Con questa parashà inizia il quarto libro della Torà, che prende il nome proprio da una delle prime parole con cui esso inizia: Bemidbar – nel deserto o, come fu tradotto dai Settanta – Numeri, in quanto inizia con un censimento del popolo ebraico.
Dopo l’uscita dall’Egitto, dopo la costruzione del Tabernacolo mobile del deserto, gli ebrei che erano stati schiavi in Egitto, poi liberati e di nuovo inseguiti dal Faraone, iniziano a darsi una conformazione.
Da gruppo di settanta persone, scese in Egitto ai tempi di Giuseppe, il Signore comanda di istituzionalizzarsi come popolo, de facto e de jure.
L’uscita dall’Egitto gli aveva attribuito la libertà, elemento fondamentale alla definizione di popolo.
Alle pendici del Sinai, riceveranno la Torà- la Legge, altro elemento indispensabile perché fossero definitivamente un popolo.
Infatti la parashà di Bemidbar si pone sempre fra la festa di Pesach e quella di Shavuot, ossia i due momenti cruciali della formazione del popolo.
Midbar – deserto, luogo desolato e silenzioso, porta dentro di se, la radice della massima manifestazione divina: dibberot.
Gli Aseret ha dibberot, che ricevettero i nostri padri in una mattina di tarda primavera, direttamente dalla voce di D-o e che riaffermeremo se D-o vorrà la mattina di Shavuot, sanciscono un patto, un’alleanza fra D-o e il nostro popolo, che difficilmente potrà essere dissoluta e che dura da oltre tremila anni.
Shabbat shalom