“ma zot ‘asita lanu le hotzianu mimmitzraim – cos’è questo che hai fatto per noi di farci uscire dall’Egitto?”
Assalito dal terrore perché l’esercito egiziano li aveva raggiunti, il popolo si lamenta contro Moshè per averlo liberato dall’Egitto.
A volte davanti ad una situazione di pericolo si perde la ragione: il popolo ebraico era rimasto schiavo in Egitto per quattrocento trenta anni, aveva perso la dignità morale e materiale; tuttavia davanti alla prima situazione di pericolo occorsa nella condizione di libertà, si pente di essere stato liberato e incolpa Moshè di averlo fatto.
Nonostante la libertà, talvolta si fa fatica ad essere veramente liberi; tutto dipende da quella che è la fiducia che si ha in se stessi e in questo caso in D-o.
C’è stato bisogno di un forte intervento di Moshè per scuotere il popolo.
Egli riesce a trasmettere la fiducia necessaria ribadendo che è D-o che vuole liberarli e condurli verso Eretz Israel. Prima però c’è bisogno di formali come uomini liberi ed autonomi.
È per questo che un leader deve godere principalmente della fiducia del popolo, fiducia che bisogna guadagnarsi.
La fiducia ritrovata li metterà nella condizione di attraversare quel Mare che li avrebbe finalmente resi degni di essere un grande popolo.
Shabbat Shalom