1. E’ Mitzwah recitare la Berakhah sul frutto più importante (chashuv). Se cioé ha di fronte una varietà di frutti e fra di essi ve ne sono delle sette specie “che rendono lodevole Eretz Israel” (uva, fico, melagrana, oliva, dattero oltre a grano e orzo), questi ultimi hanno diritto di precedenza. Non solo: anche fra di essi dovrebbe essere rispettato l’ordine con cui sono presentati nel versetto come sopra. Ma i datteri precedono l’uva, perché nel versetto sono in seconda posizione rispetto alla parola eretz più vicina (dopo l’oliva), mentre l’uva è solo in terza posizione (dopo il grano e l’orzo). Per la stessa logica l’oliva precede tanto i datteri che l’uva.
2. Quanto sopra è la pessiqah dello Shulchan ‘Arukh. Altri sostengono invece che si possa recitare la Berakhah sul frutto più gradito anche se non appartiene alle “sette specie”. In ogni caso si dà preferenze a un frutto delle “sette specie” solo se è effettivamente maturo (ad esclusione p. es. di certe olive in conserva).
3. Fra i frutti della stessa categoria è opportuno scegliere quello più bello. Reciti sempre Borè Perì ha-‘Etz prima di Borè Perì ha-Adamah e Borè Perì ha-Adamah prima di She-ha-kol.
4. Quanto detto sulla precedenza vale nel caso in cui frutti di ambo le categorie siano davanti a lui e desideri mangiarli entrambi, altrimenti reciterà la Berakhah su quello che ha davanti e/o che intende mangiare.
5. Dia la precedenza al frutto delle “sette specie” anche se questo è spezzato mentre gli altri sono interi. Ma se tutti i frutti che ha davanti appartengono alla medesima categoria, reciti la Berakhah su un frutto intero. Dopo aver recitato la Berakhah, tuttavia, eviti di metterlo in bocca tutto intero anche se è piccolo, perché c’è il dubbio che in quel caso debba poi recitare Berakhah Acharonah in quanto ha mangiato una “creatura” (beriyah) intera. Lo spezzerà con i denti piuttosto che con le dita, per evitare di por tempo in mezzo fra la Berakhah e la Akhilah. Se il frutto è talmente piccolo da non poter essere spezzato (p. es. acini d’uva molto piccoli) è meglio astenersene. La preoccupazione non sussiste, naturalmente, se si mangia il frutto dopo aver fatto Ha-Motzì, perché in tal caso la Birkat ha-Mazon sostituisce la Berakhah Acharonah.
6. Su funghi e tartufi la Berakhah è She-ha-kol, perché non sono considerati prodotti della terra.
7. Sui frutti selvatici si recita comunque la Berakhah appropriata.
8. Sull’aceto più forte non si recita alcuna Berakhah, perché non ne ha alcun godimento e anzi danneggia.
9-10. Sul vino più aspro che in genere non si beve, la Berakhah è She-ha-kol. Se però ha detto Borè Perì ha-Ghefen a posteriori va bene.
12-13. Chi beve acqua perché ha sete, recita She-ha-kol. Se invece ne beve per qualsiasi altro scopo (p. es. prendere una pastiglia, o estrarre un corpo estraneo dalle fauci) non dice alcuna Berakhah. Se però si serve di altre bevande dal sapore gradevole, recita la Berakhah. Lo stesso vale per le medicine: recita la Berakhah solo in presenza di un sapore gradevole (p. es. sciroppi).
14. Non è lecito recitare la Berakhah con la bocca piena. Pertanto, se ha messo il cibo in bocca senza aver detto la Berakhah, lo sputi e lo rimetta in bocca dopo aver detto la Berakhah. Se invece il boccone è già stato masticato, reciti la Berakhah dopo averlo messo a lato della bocca per non sprecarlo. Solo se si tratta di un liquido da bere è autorizzato a sputarlo via. Se invece non lo può buttare (p. es. una medicina saporita), si limiti a recitare la Berakhah mentalmente. L’opinione del Qitzur Shulchan ‘Arukh è in questo caso di recitare la Berakhah dopo aver deglutito la bevanda, ma non è da seguire.
1-2. La Berakhah Acharonah è prescritta secondo le varie tipologie solo dopo aver mangiato un ke-zayit (27 gr.) di cibo o dopo aver bevuto un revi’it (86 cc.) di liquido.
3. Nelle ricorrenze si deve farne menzione anche nella Berakhah Me-‘eyn Shalosh, ma senza ripetere se se ne fosse dimenticato.
4. Se uno ha mangiato farinacei e frutti delle “sette specie” e ha bevuto vino recita un’unica Berakhah Me-‘eyn Shalosh nominando prima i farinacei (‘al ha-Michyah…), poi il vino (‘al ha-Ghefen…) e poi i frutti (‘al ha-‘Etz…), secondo lo stesso ordine delle Berakhot iniziali (formula mnemonica: maggà’ esh).
5. Tutti i cibi si uniscono a formare la misura minimale di ke-zayit, ma non un cibo e una bevanda. Se ha mangiato mezzo zayit di cinque delle “sette specie” la cui Berakhah è Borè Perì ha-‘Etz (uva, fico, melagrana, olive e datteri) e mezzo zayit di altri frutti, o di Mezonot o di pane, reciti Borè Nefashot su tutto. Ma le cinque delle “sette specie” si uniscono fra loro per recitare la Berakhah Me-‘eyn Shalosh. Lo stesso dicasi se ha mangiato mezzo zayit di Mezonot e mezzo zayit di pane, reciterà Me-‘eyn Shalosh..
6. Se ha mangiato un ke-zayit delle cinque delle “sette specie” e un ke-zayit di altri frutti, è esentato da dire Borè Nefashot per questi ultimi e dirà solo la Berakhah Me-‘eyn Shalosh.
7. Il ke-zayit dev’essere mangiato bi-khdè akhilat peràs, cioé entro il tempo necessario per consumare pane del quantitativo di tre uova (162 gr.). Il revi’it deve invece essere bevuto entro il tempo nel quale si beve un revi’it, che è assai meno.
8-9. Per chi succhia la frutta, se lo fa con i denti è come se mangiasse; se lo fa semplicemente con le labbra è come se bevesse. In quest’ultimo caso non dirà la Berakhah finale, perché è impossibile che abbia completato di succhiare un revi’it entro il tempo nel quale si beve un revi’it. Per questo motivo non si dice Berakhah Acharonah dopo aver sorseggiato una bevanda calda (tè o caffè) o molto fredda.
11. Se ha bevuto vino e poi altre bevande recita solo la Berakhah Me-‘eyn Shalosh sul vino. E’ opportuno porre attenzione nel non invertire l’ordine, per non entrare nel dubbio di dover aggiungere Borè Nefashot qualora abbia bevuto per prima l’altra bevanda.
12. Non recita Berakhah Acharonah se ha vomitato nel frattempo.
13. Le-cha-ttechillah (a priori) anche la Berakhah Me-‘eyn Shalosh va recitata stando seduti, per il dubbio che possa essere Min ha-Torah.
14. Non si risponde Amen al termine di una Berakhah recitata da noi stessi, tranne che in alcuni casi. Se invece si sente una Berakhah recitata da altri, si deve rispondere Amen. E’ importante abituare i bambini fin da piccoli a rispondere Amen.