“Ve ‘asita bigdé qodesh le Aharon achikha le khavod ultifaret – E farai delle vesti sacre per Aharon tuo fratello per l’onore e la gloria” (Shemòt 28;2)
Nel testo viene comandato a Moshè di creare per Aharon suo fratello degli abiti particolari: otto capi di abbigliamento che nel vestirsi attribuivano al Sommo Sacerdote che li indossava, un particolare onore e prestigio.
L’abito del Kohen gadol nella parte più esterna, aveva cuciti nel lato inferiore una serie di campanelli e melograni d’oro che emettevano un suono mentre lui camminava.
Questo serviva per far allontanare al suo passaggio chi si trovava nelle vicinanze, potendosi trovare in una condizione di impurità che avrebbe potuto contagiarlo.
La Torà dedica tutta la nostra parashà agli abiti sacerdotali, i quali contribuivano a rendere l’immagine di costoro, ancor più prestigiosa e degna di rispetto.
C’è un famoso proverbio che suona con le parole: “L’abito non fa il Monaco” ma secondo l’insegnamento della Torà però gli si attribuisce onore ed importanza.
Shabbat Shalom