“E ora, se ascolterete bene la mia voce e osserverete il mio patto, sarete tesoro fra tutti i popoli perché a me appartiene tutta la terra” (cap. 19 v. 5)
Questo verso, è il prologo alla donazione dei Dieci Comandamenti, chiamati appunto “berit – patto”.
Essi costituiscono il contratto stipulato fra D-o e il popolo di Israele, alle pendici del Monte Sinai e, come ogni patto fra due soggetti contiene oneri ed onori.
Non c’è dubbio che noi esseri umani, siamo soliti stipulare patti alla pari, ossia fra simili e non fra un Essere superiore ed umani. La Torà è invece un patto fra D-o e un popolo, che era stato proclamato tale proprio in quel momento.
I commentatori, sostengono che in questi pochi versetti della Torà, ci sia una duplice elezione:
D-o proclama Israele “am segullà – popolo speciale” e il popolo proclama D-o il suo unico D-o, promettendogli di osservare ed ascoltare sempre i Suoi comandi.
Secondo il commentatore Azarià Figo in questo preciso momento sarebbe avvenuto il matrimonio fra D-o e il popolo ebraico, in quanto è scritto: “Va dal popolo e santificali per oggi e per domani “.
La parola KIDDASHTAM, è la stessa usata per indicare il matrimonio – KIDDUSHIN- SANTIFICAZIONE.
Quindi, secondo il Maestro, Moshè fa da mesadder – celebrante, nel matrimonio fra D-o e il popolo ebraico. La ketubà – il contratto matrimoniale, non sarebbe altri che la Torà.
Così come il matrimonio prevede diritti e doveri reciproci fra gli sposi, così la Torà è il vincolo duplice a cui si sono legati D-o e il popolo di Israele, con oneri e onori.
Shabbat shalom