Sfogliando il libro Ebrei di Etiopia Due Diari (1936 e 1976), di Carlo Alberto Viterbo e Aharon Cohen, edito dalla Giuntina mi sono imbattuto in questa descrizione della festa di Sukkot fatta ad Addis Abeba (pag. 51). Il protagonista è Carlo Alberto Viterbo, che ebbi occasione di conoscere e anche l’onore di collaborare con lui (assieme a un piccolo gruppo di amici) molti anni fa quando dirigeva il giornale Israel, che cessò le pubblicazioni dopo la morte del CAV (così si firmava) che ne era direttore, produttore ecc.
Mi sembra interessante leggere con quale attenzione le persone, non solo falasha, osservassero questa mizvà. Del resto tutto il suo diario è pieno di informazioni su come i Falàsha osservassero le mizvot. Carlo Alberto Viterbo ci ha lasciato cose molto importanti: sia il suo ricordo di benedizione e di emulazione.
Addis Abeba 6 ottobre 1936
Nella mia ultima vi dicevo che mi ero dedicato, con i miei amici falasha, grandi e piccoli, alla preparazione della Succà. Abbiamo fatto una grande capanna con tronchi e frasche di eucalipto. Una capanna aromatica! Nell’interno è decorata da tende, tappeti, bandiere e e iscrizioni. Le iscrizioni in ebraico e amarico sono una mia fatica particolare. Le bandiere che coprono l’interno sono tre: quella ebraica in mezzo, e da una parte e dall’altra, quella italiana e quella americana. L’americana ha diritto di presenza perché l’attuale “Comitato pro -Falàsha” ha sede a New York e la scuola, fin qui, era sotto protezione americana. Infine la bandiera americana con le sue strisce e stelle è molto decorativa, ci sta bene faceva comodo e ci si è messa.
Un tappeto su cui è disegnato un leone, con le fauci spalancate, è l’ammirata decorazione dell’altro lato. Nella capanna sono sistemate due lunghe tavole una per le i grandi e l’altra per i piccoli e ci resta posto per altri piccoli tavoli per il servizio. La vita si svolge veramente ed effettivamente nella Succà. Come deve farsi. Nella Succà mangiamo, studiamo, viviamo, viviamo sempre . Di notte alcuni dei grandi dei grandi vi portano il loro letto e vi dormono. D’altra parte il tempo non è quello di un mese fa. La stagione delle piogge è realmente finita. Se qualche volta il cielo si rannuvola o lascia anche cadere qualche gocciola è una eccezione passeggera. Il cielo è quasi costantemente limpido e sereno; è anzi di una trasparenza che non si vede da noi. La notte le stelle brillano assai più vivacemente che in Italia. Qui si dice che cominci la primavera. Dappertutto si vedono fiori; ieri sera ho sentito anche i primi grilli.