Gli inserti di Alef Dac – Violenza e guerra
Chiederai la pace
Violenza e valore della vita
Militarismo e sopravvivenza
“Rossi o morti”
La vendita delle armi
Le strade della pace
Shavuòt: La sposa di miele (G. Di Segni)
L’esilio dell’alef: Yom Haatzmaut
Durante i lunghi secoli della Diaspora l’immagine del popolo ebraico è stata associata automaticamente, almeno all’esterno, a quella della vittima passiva della violenza.
Dalla fondazione dello Stato d’Israele questa immagine è cambiata e spesso è stata capovolta radicalmente. Si pensi ai tempi della guerra in Libano e a quanto alcuni giornali scrissero tendenziosamente, sulle “vittime diventate carnefici”. Ma anche all’interno dell’ebraismo vi è stata una profonda divisione, e non solo sugli scopi della guerra. Alla radice c’era una questione preliminare, l’interrogativo fondamentale sul rapporto di Israele con il problema della guerra e della violenza. Era facile, in tempi di persecuzione e di dispersione, presentare Israele come l’antitesi della violenza. Ma è realmente questa l’ideologia ebraica? Non è un problema semplice, e le opinioni che in proposito sono state espresse, nell’ambito dell’ebraismo, sono necessariamente divise e articolate.
Il lettore troverà nelle pagine che seguono la discussione di alcuni aspetti di questo terribile problema; ma non certo una soluzione univoca. Comprenderà anche le difficoltà dell’ebraismo tradizionale che si trova davanti alla necessità di rifondare un complesso sistema legislativo che da 20 secoli non è più applicato e che potrebbe richiedere anche radicali trasformazioni. È un contributo alla discussione alla luce delle fonti tradizionali della sopravvivenza, non solo degli ebrei come singoli o come Stato, ma anche nell’umanità minacciata dall’olocausto nucleare. Un interrogativo sul senso che possono avere oggi la violenza e la guerra in una cultura che ha dato al mondo l’immagine della colomba con il ramoscello di ulivo e la profezia delle spade che saranno trasformate in aratri.
Il valore della pace | Vendere armi? | L’aggressività | “Rossi o morti“ |
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I profeti e i mastri d’Israele ci hanno fornito, coni loro insegnamenti, delle linee guida per gli sforzi da fare per mantenere la pace tra le nazioni. Essi hanno detto chiaramente che D-o non può essere adorato quando l’omaggio è stato pagato alla spada o al pugno armato. | Potrebbe sembrare un problema del tutto moderno, ma non lo è. Il commercio delle armi ha rappresentato per il mondo ebraico un problema morale fin dall’antichità: è legittimo vendere degli oggetti che possono recare danno ad altri?Cerchiamo la risposta nel Talmud Babilonese. | Se iniziamo con la natura umana, bisogna precisare, come prima cosa, che agire violentemente, con aggressività, è umano. Ciò è strato riconosciuto, per esempio, da Konrad Lorenz, che ha discusso l’aggressività e la violenza nel regno animale e nella società umana. La halakhà, la legge ebraica, ha anch’essa riconosciuto questo fatto. Nella natura umana c’è una tendenza alla violenza. | I problemi che l’umanità si trova ad affrontare nei nostri giorni sono incommensurabilmente più bravi e radicali di quanto mai la storia abbia riportato.Prima dell’era atomica, “guerra o pace” poteva essere una scelta ragionevole. Ora con lo sviluppo delle nuove armi che possono annientare interi continenti e popolazione, tale scelta è divenuta priva di senso. |