Nella parashà che leggeremo questo shabbat, sono contenute tutte le leggi che regolano il rapporto fra uomo e uomo, uomo e servo, uomo e animali.Essa è considerata un vero e proprio manuale di diritto, in cui sono disciplinate le leggi che vigono all’interno di una società civile.Dopo il Decalogo, contenuto nella parashà che abbiamo letto la scorsa settimana, che detta delle regole più intime fra uomo e D-o – fra uomo e uomo, la Torà vuole, con la parashà di Mishpatim, dare un codice di procedura civile, penale e un regolamento dei diritti e dei doveri dei servi (lavoratori), in cui non vi siano dubbi su come metterlo in pratica.
“Ve elle ha mishpatim asher tasim lifnehem – e questi sono gli statuti che porrai dinanzi a loro” è così che inizia il testo della parashà e Rashì cerca subito di spiegare l’espressione “che porrai dinanzi a loro” dicendo che un buon maestro o legislatore che sia, non deve comandare una legge ad un popolo senza avergliela prima fatta comprendere.Mosè, aveva quindi il dovere di riferire al popolo le parole del Signore, le sue leggi, ma doveva anche chiarire la loro attuazione, in modo tale che prima di metterle in pratiche, le avessero comprese in ogni loro sfaccettatura.Oggi, in un’era ultra moderna come quella in cui viviamo, quante leggi ci sono state imposte senza che potessimo renderci conto della motivazione o addirittura in qualche caso siamo dovuti ricorrere a nostre spese a chi potesse interpretarcele.
Shabbat shalom.