno i principali aspetti grammaticali e morfo-sintattici dello yiddish, oltre a fornire una panoramica sugli snodi della storia della lingua e della letteratura. Il modulo, a scelta libera, è aperto a studenti e studentesse dei corsi di laurea magistrale del Dipartimento di Lettere e Filosofia.
Il modulo di yiddish, attivo da quest’anno a Trento, intende rilanciare la conoscenza di un universo culturale che tanta parte ha avuto nella configurazione della modernità europea. Come Massimiliano De Villa spiega a UniTrentoMag in questo articolo.
Lo yiddish è stata la principale lingua degli ebrei in Europa e l’espressione più autentica del carattere essenzialmente europeo dell’ebraismo negli ultimi duemila anni. Pur nascendo come lingua germanica con apporti dalle lingue romanze e dalle lingue slave, lo yiddish si è caratterizzato da subito come lingua ebraica: impiega, infatti, i caratteri dell’alfabeto ebraico per la scrittura e dalla tradizione religiosa deriva la sua componente ebraico-aramaica. La doppia caratterizzazione di questa lingua, contemporaneamente europea ed ebraica, è la cifra dell’ebraismo fino al Novecento. Utilizzato in Europa orientale da dodici milioni di persone prima della Seconda guerra mondiale, oggi lo yiddish è scomparso dall’Europa insieme ai suoi parlanti, ma sopravvive altrove come lingua d’uso, seppure in spazi residuali, oltre a essere ancora oggetto di studio, traduzione, ricerca e insegnamento.
In precedenza, tra il Seicento e il Settecento, città dell’Europa centro-orientale come Cracovia, Varsavia e Lublino, ma anche centri popolosi in Ungheria, Romania e Ucraina, erano diventate crocevia di vita ebraica e il cosiddetto yiddish orientale, pur con diverse varietà locali, era la lingua franca di quasi tutti gli ebrei ashkenaziti di quei paesi, con una fioritura letteraria ampia e variegata, verso campi e problematiche di acuta modernità. Ma già a partire dal XIII secolo, il cosiddetto yiddish occidentale, diffuso in Germania, Alsazia, Svizzera e Olanda fino alla sua estinzione nel XVIII secolo per assimilazione alle lingue germaniche predominanti, è la lingua parlata tanto al mercato quanto nelle accademie talmudiche e diventa veicolo di espressione per generi letterari non coperti dalle lingue ebraica e aramaica, mentre la stampa in yiddish conosce una grande espansione per tutto il sedicesimo secolo.
Nell’Ottocento, lo yiddish orientale è invece una delle lingue ebraiche più diffuse al mondo e una delle tre maggiori lingue letterarie (insieme all’ebraico e all’aramaico) nella storia dell’ebraismo. Diffusa dal chassidismo e promossa da altri movimenti politici, sociali, pedagogici (su tutti, il bundismo), lo yiddish sarà esportato in tutti i continenti grazie all’emigrazione di massa degli ebrei dall’Europa orientale, tanto da diventare lingua franca dell’ebraismo. Milioni di parlanti yiddish saranno vittime dello sterminio nazionalsocialista e il numero si ridurrà in modo drastico anche a causa della soppressione ufficiale di questa lingua nei paesi dell’Unione sovietica, dell’antagonismo delle autorità israeliane, zelanti nella promozione del neo-ebraico (‘ivrit) e del passaggio, massiccio e volontario, di molti ebrei verso le lingue maggioritarie dei diversi paesi di residenza. E, tuttavia, lo yiddish manterrà, anche grazie ai tentativi di studio e diffusione promossi da varie università e da altrettante realtà culturali, il suo status di lingua trasversale e la sua promessa di comprensione universaleץ
https://webmagazine.unitn.it/formazione/116266/la-lingua-della-diaspora-trova-casa